Mai nessuna stagione aveva riaperto i battenti in modo più conservativo visto che, sul mercato, acquisti e cessioni di rilievo, non ce ne erano stati. Le uniche eccezioni erano state le cessioni di Aaron Winter e John van’t Schip passati, rispettivamente, dall’Ajax Amsterdam alla Lazio ed al Genoa. Le tre grandi del calcio olandese si presentavano ai nastri di partenza con la rosa rimasta praticamente immutata rispetto alla stagione passata. Per la seconda volta, in pochi anni, l’Ajax Amsterdam non aveva operato alcun acquisto se si eccettuava quello di Marc Overmars, ala sinistra prelevata dal Willem II Tilburg; nel contempo i biancorossi avevano ceduto due pedine ritenute essenziali dall’allenatore: Aaron Winter e John van’t Schip. Le ragioni di questa politica, a prima vista suicida, non erano dipese solo dalla cronica crisi di mezzi finanziari, ma anche da una oculata scelta dell’allenatore Louis van Gaal che, con la benedizione del presidente van Praag, aveva deciso di puntare tutto sul vivaio. Una scelta che peraltro rompeva totalmente con la tradizione imposta dal precedente allenatore, l’ex consigliere tecnico del Real Madrid, Leo Beenhakker, e che voleva sottolineare la tradizione più genuina della squadra di Amsterdam: la valorizzazione del vivaio. Largo ai giovani e ai ragazzini, quindi: non era un caso che Louis van Gaal spendesse almeno la metà del suo tempo per seguire i ragazzini delle varie giovanili dell’Ajax Amsterdam: un vecchio pallino del quarantenne allenatore che, nel corso della passata stagione si era affrettato, tanto per tenere fede a questo suo credo giovanile, a silurare l’unico veterano della squadra, Jan Wouters, andato a cercare fortuna e soldi nel Bayern München.
Tra i due, comunque, non era mai corso buon sangue, anche perché Louis van Gaal non aveva mai nascosto la sua preferenza per Wim Jonk, che giocava nello stesso ruolo di Jan Wouters, ma in modo per così dire opposto: quadrato e roccioso il secondo, fantasioso e spumeggiante il primo. Per questa stagione il nemico pubblico numero uno dell’Ajax Amsterdam sarebbe dovuta essere, senza dubbio, la sindrome da successo: “Sarà difficile per noi, dopo il trionfo in Coppa UEFA” aveva detto l’allenatore dell’Ajax Amsterdam, Louis van Gaal, “evitare di poltrire sugli allori, visto che tutti si aspettano come minimo che bissiamo il successo in Coppa UEFA, oltre, beninteso, che vinciamo lo scudetto”. Già, lo scudetto: perché malgrado la pioggia di elogi piovuta sulla squadra nell’ultimo scorcio della passata stagione, non ci si doveva scordare che negli ultimi sette anni della sua storia l’Ajax Amsterdam aveva raccolto solo uno scudetto nel 1990. Un po’ poco per la squadra che costituiva la bandiera del calcio olandese, senza poi dimenticare che l’ultima volta in cui i biancorossi vinsero
La ricerca di una motivazione sul mercato nazionale costituiva uno dei problemi principali anche per il PSV Eindhoven che, quest’anno, doveva far fronte a parecchie incognite: prima tra tutte un nuovo allenatore, Hans Westerhof (proveniente dal FC Groningen) che aveva una visione calcistica del tutto opposta a quella del licenziato Bobby Robson: una maggiore attenzione al fattore tattico che non a quello puramente atletico. C’erano poi vecchi attriti tra i giocatori che non si erano del tutto sopiti. Romario non aveva nascosto, negli ultimi tempi, la sua insoddisfazione per dover giocare in un campionato poco eccitante come quello olandese: avrebbe preferito partire per l’Italia o per la Spagna o più semplicemente tornarsene in Brasile per vivere di rendita (la pigrizia del brasiliano era ormai leggendaria, e non solo in Olanda!). Inoltre la partenza di Eric Gerets, che aveva chiuso come calciatore ed era andato ad allenare il Liégé, poneva inquietanti interrogativi sulla solidità della difesa dei campioni d’Olanda, che l’anno scorso avevano incassato 24 reti (ma aveva fatto meglio il Feyenoord Rotterdam con 19). L’unica voce positiva era costituita dal fatto che la più volte annunciata partenza di Gerald Vanenburg verso l’Italia si era, per l’ennesima volta, sgonfiata: il capitano della squadra, con un pizzico di delusione, aveva annunciato che sarebbe restato ad Eindhoven per il resto dei suoi giorni (visto che aveva firmato un contratto a vita…). Era poi arrivato dal FC Twente Enschede il promettente regista Arthur Numan, uno dei giovani emergenti del calcio olandese, punto di forza della Selezione Olimpica e prossimo ad entrare nella Nazionale maggiore. Se qualche sorpresa doveva esserci, questa non sarebbe potuta che venire dal Feyenoord Rotterdam, squadra rivelazione della scorsa stagione: Coppa d’Olanda, semifinale di Coppa delle Coppe ed un campionato perso nelle ultimissime giornate. La squadra di Rotterdam aveva approfittato della “svendita” operata dal presidente del SVV Dordrecht, acquistando a prezzo stracciato ben cinque giocatori di colore dalla squadra vicina di casa (Dordrecht è a una ventina di chilometri da Rotterdam). Ma anche in questo caso l’ossatura della squadra sarebbe restata la stessa, visto che la tanto temuta partenza dei due fuoriclasse della squadra, Gaston Taument e Reginald Blinker, verso qualche squadra estera non aveva avuto luogo.
Le prime due giornate mettevano in evidenza due aspetti: il primo era la straordinaria partenza del Feyenoord Rotterdam che, con nove gol realizzati e uno subìto, comandava la classifica insieme all’Ajax Amsterdam. Il secondo era la furiosa reazione della Federazione Olandese, la KNVB , alla decisione del sindaco di Waalwijk di vietare la disputa dell’incontro tra RKC Waalwijk e PSV Eindhoven per motivi di ordine pubblico. La notizia più clamorosa però arrivava la settimana successiva da Rotterdam: Zé Rodrigues, giocatore capoverdiano dello Sparta Rotterdam, veniva bloccato dalla Federazione non possedendo il permesso di lavoro. La domenica seguente il giocatore scendeva in campo in quanto trovava una giovane disposta a sposarlo permettendo di regolarizzare la sua posizione. Tornando al calcio giocato il PSV Eindhoven andava a sbancare il de Meer grazie ad un gol di Arthur Numan che riportava in vantaggio i suoi dopo che Dennis Bergkamp aveva pareggiato la rete iniziale di Wim Kjeft. Proprio il PSV Eindhoven cominciava a prendere il largo: cinque vittorie su cinque, col Feyenoord Rotterdam che infilava il secondo pareggio consecutivo (2–2 nel derby con lo Sparta Rotterdam facendosi rimontare in sei minuti) e si trovava così a –1 in classifica con una gara giocata in più dei campioni. A questo punto della stagione il calendario proponeva un interessantissimo PSV Eindhoven–Feyenoord Rotterdam: Romario apriva le danze al 28’ ed un rigore al 90’ di Kiprich ristabiliva la parità. Un pareggio che tutto sommato evitava che la squadra di Eindhoven “uccidesse” in anticipo la Eredivisie. Gli uomini di Westerhof ingranavano la quarta e con otto vittorie su dieci partite allungavano sul Feyenoord Rotterdam. Si arrivava al dodicesimo turno e per la prima volta in questa stagione il PSV Eindhoven veniva sconfitto per 2–0 dal FC Utrecht: Smolarek al 25’ e Bijl al 60’ fissavano il punteggio. Che fosse l’anno buono per l’undici di Eindhoven lo dimostrava la sconfitta interna del Feyenoord Rotterdam ad opera di uno strepitoso Ajax Amsterdam: 3–0 firmato da Davids al 61’ , Pettersson al 71’ ed Overmars al 78’ . Per l’undici di Rotterdam arrivava anche la brutta notizia della morte di Ernst Happel, tecnico austriaco di fama mondiale, che ben aveva fatto col Feyenoord Rotterdam negli anni settanta. La crisi dei ragazzi di Wim van Hanegem continuava tanto che si facevano sorprendere dal MVV Maastricht che, con un rocambolesco 3–4, portava via l’intera posta in palio dal de Kuip: a questo punto il PSV Eindhoven aveva ben 6 punti di vantaggio su un quartetto formato da Ajax Amsterdam, FC Utrecht, MVV Maastricht e Feyenoord Rotterdam. Il girone di andata si chiudeva con il PSV Eindhoven sconfitto sul campo del FC Volendam per 3–1, mentre il Feyenoord Rotterdam, infilando due vittorie consecutive, si portava a –1 nonostante una gara giocata in più. A questo punto l’undici di Rotterdam sembrava la squadra più accreditata a lottare per il titolo insieme al PSV Eindhoven.
La crisi degli uomini di Westerhof si acuiva alla diciannovesima giornata quando, sul campo amico, venivano spazzati via dal RKC Waalwijk per 3–0. Steppel al 33’ , Hoekstra al 62’ e van Hoogdalem al 72’ affossavano i campioni in carica che venivano superati in classifica dal Feyenoord Rotterdam. La squadra di van Hanegem, grazie ad una autorete, riusciva ad espugnare il campo del Fortuna Sittard. Attenzione però all’Ajax Amsterdam che, con 2 vittorie consecutive (6–0 al Go Ahead Eagles Deventer e 4–0 al Fortuna Sittard nel recupero), si portava a 3 lunghezze dal Feyenoord Rotterdam. In casa Ajax Amsterdam a fare notizia era la futura cessione di Dennis Bergkamp all’Inter. Il cannoniere dell’Ajax Amsterdam sarebbe stato rimpiazzato da Ronald de Boer, attaccante del sorprendente FC Twente Enschede e fratello gemello di Frank che giocava proprio nei biancorossi. L’Ajax Amsterdam, nel frattempo, rifilava un tennistico 6–0 allo Sparta Rotterdam firmato da Dennis Bergkamp (32’ e 38’ ), Marciano Vink (45’ e 70’ ) e dai gemelli Frank e Ronald de Boer. Su un totale di 306 partite di campionato olandese, quelle “vere” sono al massimo sei. Ovvero, gli scontri diretti tra le “tre” grandi Ajax Amsterdam, Feyenoord Rotterdam e PSV Eindhoven. Questa volta si giocava il big-match tra i lancieri ed i campioni in carica al Philips Stadion. Ebbene, se tutte e sei le partite fossero come questa, basterebbero per giustificare l’esistenza in vita del torneo. Novanta minuti straordinari per intensità ed emozioni, con tre bellissimi gol e la ciliegina di un rigore parato. Il migliore in campo era Edward Linskens, autore di due reti, capace di togliere le castagne dal fuoco al PSV Eindhoven in un pomeriggio di scarsa vena da parte di Romario. Due gol (limpido colpo di testa su cross da sinistra di Wim Kieft e morbido pallonetto a saltare il portiere su servizio di Gerald Vanenburg) ed un rigore procurato ed orribilmente sciupato da Romario. Si arrivava così alla supersfida del de Kuip tra Feyenoord Rotterdam e PSV Eindhoven: 1–1 con gli ospiti che andavano in vantaggio con Romario al 10’ e pareggio dei padroni di casa con Gorre al 90’ . A questo punto la classifica diceva: PSV Eindhoven e Feyenoord Rotterdam 36, Ajax Amsterdam 34 e FC Twente Enschede 32. In campionato però il Feyenoord Rotterdam infilava la quinta vittoria consecutiva e volava a +3 sul PSV Eindhoven, mentre in Coppa d’Olanda veniva travolto per 5–0 dall’Ajax Amsterdam.
Alla trentesima giornata il tifo violento faceva ripiombare l’Olanda nel terrore: per la prima volta la polizia evacuava uno stadio in seguito ad una telefonata anonima che annunciava la presenza di una bomba: tutto ciò accadeva nell’intervallo di Dordrecht ’90–PSV Eindhoven, quando il PSV Eindhoven era in vantaggio per 1–0. Nel frattempo l’Ajax Amsterdam perdeva a Tilburg con il Willem II e il Feyenoord Rotterdam ne approfittava per tornare in testa alla classifica. Dopo che la gara era stata rinviata a causa della presenza di un…luna park nel piazzale antistante lo stadio di Amsterdam, Ajax Amsterdam e Feyenoord Rotterdam recuperavano l’incontro della nona giornata di ritorno ed i primi rilanciavano la propria candidatura per il successo finale con una strabiliante partita: 5–2 con doppietta di Wim Jonk e acuti di Marciano Vink, Ronald de Boer e Stefan Pettersson, mentre Blinker e Obiku rendevano meno amara la sconfitta per il Feyenoord Rotterdam. Il PSV Eindhoven nel recupero col Roda JC Kerkrade perdeva per 2–0 e con lo stesso risultato l’Ajax Amsterdam si faceva sorprendere dal FC Twente Enschede. Ringraziava il Feyenoord Rotterdam che conquistava un punto prezioso ad Arnhem e si portava a +2 sul PSV Eindhoven a tre turni dalla fine. L’Ajax Amsterdam si consolava con la Coppa d’Olanda rifilando al sorprendente SC Heerenveen sei gol: 6–2 il risultato finale al de Kuip e tredicesima coppa nazionale in bacheca. Il Feyenoord Rotterdam invece conquistava il suo tredicesimo titolo a nove anni di distanza dal precedente. 2–0 nel recupero con il MVV Maastricht e vittoria in trasferta sul campo del FC Groningen per 5–0 con i gol di Kiprich, Blinker, Scholten e doppietta di Taument. Feyenoord Rotterdam campione dei poveri o ritorno alla grandeur di un passato che era ormai storia e leggenda? Se diamo un’occhiata all’albo d’oro vediamo che il Feyenoord Rotterdam aveva conquistato il titolo solo due volte negli ultimi diciassette anni. Chiuso nel ’74 il ciclo d’oro, a Rotterdam avevano dovuto fare anticamera per dieci anni: solo nell’84, più per la fantasia trascinatrice di Johan Cruijff e di Ruud Gullit che non per meriti della panchina (allora il Feyenoord Rotterdam era guidato da Thijs Libregts) i biancorossi erano riusciti a spezzare l’egemonia di Ajax Amsterdam e PSV Eindhoven. Nel ’91 il Feyenoord Rotterdam riusciva ad uscire dalla mediocrità conquistando la Coppa d’Olanda. Ma era l’anno successivo che la squadra di Rotterdam si rimboccava le maniche: grazie a Wim Jansen, giunto quasi per caso a sostituire Hans Dorjee, colpito da infarto, la squadra si trasformava. Nel ’92 bis in Coppa d’Olanda, ma era a questo punto che Wim Jansen ebbe un colpo di genio: capì che sul campo la squadra aveva bisogno di una figura carismatica. Fu lui stesso a scegliere Wim van Hanegem come allenatore, cogliendo di sorpresa i tifosi e gli osservatori per almeno due motivi. Il primo era una quasi totale mancanza di esperienza. È vero, dall’86 al ’91 Van Hanegem si era fatto le ossa come vice-allenatore presso Feyenoord Rotterdam, FC Utrecht e FC Wageningen, ma oltre a non avere vinto nulla era rimasto sempre nell’ombra. Inoltre, non aveva il patentino da allenatore. I punti di forza della squadra erano tutti giocatori atleticamente temibili ed aggressivi, ma tecnicamente lontani mille miglia sia da Amsterdam che da Eindhoven. Johan de Wolf, biondo pilastro della difesa, era noto per la sistematicità con la quale demoliva gli avversari. A centrocampo torreggiava Metgod il quale non per nulla aveva militato per diversi anni nel campionato inglese. Nel settore offensivo mancava un vero regista; sulle fasce la squadra si affidava alla velocità di Blinker e Taument mentre a centro area l’arma vincente era spesso costruita sulla furbizia dell’ungherese Jozef Kiprich. Fu stato proprio Kiprich, del resto, a regalare al Feyenoord Rotterdam quel tocco in più che aveva consentito nelle ultime due giornate di beffare il PSV Eindhoven. Dopo il fischio di chiusura Wim van Hanegem si era provocatoriamente chiuso negli spogliatoi, mentre i giocatori venivano portati in trionfo dai tifosi. Era senza dubbio lui il volto del nuovo Feyenoord Rotterdam, una squadra di antieroi e antivedette che giocava un calcio aggressivo, in fondo prevedibile, ma estremamente efficace.
Pos
|
Classifica
|
P
|
G
|
V
|
N
|
P
|
GF
|
GS
|
1
|
Feyenoord Rotterdam
|
53
|
34
|
22
|
9
|
3
|
82
|
32
|
2
|
PSV
|
51
|
34
|
22
|
7
|
5
|
81
|
34
|
3
|
Ajax Amsterdam
|
49
|
34
|
20
|
9
|
5
|
87
|
30
|
4
|
Vitesse Arnhem
|
46
|
34
|
16
|
14
|
4
|
58
|
29
|
5
|
FC Twente Enschede
|
42
|
34
|
17
|
8
|
9
|
64
|
39
|
6
|
FC Volendam
|
37
|
34
|
12
|
13
|
9
|
51
|
34
|
7
|
MVV Maastricht
|
37
|
34
|
15
|
7
|
12
|
49
|
47
|
8
|
FC Utrecht
|
35
|
34
|
12
|
11
|
11
|
44
|
40
|
9
|
RKC Waalwijk
|
33
|
34
|
12
|
9
|
13
|
49
|
57
|
10
|
Willem II Tilburg
|
32
|
34
|
12
|
8
|
14
|
41
|
38
|
11
|
Roda JC Kerkrade
|
29
|
34
|
11
|
7
|
16
|
51
|
59
|
12
|
FC Groningen
|
29
|
34
|
9
|
11
|
14
|
31
|
49
|
13
|
Sparta Rotterdam
|
27
|
34
|
8
|
11
|
15
|
36
|
65
|
14
|
Cambuur Leeuwarden
|
25
|
34
|
6
|
13
|
15
|
39
|
58
|
15
|
Go Ahead Eagles
|
25
|
34
|
8
|
9
|
17
|
36
|
64
|
16
|
Fortuna Sittard
|
21
|
34
|
7
|
7
|
20
|
34
|
76
|
17
|
FC Den Bosch
|
21
|
34
|
6
|
9
|
19
|
35
|
79
|
18
|
Dordrecht ’90
|
20
|
34
|
5
|
10
|
19
|
30
|
68
|
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