I protagonisti del calcio olandese - Wim Van Hanegem, l'alter-ego di Cruyff


Negli anni ’60-’70 l’Ajax di Cruyff rivoluziona il modo di giocare a calcio. 3 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europee, 6 “scudetti”, 4 Coppe d’Olanda e una Coppa Intercontinentale è il favoloso bottino che i lancieri incamerano nella loro bacheca. A far capire che il calcio olandese era, in quegli anni, di un livello superiore a qualsiasi altro ha contribuito anche il Feyenoord targato Ernst Happel, burbero allenatore austriaco nonché ex centrocampista dal lancio illuminante.

Il simbolo di quel Feyenoord era Wim van Hanegem, alter ego di Cruyff, numero 10 dei Rotterdammers, centrocampista totale, dalla scorza dura e dal carattere tosto, da cui passavano tutte le azioni dei bianco-rossi di Rotterdam, capace di fare assist sublimi con il suo sinistro e dotato di una notevole “bomba” da fuori. In patria solo Van Basten e lo stesso Cruyff hanno più preferenze di lui in una statistica, stilata dal giornalista Chris Willhelmsen, dei migliori oranje di sempre. La sua poca fama al di fuori dei confini nazionali è data dal fatto che ha sempre militato in patria, se si esclude una parentesi nel campionato americano, la NASL, nel 1979 quando milita nei Chicago Sting (27 presenze e 6 gol).

Al Feyenoord arriva nel 1968, acquistato dallo Xerxes/Dhc, dopo che nell’annata precedente aveva segnato proprio ai Rotterdammes, mettendo fine all’imbattibilità stagionale della sua futura squadra. L’arrivo di van Hanegem (soprannominato “De Gromme”, il gobbo, per l’andatura data dalle gambe storte) coincide con il ciclo di vittorie che segneranno l’epoca d’oro della squadra, nonché l’ingresso nell’elite del calcio europeo a cui lui contribuisce in maniere essenziale; arrivano tre campionati (’68-’69, ’70-’71, ’73-’74), una Coppa d’Olanda (’68-’69), una Coppa dei Campioni (’69-’70), una Coppa UEFA (’73-’74) e una Coppa Intercontinentale (’70). Dopo aver vinto la Eredivisie e la Coppa d’Olanda nel ’68-’69, l’annata successiva è dedicata alla Coppa dei Campioni: dopo aver eliminato il Kr Reykjavik (12-2 (!) in Islanda e 4-0 in Olanda) il Feyenoord trova sulla sua strada il Milan di Nereo Rocco campione uscente. A San Siro i rossoneri prevalgono 1-0 con gol di Rivera, al De Kuip prima Jansen e poi van Hanegem di testa ribaltano il risultato dando un chiaro segnale della loro forza. Ai quarti sono i tedeschi dell’est del Vorwarts Berlino ad essere eliminati, anche qui con lo stesso punteggio del turno precedente: olandesi sconfitti in Germania per 1-0 e capaci di guadagnarsi la qualificazione con un 2-0 al ritorno. In semifinale è il Legia Varsavia l’avversario del Feyenoord: 0-0 in Polonia e 2-0 a Rotterdam. La finale oppone agli olandesi il Celtic di Jock Stein, già Campione d’Europa nel 1967 ai danni dell’Inter di Herrera.

Teatro della partita è lo stadio San Siro. Scozzesi in vantaggio con Tommy Gemmell ma la gioia dei binco-verdi dura poco meno di 2 minuti perché capitan Israel è lesto a correggere in gol un colpo di testa proprio di van Hanegem. Di lì in poi è il Feyenoord a fare la partita, giocando meglio del Celtic ma senza trovare il bandolo della matassa fino al minuto 117 quando, su lancio ancora di van Hanegem, Ove Kindvall supera con un pallonetto il portiere scozzese, regalando agli olandesi la sua prima Coppa dei Campioni. A fine gara, Stein, quasi a rimarcare l’importanza di Van Hanegem nel gioco del Feyenoord, dirà che gli assist del numero 10 olandese non sono stati meno importanti dei gol di Israel e Kindvall. Dopo la Coppa dei Campioni, il Feyenoord si aggiudica l’Intercontinentale con l’Estudiantes: in Sudamerica finisce 2-2, dopo una rimonta partita dal 2-0 dei padroni di casa. I bianco-rossi acciuffano il pareggio con Kindvall e van Hanegem mentre al ritorno sarà un gol di Van Daele a decidere la gara. Nello stesso anno il Feyenoord vince anche il campionato, a detta di molti il più bello e avvincente di sempre in Olanda. La partenza a razzo della squadra di Happel è data anche dal fatto che, al primo turno della Coppa de Campioni, viene clamorosamente eliminata dai rumeni dell’UT Arat dopo un doppio pareggio (1-1 in Olanda e 0-0 in Romania). L’Ajax di Cruyff riesce a recuperare lo svantaggio e si arriva alla penultima giornata con le due squadre che si devono affrontare ad Amsterdam. Dopo il gol lampo di Piet Keizer nel primo tempo, il Feyenoord nella ripresa dilaga con 3 assit del solito van Hanegem che mette 2 volte Dick Schneider e una volta Ove Kindvall in condizioni di andare a rete: 3-1 e campionato praticamente finito!




Dopo tre anni il Feyenoord, nel frattempo passato sotto la guida di Wiel Coerver, tornerà vincente il Europa alzando la Coppa UEFA battendo il Tottenham Hotspur in una finale caratterizzata dagli scontri tra i tifosi, cosa abbastanza rara allora. I Rotterdammers eliminano gli svedesi dell’Osters IF (3-1 e 2-1), i polacchi del Gwardia Varsavia (3-1 e 0-1), i belgi dello Standard Liegi (1-3 e 2-0), ancora polacchi, stavolta il Ruch Chorzow (1-1 e 1-3 dopo i supplementari) e lo Stoccarda (2-1 e 2-2) prima di battere il Tottenham nella finale già citata. All’andata, a White Hart Lane, finisce 2-2 con van Hanegem che segna la magnifica punizione del momentaneo 1-1, e al ritorno è un 2-0, firmato Rijsbergen e Ressel, a regalare al Feyenoord la coppa. Treytel, Israel, Jansen e van Hanegem sono i superstiti della finale contro il Celtic del 1970, ma tra questi è Wim l’idolo dei tifosi, proprio perchè sempre disponibile per un autografo o una chiacchierata nonostante la sua fama sia quella di personaggio chiuso. Dice proprio van Hanegem “I soldi che guadagno li devo ai tifosi e loro hanno diritto di chiedere un autografo o una stretta di mano”.

Nel 1976 lascia il Feyenoord per accasarsi all’AZ Alkmaar, con il quale vince una Coppa d’Olanda nel 1978 battendo in finale l’Ajax per 1-0, poi emigra per un anno negli Stati Uniti senza trovare fortuna. Torna in patria all’Utrecht e vi rimane per 2 anni, prima del suo definitivo ritorno al Feyenoord, dove fa da chioccia ai vari Mario Been, Peter Houtman e, soprattutto, Ruud Gullit. Chiude la carriera da giocatore il 4 giugno 1983 con una partita di beneficenza tra Feyenoord e la nazionale del 1974.


Inizia così la carriera di allenatore che lo porta sulle panchine di Holland Utrecht (dilettanti), Feyenoord (un campionato e 2 Coppe d’Olanda), Al Hilal (una Coppa dell’Arabia Saudita), AZ Alkmaar (porta il club in Eredivisie), Sparta Rotterdam e Utrecht.
E’ tutt’ora uno dei più apprezzati commentatori olandesi con commenti mai banali.

Nel 1978 rinuncia ai Mondiali argentini, qualcuno sostiene che avrebbe rifiutato la convocazione per via della mancanza di sicurezza del posto da titolare ma, essendo l’allenatore dell’Olanda Ernst Happel, appare difficile questa tesi. Più facile invece che il motivo della sua rinuncia derivò dal fatto che alcuni compagni non volessero dividere i soldi degli sponsor e dei premi partita come invece era accaduto nel 1974.

E’ stato un grande numero 10, un giocatore che avrebbe meritato di più a livello di riconoscimenti nell’ambito europeo.

Mattia De Cristofaro

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