Mario Been è un uomo di grande esperienza e sa bene che una bella vittoria in un amichevole estiva non significa niente, ma può essere una buona iniezione di fiducia per una squadra giovane che nella scorsa stagione ha sofferto di un calo verticale verso il basso.
"Con questa vittoria abbiamo dimostrato di non dover aver paura di nessuno a casa nostra". L'anno scorso il Feyenoord finì le amichevoli estive con tre sconfitte (contro Celtic, Benfica e Borussia Dortmund) e con tanti infortunii ed una conseguente frustrazione che ha avuto ripercussioni per tutto il resto del campionato.
Quest'anno, una doppia vittoria con Sporting Lisbona e Sampdoria non può che significare una inversione di tendenza.
L'approccio al gioco è totalmente cambiato: mentre con Verbeek si aveva una maggiore forza fisica, con Been è la palla ad essere il principale oggetto di lavoro. La strategia è altrettanto importante e, nonostante i vari errori avuti contro la Samp, gli schemi sembrano essere assimilati meglio giorno dopo giorno.
Oltre al possesso palla ed all'interazione tra i vari giocatori, la vera arma in più sembra essere la velocità del nazionale ivoriano Cissè, che ha nettamente surclassato Stankevicius. L'altro acquisto, Dani Fernandez, ha ben fatto sulla corsia di destra della difesa, ruolo che ha creato molti problemi negli anni scorsi.
Il vantaggio del Feyenoord è arrivato dopo 20 minuti, quando Leroy Fer ha incornato un cross dal calcio d'angolo di Van Bronckhorst. Un fallo di mani di Rossi su tiro di Makaay ha letteralmente posto la parola fine alla partita: cartellino rosso per il difensore e calcio di rigore per il Feyenoord, trasformato da Luigi Bruins, che ha rubato la scena proprio a Makaay, specialista dagli undici metri.
Mario Been non ha preso bene l'espulsione, ma solo in quanto ha cambiato totalmente gli equilibri, costringendo la Samp a difendersi ancora di più, ammazzando così il match. Dall'altra parte, neanche Cassano ha digerito le scelte arbitrali di Wiedemeijer. Il talento della Bari vecchia, di fronte ad una scelta non condivisa, ha deciso letteralmente di buttare la partita, che si è chiusa con il terzo gol di De Guzman, subentrato nel secondo tempo.
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