Caos in casa Ajax, la dirigenza mette alla porta Wim Jonk, fedelissimo di Cruijff
Cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no.
Mai aforisma fu più adatto di quello di Albert Camus per spiegare cosa sta accadendo in casa Ajax, dove una grossa scossa rischia di far crollare le fondamenta del club.
Sono trascorsi già alcuni mesi da quando Wim Jonk, responsabile dello sviluppo dei giovani calciatori in via di formazione al Toekomst (il centro giovanile dell'Ajax), ha dato il via ad un vortice di polemiche che di giorno in giorno aumenta di grandezza, dichiarando che il settore tecnico della dirgenza non sta seguendo il piano deciso e previsto da Johan Cruijff.
Da allora, parliamo dello scorso aprile, l'ex centrocampista che ha vestito anche la maglia dell'Inter, ha deciso di non partecipare più alle riunioni con il resto dei responsabili dell'area tecnica, al secolo l'allenatore Frank de Boer, Marc Overmars ed Edwin van der Sar, dando vita ad un muro contro muro con la dirigenza, che, per tutta risposta, gli ha intimato di rassegnare le dimissioni.
Caposaldo della rivoluzione societaria voluta dal leggendario numero 14 nel 2011, il Piano Cruijff prevede una riforma dell'Accademia giovanile dell'Ajax portata avanti dal nucleo centrale dell'area tecnica, composto da De Boer, Jonk e Dennis Bergkamp, nel ruolo di intermediario tra il responsabile della prima squadra e quello delle giovanili, insieme al D.S. Marc Overmars ed al Direttore esecutivo Kinsbergen, da sempre grande oppositore di Cruijff..
L'obiettivo strategico è di migliorare un settore giovanile già di per se considerato prolifico e tra i migliori al mondo, affidando la crescita e lo sviluppo dei giovani ad ex calciatori ed uomini che da sempre sono stati vicino alla squadra di Amsterdam. Obiettivo, però, disatteso, stando a quanto dice Jonk, o per lo meno ottenuto in maniera diversa da quanto previsto da Johan Cruijff e Piet Keizer, pionieri della velvet revolution. Ad una richiesta di maggiori investimenti per la crescita e lo sviluppo del settore giovanile, Jonk si è visto sbattere la porta in faccia da Kinsbergen, mentre si è deciso di intervenire a più riprese sul mercato, avallando spese consistenti per calciatori non necessari o, comunque, reputati non migliori di quelli che già giocavano nell'Under 19 e nello Jong Ajax e, soprattutto, scavalcando il parere del responsabile delle giovanili. Un esempio? L'acquisto di Daley Sinkgraven, fortemente caldeggiato dal duo De Boer-Bergkamp, disposti a versare 7 milioni di Euro nelle casse dell'Heerenveen per un giocatore, a detta di Jonk, non superiore a Donny Van de Beek o Abdelhak Nouri, stelline dell'Ajax A1, l'Under 21 ajacide.
"Non sono contrario ad intervenire sul mercato, ma bisogna stare attenti a quello che si fa.". La scorsa estate Jonk ha esternato il proprio disappunto, alludendo alle forti spese sostenute dall'Ajax per rimpinguare una rosa che potrebbe tranquillamente attingere dal proprio settore giovanile. "Il divario economico con le big d'Europa appare incolmabile ed una società come l'Ajax ha bisogno di crearsi i talenti in casa, senza comprare tanto per farlo", ha concluso il responsabile del vivaio dell'Ajax, alludendo anche alle forti spese sostenute dalla società per migliorare le strutture del settore giovanile, da sempre all'avanguardia ma ultimanente non sfruttato a dovere.
Le parole di Jonk non sono casuali. Negli ultimi anni l'Ajax si è resa protagonista di una grandissima attività di scouting, ma non di una reale crescita dei calciatori. Viktor Fischer, Riechedly Bazoer, Anwar El Ghazi, tre dei talenti più puri che l'Ajax mette in mostra ogni settimana, vengono etichettati a torto come prodotto del settore giovanile ajacide. Arrivato dal Midtjylland nel 2011, Fischer è stato acquistato per ben 1,3 milioni di Euro dalla squadra di Amsterdam, cifra considerevole per un calciatore di 17 anni, chiamato ad esordire in prima squadra poco più di un anno dopo. Stesso dicasi per Bazoer, oggi uno dei centrocampisti più interessati del campionato olandese, strappato letteralmente al PSV Eindhoven nel 2012, e per El Ghazi, cresciuto nelle giovanili dello Sparta Rotterdam ed arrivato ad Amsterdam solo nel 2013.
La situazione ha scomodato anche Cruijff, le cui parole risalenti allo scorso maggio sono risultate come una scure per Kinsbergen, il cui contratto non è stato rinnovato ed al posto del quale è stato nominato un collegio, composto da Dolf Collee, nominato Direttore Generale ad interim (in attesa di affidare il ruolo ad Edwin van der Sar) e Tscheu La Ling, chiamato a sbrogliare la matassa creatasi e ad appianare gli animi, tesissimi, tra Frank de Boer, Wim Jong e Bergkamp, al fine di continuare il percorso tracciato con il piano Cruijff.
Nell'ultima assemblea dei soci, però, sono state prese varie decisioni che vanno contro i dettami dello stesso Cruijff, non ultima quella di dare il benservito al suo fido scudiero ed unico confidente in società, Wim Jonk. Nel suo editoriale sul Telegraaf, allora, Cruijff ha comunicato all'Olanda, o forse al mondo intero, il suo sconforto per la situazione, decidendo di lasciare il ruolo di consigliere societario ricoperto fino a pochi giorni fa perchè, parole sue, "sembra che qualcuno stia deliberatamente disattendendo le sue indicazioni".
"Ce ne faremo una ragione", ha risposto Edwin van der Sar, direttore commerciale dell'Ajax, interrogato dai giornalisti su come la dirigenza avrebbe reagito all'addio di Cruijff. "Solo perchè un impiegato ha deciso di non lavorare più con noi, non vuol dire che il club smetterà di esistere". Parole di circostanza che passerebbero inosservate, se rivolte ad un'altra persona. Non a Johan Cruijff, il quale, c'è da scommetterci, avrà modo di ribattere anche questa volta.
Intanto, mentre si attende la prossima mossa di Jonk che, spalleggiato dalla tifoseria e da gran parte degli impiegati nel settore tecnico, minaccia di voler portare il club davanti ad un giudice, in casa Ajax si sta già pensando a come riorganizzare l'organigramma senza l'ex centrocampista di Volendam, Ajax e Inter.
L'ultimo nome in lizza per ricoprire il ruolo di responsabile del settore giovanile è quello di Patrick Ladru, da 21 anni impiegato al Toekomst per far crescere i giovanissimi calciatori dell'Ajax. Un profilo adatto, quindi, per proseguire la strada tracciata ad Amsterdam da una dirigenza la cui prerogativa dovrebbe essere quella di trovare una linea comune nell'adozione delle politiche societarie, mettendo da parte gli interessi personali che troppo spesso, negli ultimi mesi, sembrano aver preso il sopravvento.
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