Dopo la partenza di Luis van Gaal, artefice dei successi che posero l'Ajax sul tetto del mondo, la squadra di Amsterdam è
sprofondata nell’ anonimato senza più riuscire a tornare ad alti livelli. Dal 1997, all’Amsterdam Arena sono passati sette direttori generali, sei
responsabili del settore giovanile, e ben dodici allenatori, ma nessuno è
riuscito a migliorare la situazione. Quindi impossibile non dare ragione a Johan Cruijff quando dichiara
“il modello vecchio ha fallito, va cambiata la struttura societaria”.
Improvvisamente i tifosi dell’ Ajax vedono la luce,
perché il progetto presentato recentemente dal leggendario numero 14 convince tutti. Tanto
da schierarsi all’unanimità contro Louis van Gaal, la cui nomina nel ruolo di
direttore generale avrebbe mandato a monte tutto. Eppure van Gaal è
nel cuore di ogni Ajacide proprio come Cruijff. Allora cosa ha spinto il popolo
biancorosso a schierarsi contro l’ uomo capace di regalargli l’ultima grande
gioia, portando i lancieri a vincere la Champions nel 1995? Proviamo a spiegare
i punti principali della nuova società organizzata secondo l’ dea di Cruijff.
Dunque nessuno
che si occupa del lato economico deve occuparsi delle questioni tecniche, caso
più unico che raro nel calcio. La società, secondo l'idea di Cruijff, va divisa in due "tronconi": da un lato
gli ex calciatori, e dall’altro i dirigenti, che si occupano del business. Naturalmente
tra le due parti ci deve essere la piena sintonia, per questo anche i dirigenti
sono uomini che sposano al 100% il progetto di Cruijff. Le questioni vengono
discusse in periodiche riunioni, ma è il neo direttore sportivo Marc Overmars a
collegare le due parti nei rapporti quotidiani.
Il punto più importante della “rivoluzione Cruijff” è
la riorganizzazione del settore giovanile: come accennato in precedenza, tutti gli allenatori devono essere
rigorosamente ex calciatori dell’Ajax, e allenare le loro selezioni secondo il
“metodo Ajax”, in modo che già da bambini possono assimilare lo stile di gioco
che in seguito troveranno in prima squadra.
Tutto è basato sul miglioramento della tecnica
individuale e sul gioco di posizione, con il modulo che è sempre il 4-3-3. Quindi
anche se il lavoro quotidiano si concentra secondo decine di protocolli, i
quattro punti basilari sono: abilità con il pallone, gioco di posizione,
movimento e comportamento. Di fondamentale importanza è anche l’ apprendimento
della corretta posizione del corpo e del movimento, che viene insegnata ai
ragazzi secondo i metodi di Ruben Jongkind.
In questo modo l’inserimento dei giovani in prima
squadra risulterà più facile ed efficace, in quanto cresciuti già con un determinato imprinting mentale. Ma se si vuole ambire a grandi traguardi questo non basta: periodicamente devono svilupparsi dei veri campioni. Prendiamo d’ esempio l’attuale Barcellona, una grandissima squadra che, come l’Ajax, predilige un
gioco corale e non individuale, ma ha in Lionel Messi un giocatore tecnicamente
superiore ai propri compagni. Su questo punto lavora Ronald de Boer, che è uno
dei due allenatori individuali del settore giovanile (l’altro è Brian Roy).
Al centro di tutto questo c’è il cosiddetto “cuore
tecnico”, composto dal capo allenatore Frank de Boer e dagli assistenti Wim
Jonk e Dennis Bergkamp, che si confrontano quotidianamente con allenatori e
staff del settore giovanile.
Per arrivare a questo ci sono voluti due lunghi anni di
estenuanti e logoranti conflitti all’interno della società, che in certi momenti hanno
fatto sprofondare ulteriormente l’immagine del club.
Probabilmente, però, ne è valsa la pena. Non bisogna aspettarsi, però, che l’Ajax di colpo torni ai livelli di una volta. Basti pensare che il Barcellona solo adesso sta raccogliendo i frutti di un progetto iniziato venti anni fa. Ad Amsterdam il nuovo corso è stato avviato da poco e sono ancora tante le questioni da risolvere. Servirà pazienza e fiducia, ai tifosi dell'Ajax, per affrontare il prossimo decennio, ma la consapevolezza che qualcosa, finalmente, è cambiato, lasciano il sorriso e fanno pensare che la strada intrapresa è quella giusta.
Probabilmente, però, ne è valsa la pena. Non bisogna aspettarsi, però, che l’Ajax di colpo torni ai livelli di una volta. Basti pensare che il Barcellona solo adesso sta raccogliendo i frutti di un progetto iniziato venti anni fa. Ad Amsterdam il nuovo corso è stato avviato da poco e sono ancora tante le questioni da risolvere. Servirà pazienza e fiducia, ai tifosi dell'Ajax, per affrontare il prossimo decennio, ma la consapevolezza che qualcosa, finalmente, è cambiato, lasciano il sorriso e fanno pensare che la strada intrapresa è quella giusta.
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