L'Ajax è campione d'Olanda per la trentesima volta nella sua storia

Al terzo minuto del secondo tempo, subito dopo il goal di Theo Janssen che accorciava le distanze, l'incubo di una nuova sconfitta in rimonta, come quella della settimana precedente nella finale di Coppa d'Olanda, ha per un attimo turbato i pensieri di Frank de Boer. Dopo una lunga rincorsa, durata quasi tutto il campionato, l'Ajax era vicino come non mai alla conquista del titolo di campione d'Olanda, il trentesimo nella lunga storia della squadra, e l'agonismo e la (forse) maggiore tecnica degli avversari non avrebbe prevalso. Il secondo goal di Siem de Jong è una liberazione per De Boer ed il suo staff, ma lo è anche per tutto il popolo di tifosi dell'Ajax che aspettava questo giorno da sette lunghi anni. Sul 3-1, la gremita Arena di Amsterdam poteva finalmente festeggiare, dimenticando tutti i problemi societari della squadra che hanno dato vita ad una annata turbolenta sotto tutti i punti di vista.
La partita, inizialmente equilibrata, con il passare dei minuti, passa nelle mani dell'Ajax. I biancorossi, al fischio d'inizio, accusano un pò la tensione: sono soprattutto i giovani Boilesen ed Ebecilio a sembrare frastornati e schiacciati dalla pressione dell'importanza della partita. Non è un caso, allora, che a sfiorare per primo la rete sia stato il Twente, che arriva vicinissimo al vantaggio con Bryan Ruiz, il cui tiro dalla distanza viene deviato fuori da Vermeer con un leggerissimo tocco.
Il finale-thrilling di questa Eredivisie ha come protagonista assoluto Siem de Jong, ventiduenne numero 10 ajacide, talentuoso ma discontinuo, che nella sfida diretta con il fratello Luuk, attaccante del Twente, è trionfatore assoluto. Il sinistro con cui batte Mihaylov nel primo tempo, aprendo le marcature, è micidiale, e la freddezza con cui supera Douglas ed insacca su perfetto assist di Eriksen, al minuto 77', è impressionante. Nel mezzo, il rapidissimo uno-due ad inizio secondo tempo, quando Landzaat devia nella sua porta un cross di un devastante Van der Wiel e, solo un minuto dopo, Theo Janssen, sempre e comunque protagonista della partita (pur senza brillare), finalizza una velocissima azione con un sinistro a giro imprendibile per Vermeer.
"Abbiamo lottato per vincere il titolo ed è fantastico vedere che la nostra filosofia di gioco ha già portato grandi risultati" ha dichiarato Frank De Boer a Voetbal International. "E' stata una partita dura, ma abbiamo meritato la vittoria. Li abbiamo schiacciati e non gli abbiamo permesso di fare il loro gioco", ha continuato l'allenatore, in carica da metà stagione dopo l'addio di Martin Jol.
Effettivamente l'Ajax ha quasi del tutto offuscato le stelle di Janssen e Ruiz, uomini simbolo dei Tukkers. Il costaricano, probabile partente in estate, si è reso molto pericoloso ad inizio partita ma poi, costretto ad indietreggiare fino al centrocampo in più di un occasione dai mastini Vertonghen ed Alderweireld, non ha più inciso. Diverso il discorso che riguarda Theo Janssen, capitano della squadra ospite. Per lui, protagonista di una annata straordinaria, l'emotività è stata forse l'avversaria numero uno. Il suo nervosismo ha prevalso sulla lucidità e non gli ha permesso di guidare il Twente nella gara più importante dell'anno. Così, al fischio finale, mentre tutto lo stadio festeggia, Janssen si fa sfuggire un enigmatico "Abbiamo perso una grande occasione per bissare il titolo. Ora non so se io ne avrò un altra" che lascia presagire una partenza. Scoop di mercato o sono solo le emozioni a parlare?



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