Addio all'Haarlem. Uno dei club più antichi d'Olanda è fallito

Venerdì scorso, l'Hfc Haarlem ha giocato la sua ultima partita nel calcio professionistico olandese. In trasferta, contro l'Excelsior, è stata inevitabile la sconfitta per tre reti a zero. Ma il pensiero degli appassionati della squadra non era rivolto al risultato di quella sera, bensì a quel che sarebbe successo il prossimo lunedì: l'antico club olandese, che ha avuto tra i suoi giocatori Ruud Gullit, Pim Mulier e Arthur Numan e Johnny Rep all'inizio di questa settimana è fallito. Nonostante le glorie passate, nell'ultimo periodo, i Roodbroeken stazionavano nella bassa Eerstedivisie, in attesa dell'intervento di nuovi investitori che li riproiettassero nel calcio che conta. Un debito di due milioni di Euro, il numero degli spettatori che diminuiva di giornata in giornata e la sopracitata assenza di un serio investimento sono stati i chiari sintomi dell'inizio della fine.

Fondato il primo ottobre 1889, l'Haarlem football club è ora solo un nome. I primi a rendersene conto sono stati i fans, che lunedi mattina si sono recati allo stadio per raccogliere dei souvenir del passato glorioso della squadra. Reminiscenze degli antichi successi, perchè non va dimenticato che l'Hfc Haarlem è stata la prima squadra a vincere il titolo in Olanda dopo la grande guerra.
Per essere precisi, in 120 anni di vita l'Haarlem ha vinto due volte la Coppa d'Olanda, il campionato nel 1946 ed ha raggiunto una storica semifinale di Coppa Uefa nel 1982, che verrà ricordata sempre non tanto per il risultato (2-0 per i russi dello Spartak Mosca, quando si giocò al Luzhniki) ma per la tragedia accaduta: un clamoroso crollo nello stadio che causò oltre cento morti -la cifra non è mai stata accertata...si parla addirittura di 350 deceduti- tra i fan della squadra sovietica. Il 20 ottobre 1982, a pochi minuti dalla fine, i fan dello Spartak, a risultato acquisito, decisero di abbandonare lo stadio. L'unica uscita disponibile, al momento del secondo goal della squadra russa, segnato nei minuti di recupero, divenne teatro dell'inferno: alcuni tifosi cercarono di tornare indietro, sbattendo letteralmente con l'afflusso di persone che stavano uscendo. Il numero dei morti non è mai stato chiarito. Il giorno dopo, un insipido articolo di poche righe su un quotidiano moscovita era l'unica notizia disponibile.

Il momento di massima gloria dell'Haarlem, quindi, fu macchiato da una terribile tragedia.
Oggi, le fortune del club sembrano essersi dissolte. La bancarotta arriva in un momento di grande delicatezza per tantissime società sportive, in Olanda ed in Europa. La pressione è alta ed altri club, rischiano grosso. L'anno scorso è stata la volta dei belgi del Mouscron, oggi, in Inghilterra, tremano Manchester United, Manchester City e Liverpool. Numerosi club italiani e spagnoli affogano nei debiti, così come accade per i tedeschi dello Schalke 04. La salvezza, viene da lontano: Asia, Medio Oriente o Stati Uniti. I ricchi investitori, insieme al grande afflusso dei tifosi agli stadi, rappresentano l'ancora di salvezza di queste squadre.
Per l'Haarlem, però, le cose non sono andate prorio così. Nei giorni migliori, l'Haarlem Stadion vedeva i suoi quindicimila posti a sedere tutti occupati, ma negli ultimi anni è stato raro trovare più di mille spettatori ad assistere al tracollo dei Roodbroeken.
La cittadina dell'Olanda del Nord aveva anche sperato nella costruzione di un nuovo stadio che avrebbe dato nuova linfa all'Hfc Haarlem, ma il progetto è stato presto scartato in quanto la proprietà non aveva la solidità finanziaria per accollarsi una tale spesa. I (pochi) investitori attratti dalla dirigenza e dal curatore fallimentare Rocco Mulder, venuti a conoscenza della grave situazione debitoria in cui versava la squadra, hanno presto abbandonato ogni negoziazione, lasciando la fiamma dell'Haarlem affievolirsi giorno dopo giorno.

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