Il caso di razzismo che spaccò in due l'Olanda ad Euro 96


L'Europeo disputato in Inghilterra nel 1996 non è stato certo uno dei più memorabili per la nazionale olandese, al tempo guidata da Guus Hiddink.
Le mediocri prestazioni della squadra arancione furono la miccia che accese una polemica talmente grande da spezzare in due il gruppo oranje: dopo l'eliminazione ai rigori contro la Francia nei quarti di finale, la bomba mediatica esplose, con Edgar Davids, Clarence Seedorf, Patrick Kluivert, Michael Reiziger e Winston Bogarde a porsi in una posizione di contrasto rispetto al resto della squadra, composta da bianchi.

Il legame tra alcuni giocatori, all'epoca, era talmente stretto che, dopo la partita di qualificazione vinta contro l'Irlanda, si iniziò a parlare di "legame inscindibile" tra loro. E queste parole, dette dai ragazzi di origini surinamensi, suonarono quanto meno strane.
Il trio Davids-Kluivert-Seedorf non risparmiava nessuno, neanche Dennis Bergkamp, uno degli uomini d'oro di quell'Olanda, che veniva ripreso per non fare un movimento "alla Litmanen", giocando tra le linee ed indietreggiando per aprire spazi ai compagni, preferendo il rimanere appostato in avanti in attesa del pallone.

Poi venne la fomosa fotofrafia: un pranzo con tutta la squadra all'aperto. Il cuoco assoldato dalla KNVB cucinò anche delle pietanze provenienti dal Suriname per fare contenti tutti. Per evitare che tutti i giocatori di colore sedessero insieme e da soli, Richard Witschge si unì a loro.
Al momento del pranzo, un fotografo riuscì ad intrufolarsi nel ritiro ed immortalare il momento, nonostante il divieto di Hiddink, restio a permettere le incursioni della stampa nei momenti di relax della squadra.
La foto scatenò un putiferio, in quanto si iniziò a parlare di discriminazione nei confronti di alcuni giocatori, relegati a sedersi ad un tavolo isolato rispetto al resto della squadra.


Il problema, in realtà, non sorse per via del razzismo, ma in seguito ad una combinazione di eventi, differenze culturali e coincidenze, ma alcune questioni irrisolte erano pronte ad esplodere, sbattendo in prima pagine la nazionale olandese. La causa scatenate era relativa ai salari che già rimbalzava da un pò di tempo: il trio Davids-Kluivert-Bogarde si pizzicava, al tempo, spesso con i "baroni" della squadra, ovvero Blind, capitano all'epoca degli oranje, Ronald de Boer e Bergkamp.
La confessione, durante il torneo, fatta da Davids a Hiddink, c.t. dell'Olanda, secondo la quale il mediano dava "sui nervi a Blind" e che, per questo, non giocava stabilmente, fu subito interpretata in maniera diversa dalla stampa internazionale, che iniziò a parlare di razzismo.

Youri Mulder, che all'epoca era un attaccante dello Schalke 04 e che divideva la stanza con Kluivert, interrogato sulla questione, ridusse tutto ad una mera questione economica: "Tutto è iniziato quando i ragazzini dell'Ajax si iniziarono a lamentare dei loro ingaggi più bassi. Il razzismo non c'entra niente". Mulder negò tutto: "Non ne ho mai discusso con Patrick, ma non credo ci fosse alcun sentore di discriminazione da parte di nessuno".
Blind e Numan hanno poi parlato della fragilità di quella squadra, crollata dopo gli attacchi dei media. Memorabile la sconfitta per 4 a 1 contro i padroni di casa di Venables. "Dopo l'Europeo è stato ancora peggio. La stampa ed il pubblico sembrava darci la colpa per qualsiasi cosa. Due mesi dopo iniziò la campagna per la qualificazione al Mondiale francese, che ci vide arrivare in semifinale. Hiddink fece un gran lavoro e riuscimmo a dimenticare tutto quello che era successo in Inghilterra, pur essendo grossomodo gli stessi componenti. Quella del razzismo è una vera stupidaggine, ma può succedere che due o più persone non riescano ad essersi simpatiche, specie quando si vive costantemente a stretto contatto.

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