Ajax - PSV: scontro di filosofie che può valere il titolo

Si gioca stasera, alle 20,45 all'Amsterdam ArenA, una delle gare che potrebbe cambiare la storia dell'Eredivisie di quest'anno. I padroni di casa dell'Ajax, infatti, ospitano il PSV Eindhoven, leader della classifica che precede i Lancieri di 6 punti. Il gap, alla fine dei 90 minuti, potrebbe essere dimezzato, riaccendendo, poco prima della pausa invernale, il duello per la vittoria finale, che, al momento, coinvolge anche Twente, Vitesse e Feyenoord.
Quella di stasera è la sfida per antonomasia. Lo scontro tra i due club che hanno vinto di più. Il faccia a faccia tra il 4-3-3 di Frank de Boer ed il 4-2-3-1 di Advocaat.
Se l'Ajax è la squadra che viene considerata, in Europa, come un modello cui ispirarsi, una netta e decisa risposta alla filosofia calcistica degli ajacied arriva da Eindhoven, dove prima Kees Rijvers negli anni 70 e, poi, Guus Hiddink, sul finire degli anni 80, hanno impostato il lavoro al PSV in un altro modo, altrettanto vincente e garante di discrete soddisfazioni. Una diatriba tra modelli di gioco che, ad oggi, può dirsi intensa almeno quanto quella che sorge tra i tifosi dell'Ajax e quelli del Feyenoord in occasione del Klassieker.

Il "modello Ajax", basato sullo scouting e la crescita dei giovani, abituati a "vivere" il club fino a poter esordire in prima squadra, è stato completamente rivoltato dal PSV Eindhoven. Supportati economicamente dalla Philips, i boeren hanno sempre preferito la politica degli acquisti ad effetto. Giocatori già belli e fatti, quindi, a fronte di quelli sviluppatisi al Toekomst. Dando uno sguardo alle formazioni delle due squadre, oggi, si può capire meglio il discorso: l'undici dell'Ajax pullula di calciatori cresciuti nel settore giovanile biancorosso, mentre il PSV ha raccolto in giro quelli che sembravano essere i migliori giocatori, arrivando ad avere una squadra molto eterogenea, nella quale, però, gli unici ad essere sbocciati dalle giovanili sono Locadia, Depay e van Oijnen, i quali raramente vengono schierati tra i titolari.
Il rovescio della medaglia, ovviamente, esiste anche per l'Ajax, che troppo spesso palesa una carenza di esperienza fondamentale, specie nel momento in cui un calciatore, oramai appetibile per i grossi club esteri, viene ceduto e deve essere rimpiazzato. Così, ad Amsterdam, battere il PSV significa dimostrare che la propria filosofia, il proprio metodo, è quello giusto.

I precedenti sono a favore di Frank de Boer e del suo Ajax: nei precedenti 56 incontri in Eredivisie, i Lancieri ne hanno vinti 29, contro i 19 successi del PSV Eindhoven. La gara di stasera, quindi, si condisce di ulteriori motivazioni per le due compagini ed i loro manager, già affrontatisi, in passato, quando De Boer era in campo, allenato da Van Gaal, ed Advocaat sedeva per le prime volte sulla panchina del PSV.
Al di là delle momentanee crisi, come quella che sembra aver attraversato l'Ajax nelle scorse settimane, o degli inattesi stop, come quello del PSV contro il Vitesse di Wilfried Bony, l'importante per questi due club è rialzarsi e tornare a fare il proprio gioco. Troppo forte è l'orgoglio, tanto da dover fare affidamento proprio sul proprio modo di essere per rispondere alle critiche. "Quando giochiamo all'Amsterdam ArenA", ha detto Frank de Boer, "vogliamo vincere e dominare la gara, non importa contro chi. Cercheremo di farlo anche contro il PSV", dimostrando di volersi basare, ancora una volta, sul proprio gioco e sul proprio modo di essere squadra per poter riaprire il campionato, proprio come è successo nelle ultime due edizioni di Eredivisie.
I Boeren, dal canto loro, forti del migliore attacco del campionato, arrivano alla gara di questa sera consapevoli di non poter sbagliare. Dopo un digiuno durato quattro anni, il PSV vuole tornare a vincere in quello che, a causa della crisi economica in cui versiamo, potrebbe essere l'ultimo anno dei forti investimenti.
Marcel Brands, direttore tecnico del PSV, è il "regista" che sta dietro il rinnovamento della squadra di Eindhoven, che negli ultimi 2 anni ha cambiato quasi totalmente volto. "Da noi arrivano giovani di talento, ma il club vuole vincere e fare la sua parte anche in Champions League, e per farlo ci servono giocatori già pronti", ha dichiarato Brands, riservano, così, una stoccata all'Ajax. Ma le frecciatine al club di Amsterdam non sono finite: "Che nella nostra squadra ci siano pochi calciatori usciti dal nostro settore giovanile è un dato di fatto, ma la ragione è da vedere altrove. Come possiamo concorrere con chi investe molto più di noi? Se l'Ajax prende Fischer e lo paga più di 1 milione di Euro, è ovvio che potrà raccogliere più di noi, che spendiamo circa 700mila Euro per l'intero settore giovanile".
La sfida, allora, è già cominciata. O, forse, non è mai finita.




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