Europa League - Impresa dell'AZ, che perde al Friuli ma si qualifica ai quarti

Prova di grande maturità per l’ AZ, che nonostante la rosa giovane ha dimostrato esperienza da “grande squadra”, gestendo nel migliore dei modi una situazione che ad inizio gara era davvero disperata.
Guidolin crede nella rimonta e, dopo l'undici con cui l'Udinese si è presentata ad Alkmaar, questa volta schiera una formazione nettamente più offensiva: nel 3-5-2 con due attaccanti puri, al rientrante Di Natale viene affiancato Antonio Floro Flores. Verbeek sceglie invece il solito 4-3-3: al centro dell’attacco gioca Altidore nonostante il recupero di Boymans. L’allenatore dell’AZ, però, deve fare i conti con la pesante assenza a centrocampo di Martens, sostituito da Falkenburg.
L'avvio della partita dell'AZ è da incubo: dopo soli 50 secondi Viergever stende Floro Flores lanciato a rete. Il fallo sull'attaccante napoletano è avvenuto dentro l’area di rigore, quindi l’arbitro non può fare altro che espellere il difensore centrale e concedere la massima punizione ai friulani. Sul dischetto si presenta Di Natale, come al solito impeccabile dagli undici metri. Sotto di un goal e con un uomo in meno, con tutta la partita davanti, Verbeek corre ai ripari, inserendo l'estone Klavan, un difensore, al posto di Beerens, un esterno offensivo. Il modulo dell'AZ, ora, diventa un 4-3-2 con Altidore in posizione centrale e Holman a svariare su tutto il fronte d'attacco per dar man forte all’ americano nelle sortite offensive. Contemporaneamente Guidolin è costretto a sostituire per infortunio Benatia, al posto del quale entra Pasquale, trasformando il proprio modulo in un classico 4-4-2.
Sulle ali dell’entusiasmo per l’inizio di gara da sogno, l'Udinese trova facilmente il raddoppio grazie ad una grande azione corale: Pazienza pesca in area il neo entrato Pasquale, che al volo serve un assist perfetto sul secondo palo per Di Natale, il quale non si fa pregare e da due passi spinge la palla in rete. Per l’AZ non poteva esserci un inizio peggiore, visto che in soli 15 minuti l'Udinese ha ristabilito la parità nel computo totale dei risultati tra andata e ritorno. L'espulsione di Viergever, inoltre, costringe l'AZ a chiudersi, subendo il forcing dei padroni di casa. Svanito d'un colpo, quindi, il 2-0 guadagnato una settimana prima all’AFAS Stadion. Ma ottenuto il 2-0 i padroni di casa, pur mantenendo il pallino del gioco, allentano la pressione, credendo forse di non correre rischi di fronte ad avversar sotto choc e, fino a quel momento, incapace di reagire. Guai però a rilassarsi nelle competizione europee! Gli uomini di Verbeek approfittano della situazione e si riorganizzano, iniziando anche a farsi vedere dalle parti di Handanovic. Alla mezzora arriva il gol dell'AZ che cambia completamente volto alla partita: sovrapposizione sulla sinistra di  Poulsen, che viene servito da Holman in area di rigore. Il terzino danese mette in mezzo dove c’è Falkenburg, lesto prima a liberarsi di Elkstrand e poi a scaricare la palla sotto l’incrocio dei pali, lasciando Handanovic di sasso. L’ Udinese psicologicamente accusa il colpo, e l’AZ chiude il primo tempo senza andare in affanno.
Nella ripresa i bianconeri partono fortissimi, assediando subito l’area avversaria. I primi 10 minuti sono un incubo per l’AZ, che non esce dalla propria metà campo. Non riuscendo a sfondare, i friulani però cominciano a scoraggiarsi, e con il passare dei minuti sono gli ospiti ad acquistare sempre maggiore sicurezza. Quando l’AZ recupera palla non la getta mai via, la gioca sempre, e coprendo tutti gli spazi riesce a sopperire nel migliore dei modi all’inferiorità numerica, che in certi frangenti nemmeno si nota!
In questo momento il gioco di Altidore diventa importantissimo: il nazionale americano, sfruttando il fisico, attira su di se la difesa avversaria, aprendo continuamente varchi per i compagni. Esempio palese si ha al 63’, quando Altidore difende spalle alla porta un pallone, serve l'accorrente Holman il quale si incunea nell’area di rigore, costringendo Domizzi ad intervenire fallosamente. Il direttore di gara, per la seconda volta nella partita,  fischia giustamente un calcio di rigore. Sul dischetto si presenta come di consueto Elm, specialista nei calci piazzati. Lo svedese, però, spara incredibilmente alto, nel mix di incredulità e gioia del pubblico di casa, che torna a credere alla qualificazione. Neanche questo episodio positivo, però, riesce a dare la scossa ai bianconeri. Di fronte alla calma olimpica ed alla freddezza con cui gli uomini in divisa rossa gestiscono il possesso palla, i giocatori dell'Udinese si innervosiscono e perdono lucidità, decidendo di affidarsi principalmente ai lanci lunghi dalle retrovie, che vengono letti con estrema facilità da Moisander e compagni. Al 70’  è un doppio intervento miracoloso di Handanovic a tenere aperta la qualificazione: l'estremo difensore sloveno prima respinge con i piedi una conclusione da distanza ravvicinata di Altidore, poi è ancora più strepitoso quando con un colpo di reni para anche il tentativo di Maher di ribattere in gol. L’Udinese chiude comunque in avanti, ma come detto in precedenza si affida ai lanci lunghi che risultano sempre imprecisi. L'unico uomo che sembra in grado di cambiare passo e offrire soluzioni differenti è il neo entrato Fabbrini, autore di un paio di punti interessanti. Ma ormai è troppo tardi per gli uomini di Guidolin: l’AZ resiste alle ultime sfuriate e porta a casa la meritata qualificazione ai quarti di finale dell'Europa League. Nel prossimo turno, gli uomini di Verbeek sfideranno il Valencia.
Dopo una fase a gironi non proprio entusiasmante era difficile prevedere che fosse l’AZ  l’unica squadra olandese ancora in Europa. L'attuale capolista dell'Eredivisie, però, ha dimostrato di saper gestire le situazioni più difficili, anche quando, di fronte, si è trovata squadre di un livello, sulla carta, più alto. La prova di maturità data al Friuli deve essere di insegnamento a tutti.

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