Ajax campione d'Olanda col minimo sforzo. Il pareggio contro l'Heracles premia i lancieri

Con il risultato di 1 a 1, il minimo necessario per ottenere la conferma aritmetica di poter alzare al cielo lo schaal destinato ai landskampioen, l'Ajax Amsterdam ha vinto oggi il suo trentatreesimo campionato, il quarto consecutivo da quando Frank de Boer ha sostituito Martin Jol alla guida dei biancorossi.
Risultato da record, quello dell'allenatore corteggiato da Liverpool, Tottenham ed Inter, che nella sua carriera, nelle vesti di calciatore ed allenatore, ha festeggiato ben 9 volte la vittoria dell'Eredivisie. Con il quarto titolo consecutivo, infatti, De Boer scalza illustri predecessori come Michels e Van Gaal, diventando l'unico allenatore in Olanda ad ottenere una così netta sfilza di successi.

I toni trionfalistici, però, sono del tutto inadeguati, visto e considerato come l'Ajax ha conquistato la vittoria del campionato. Dopo la pesante sconfitta in finale di Coppa la scorsa settimana ci si aspettava una reazione da una squadra apparsa priva di un vero leader in campo nell'arco dell'intero campionato.
La classifica non inganna e così al Polman Stadion di Almelo il pareggio appariva, da giorni, come il risultato più ovvio, visto che avrebbe assicurato ai bianconeri di Jan de Jonge la tranquilla salvezza, oltre che la vittoria del torneo agli ajacidi.

La rete - bellissima - di Lasse Schone, oltre a sbloccare il risultato, ha confermato l'impressione che sia il centrocampista danese ad aver brillato più di tutti nell'arco della stagione, con goal e prestazioni decisive per la conquista dello schaal.
Il pareggio, sempre su punizione, di Cziommer, è praticamente indolore e destina il pubblico ad assistere ad un secondo tempo quasi surreale, dove la melina e la mancanza di mordente la fa da padrone.

Nella mediocrità di una stagione, destinata a chiudersi, però, con un dei risultati, sulla carta, da schiacciasassi (in campionato 21 risultati utili consecutivi, con l'ultima sconfitta che risale a novembre), ad ergersi come vera e propria stella della squadra è l'allenatore Frank de Boer, capace di tirare fuori da una squadra decisamente sottotono il massimo risultato, tamponando con quello che offriva la rosa all'immobilismo di mercato che lo ha portato ad affidarsi a tanti giovani come Stefano Denswil, Joel Veltman, Davy Klaassen, Ricardo van Rhijn, Jasper Cillessen (unico a non essere un prodotto delle giovanili), Ricardo Kishna, Viktor Fischer e Daley Blind.

"Gran parte del merito va ai miei assistenti. Uno (Bergkamp) è già stato raffigurato in una statua, l'altro (Spijkerman) meriterebbe altrettanto", ha chiosato De Boer a fine gara, quasi a voler distogliere l'attenzione che si è guadagnato in Europa, con tanti club pronti ad offrirgli la guida del proprio undici. "Ho ancora tanto da fare qui", ha però specificato il quarantatreenne ex difensore, rincuorando i preoccupati tifosi dell'Ajax, ancor più certi di perderlo dopo il fantastico poker di titoli, mai riuscito ad altri in Olanda.

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