Hanno ucciso il Klassieker - Storia della rivalità tra le tifoserie dell'Ajax e del Feyenoord



"Klassieker vermoord" recitavano, in occasione di una sfida di campionato tra Feyenoord ed Ajax di alcuni anni fa, degli striscioni sugli spalti del De Kuip di Rotterdam.
"Hanno ucciso il klassieker". Chiara la delusione della Legioen, storica frangia del tifo più caldo di Rotterdam, cui è stato impedito di affrontare a viso aperto (almeno all'interno dello stadio) i supporters ajacidi dopo la decisione della KNVB, in accordo con i borgomastri delle città di Amsterdam e Rotterdam, di chiudere i settori ospiti di entrambi gli stadi in occasione degli incontri tra Ajax e Feyenoord, in seguito all'ultimo degli innumerevoli scontri tra le due tifoserie.

Anche negli anni in cui le due squadre non hanno offerto il meglio durante la stagione, il Klassieker è sempre stata "la partita" per antonomasia.
Lo stadio è pieno in ogni ordine di posto e tutto quello che riguarda le due squadre è costantemente sotto i riflettori dei media, pronti a catturare ogni immagine della partita e della sfida tra i tifosi, anche dopo il provvedimento risolutorio delle autorità. Dal 1921, anno della prima sfida tra Ajax e Feyenoord, sono state più di 150 le sfide tra le due squadre, cui quasi sempre sono corrisposti gli scontri tra le tifoserie.

Tra incendi di treni su cui viaggiavano i supporters rivali, lanci di qualsiasi oggetto fosse capitato sottomano nel tentativo di colpire l'avversario e innumerevoli feriti, il caso più grave è stato sicuramente quello del 1997, anno tristemente ricordato per quella che è stata rinominata "la battaglia di Beverwijk", in cui ha perso la vita un tifoso dell'Ajax, Carlo Picornie, pestato a morte dagli acerrimi rivali del Feyenoord.
L'episodio, rivendicato dalla RJK (Rotterdamse Jongeren Kern/Rotterdam Youth Squad), che non evita di citare ancora oggi il ragazzo ucciso nei suoi cori, non ha fatto che generare ulteriore violenza in quella che oggi è considerata una vera e propria guerra tra i due gruppi di tifoserie, il cui ultimo scontro più feroce risale al 2005.
Nei pressi dello stadio De Kuip, dove l'Ajax si era appena imposto sui padroni di casa, si è scatenato un vero e proprio inferno che ha coinvolto tifosi di entrambe le parti, polizia ed anche ignari passanti.
La follia ultrà non ha risparmiato neanche gli incontri tra Jong Ajax e Jong Feyenoord: nel 2004 Jorge Acuna, centrocampista del rotterdammers, è finito all'ospedale dopo essere stato aggredito dagli hooligan dell'Ajax, riportando numerose ferite alla testa, mentre a scongiurare il peggio per un giovanissimo Robin Van Persie, sono stati proprio i giocatori dell'Ajax.Dopo una lunga serie di pene blande e misure di sicurezza insufficienti, che avevano caratterizzato gli interventi per fronteggiare lo stillicidio continuo di atti di violenza dentro e fuori agli stadi, mai le autorità olandesi avevano reagito con tanta veemenza.
Se alla fine degli anni '80 (anni di bombe durante il Klassieker) si era addirittura proposto di sospendere il campionato per sei mesi, a metà degli anni '90, dopo l'omicidio di Picornie, le partite tra Ajax e Feyenoord si sono giocate in due casi a porte chiuse, in un silenzio surreale se si pensa al supporto dei tifosi durante le altre occasioni.

Ma la rivalità non riguarda solo le due squadre e le rispettive tifoserie. Il klassieker si trasforma in un vero e proprio faccia a faccia tra le due più grandi città del paese, estremamente differenti sotto tutti gli aspetti.
La gente di Rotterdam non vede di buon occhio chi viene da Amsterdam e la mancanza di rispetto è sicuramente reciproca. Difficilmente, infatti, sedendovi in un pub di Rotterdam a chiacchierare con gente del posto, sentirete negare che la gente di Amsterdam è arrogante o vi verrà raccontato dei pregi della capitale, considerata nient'altro che una parco giochi per turisti, utile solo a spendere il denaro prodotto dalle industrie di Rotterdam e del resto del paese.
Nel confronto tra le due città gioca un forte ruolo anche la questione dell'antisemitismo. Amsterdam ha una forte connotazione ebraica, dettata anche dalla storia della città, ma oggi la stella di David, che spesso appare sulle bandiere dei tifosi, viene mostrata più per un senso di appartenenza che per una vera discendenza con i semiti.
I supporters del Feyenoord di Rotterdam, città che, vale la pena ricordarlo, venne totalmente rasa al suolo durante l'invasione nazista, sono spesso vicini all'estrema destra e i loro atteggiamenti vengono collegati all'antisemitismo: i cori intonati durante il Klassieker che inneggiano alle camere a gas per i rivali "ebrei" e le varie bandiere israeliane bruciate sugli spalti non lasciano ben sperare.

La questione di identità calcistica è, insomma, sfociata in campi molto più seri.

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