Nacque il 9 febbraio 1928 ad Amsterdam. Buon giocatore dell’Ajax Amsterdam nel periodo dal 1946 al 1958, disputò 269 partite segnando 121 reti, vincendo anche due titoli nazionali nelle stagioni 1946–47 e 1956–57. Nel 1958 appende le scarpette al chiodo. Dopo una iniziale gavetta di allenatore in squadre dilettantistiche olandesi, nel 1965 è alla guida dell’Ajax Amsterdam, dove inizia quel lavoro che avrà il suo culmine sportivo con il mondiale 1974.
Inizia a concepire un tipo di calcio assolutamente innovativo e rivoluzionario. Fino a quel momento gli schemi calcistici di tutti i clubs europei e mondiali erano legati al tradizionale schema con marcature fisse a uomo e un libero che si staccava dalla difesa. Michels decise che i giocatori della sua squadra dovessero diventare il più possibili universali e capaci di ricoprire più ruoli. Elabora, così, uno schema di gioco a zona con 4 giocatori in difesa in linea pronti alla tattica del fuorigioco (assolutamente sconosciuta per i tempi) e centrocampisti e attaccanti in grado di fare un asfissiante pressing a tutto campo sui portatori di palla avversari. Il suo schema preferito diventa comunque il 4–3–3.
Infila tre titoli nazionali consecutivi dal 1966 al 1968 e nel 1969 porta, per la prima volta nella storia, un club olandese (l’Ajax Amsterdam appunto) in una finale di Coppa dei Campioni. Al Santiago Bernabeu di Madrid, il 28 maggio 1969, contende il trofeo al Milan di Nereo Rocco, capitanata da Gianni Rivera. Tra le file dei biancorossi, Michels annovera uno sconosciuto ventenne attaccante di nome Johann Cruijff. Nonostante gli schemi innovativi la squadra è ancora immatura e poco equilibrata tra i reparti (specie la difesa) lasciando incautamente molti spazi ad una squadra smaliziata come il Milan che, con un Pierino Prati in stato di grazia, (autore di una tripletta) infligge una severa lezione di calcio aggiudicandosi la coppa con un sonante 4–1 finale.
Ma già allora alcuni esperti sostengono che l’Ajax Amsterdam potrebbe essere la squadra del futuro. Ed in effetti da lì a poco il club di Amsterdam vincerà consecutivamente tre Coppe dei Campioni dal 1971 al 1973. Michels è alla guida dell’Ajax Amsterdam nella prima finale del 1971, giocata a Wembley, dove vengono sconfitti i sorprendenti greci del Panathinaikos Atene con un classico 2–0, con rete in apertura di Van Dijk e un’autorete ellenica nei minuti finali.
Il 1974 è un anno importante per Michels, che raggiunge l'apice della notorietà e della fama guidando la Nazionale Olandese nel mondiale di Germania Ovest. La squadra olandese, ricca di grandi talenti e in virtù del suo gioco rivoluzionario domina in lungo ed in largo il torneo, imponendo un calcio assolutamente strabiliante fatto di pressing, fuorigioco, ma soprattutto di giocate sopraffini e spettacolari. Conquista perfino il favore e l'ammirazione di o’Rey, il grande Pelè, che la indica senza mezzi termini come la favorita numero uno per il titolo. Dopo avere vinto sconfitto nella prima fase del torneo Uruguay (2–0), Bulgaria (4–1) e pareggiato con la Svezia (0–0), gli Oranje si trovano nel girone di semifinale con Germania Est e le due sudamericane Argentina e il Brasile, detentore del titolo, ma orfano di Pelè.
Michels & soci fanno sfracelli: 6 reti complessive segnate e nessuna subita, 2–0 alla DDR, 4–0 all’Argentina e 2–0 al Brasile. Un trionfo che li porta dritti in finale contro la Germania Ovest padrona di casa. All’appuntamento decisivo del 7 luglio 1974 Michels sprizza ottimismo da tutti i lati per l’esito della gara. L’inizio di gara è esaltante e mette in luce tutto lo splendore del gioco totale inventato da questo allenatore. Dal fischio d’inizio dell’inglese Taylor, gli olandesi con 17 passaggi consecutivi senza che i tedeschi possano intercettare il pallone, arrivano in porta con Cruijff, che viene abbattuto da Holzenbein. È rigore! Neeskens trasforma e l’Olanda è avanti 1–0. A quel punto la storia ci dice che gli oranje sottovalutano gli avversari e non chiudono la gara e finiscono per soccombere per 2–1. La delusione è immensa, ma rimarrà comunque un gruppo di giocatori fantastici.
Sempre nel 1974 Michels sbarca in Spagna attirato dalle pesetas iberiche per andare ad allenare il Barcellona che da troppi anni non riesce a vincere il titolo, oppresso dallo strapotere calcistico ma anche politico del Real Madrid. Di lì a poco lo raggiungeranno i suoi due più affezionati giocatori. Johann Cruijff e Johann Neeskens. E finalmente arriva il titolo per il Barça nell’anno 1974. Le successive stagioni in Spagna non regalano troppe soddisfazioni a Michels, il quale nonostante la classe immensa di Cruijff, consegue soltanto una Coppa del Re nel 1978. Dopo una breve parentesi negli USA dove ancora il calcio è uno sport in fase embrionale, va in Germania ad allenare il Colonia, squadra di caratura assai modesta.
Sembra che Michels inizi la parabola discendente ma nel 1988 è di nuovo alla guida della Nazionale Olandese per la fase finale dell'Europeo in Germania. Ancora una volta Michels ha in mano un manipolo di grandi campioni guidati dal tris d'assi Van Basten, Gullit e Rijkaard che sta facendo grande il Milan di Arrigo Sacchi. Dopo una fase eliminatoria un pò tribolata, l'Olanda arriva alla semifinale contro i padroni di casa capitanati da Lothar Matthäus.
È la tanto agognata rivincita del 1974, che Michels e tutta l'Olanda aspetta da quasi 15 anni. E la vendetta si consuma. Marco Van Basten regala la finale a Michels con una rete in scivolata a 1' dal termine dei 90' regolamentari. In finale l'Olanda affronta l'URSS di Dasaev e Belanov. Dopo la rete iniziale di Gullit, Michels assiste dalla panchina ad una delle reti più belle mai realizzate su un campo di calcio. Marco Van Basten, da posizione impossibile, al volo scaglia un tiro imparabile di rara bellezza e precisione che manda in delirio l’Olympiastadion di Monaco di Baviera. Michels si mette le mani sulla testa quasi a dire "ma cosa ha combinato Van Basten!". Finalmente Michels e l'Olanda conquistano un titolo internazionale dopo le delusioni di due mondiali consecutivi (’74 e ’78) persi in finale contro le squadre padrone di casa.
Nel ’99 la FIFA lo elesse allenatore del secolo, mentre nell'aprile del 2002, l'UEFA ha premiato Michels con l'Ordine di Merito al XXVI Congresso Ordinario UEFA di Stoccolma.
"Il riconoscimento - spiega la UEFA - intende onorare le persone che hanno dedicato gran parte della propria vita al calcio, contribuendo alla sua crescita e alla sua storia". "Con la morte di Rinus Michels l'Olanda perde un grande uomo di sport, mentre per me se ne è andato il maestro che mi ha insegnato tutto sul calcio" ha detto l'ex stella della Nazionale Olandese Johann Cruijff.
Sembra che Michels inizi la parabola discendente ma nel 1988 è di nuovo alla guida della Nazionale Olandese per la fase finale dell'Europeo in Germania. Ancora una volta Michels ha in mano un manipolo di grandi campioni guidati dal tris d'assi Van Basten, Gullit e Rijkaard che sta facendo grande il Milan di Arrigo Sacchi. Dopo una fase eliminatoria un pò tribolata, l'Olanda arriva alla semifinale contro i padroni di casa capitanati da Lothar Matthäus.
È la tanto agognata rivincita del 1974, che Michels e tutta l'Olanda aspetta da quasi 15 anni. E la vendetta si consuma. Marco Van Basten regala la finale a Michels con una rete in scivolata a 1' dal termine dei 90' regolamentari. In finale l'Olanda affronta l'URSS di Dasaev e Belanov. Dopo la rete iniziale di Gullit, Michels assiste dalla panchina ad una delle reti più belle mai realizzate su un campo di calcio. Marco Van Basten, da posizione impossibile, al volo scaglia un tiro imparabile di rara bellezza e precisione che manda in delirio l’Olympiastadion di Monaco di Baviera. Michels si mette le mani sulla testa quasi a dire "ma cosa ha combinato Van Basten!". Finalmente Michels e l'Olanda conquistano un titolo internazionale dopo le delusioni di due mondiali consecutivi (’74 e ’78) persi in finale contro le squadre padrone di casa.
Nel ’99 la FIFA lo elesse allenatore del secolo, mentre nell'aprile del 2002, l'UEFA ha premiato Michels con l'Ordine di Merito al XXVI Congresso Ordinario UEFA di Stoccolma.
"Il riconoscimento - spiega la UEFA - intende onorare le persone che hanno dedicato gran parte della propria vita al calcio, contribuendo alla sua crescita e alla sua storia". "Con la morte di Rinus Michels l'Olanda perde un grande uomo di sport, mentre per me se ne è andato il maestro che mi ha insegnato tutto sul calcio" ha detto l'ex stella della Nazionale Olandese Johann Cruijff.
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