Che la distanza fra le due
contendenti fosse iperborea lo si sapeva anche prima. Che però la squadra di
van Bronckhorst, cambiata non poco in estate, potesse riuscire a esprimersi con
questa brillantezza già nella seconda metà di agosto non lo immaginava nessuno.
Eppure i Rotterdammers sono ormai una
macchina, perlomeno entro i patri confini. Gli automatismi, la volontà di
vittoria, il dominio mentale e carismatico sul match, il divertimento: tutto, ogni ingrediente, sembra essere ai massimi
storici.
Del resto non si spiegherebbero in
altro modo gli otto minuti (dal 13’ al 20’ inclusi) intercorsi tra il primo e
il terzo gol dei padroni di casa perché, nelle primissime battute, i Tricolores sembravano anche bellicosi. Poi,
semplicemente, si sono sciolti di fronte alla spensierata superiorità di un
Feyenoord in cui qualunque cosa ha funzionato al millimetro: dalla
riaggressione altissima non appena si perdesse palla alla continua alternanza
tra verticale e orizzontale nella gestione di palla sulla trequarti offensiva.
Diks non ha fatto rimpiangere
Karsdorp nemmeno per un istante (e qualcuno, a Firenze, avrà pensato a Tomović…)
e ha allargato il fronte offensivo con una costanza commovente; EL Ahmadi ha
fatto lo sceriffo in mezzo al campo con una sicurezza invidiabile ma,
soprattutto, il mattatore Jens Toornstra ha messo per l’ennesima volta in
mostra un QI calcistico spaventoso, riuscendo a disimpegnarsi come incursore,
finalizzatore e rifinitore. Il centrocampista ex Utrecht ormai riesce a giocare
benissimo su tutto il fronte d’attacco, abbinando alla sua palese qualità anche
una capacità straordinaria di usare al meglio un fisico che è invece totalmente
ordinario.
Nella seconda metà della prima
frazione, poi, gli uomini di van Bronckhorst avrebbero potuto dilagare e farne
altri tre o quattro ma solo Vilhena è riuscito a inscrivere il proprio nome sul
tabellino con una sassata di sinistro da fuori. Nella ripresa, il Feyenoord ha
tirato il freno a mano e s’è limitato a gestire la partita, andando comunque
più vicino al 5-0 in diverse occasioni di quanto il Willem II abbia fatto col
gol della bandiera. Il pokerissimo alla fine è arrivato negli ultimi minuti
grazie a un rigore trasformato da Jean-Paul Boëtius ma è giusto una nota
statistica: la partita vera era già bella che terminata al 21’ del primo tempo.
Del match resta la prestazione di
squadra scintillante dei Rotterdammers
e le azioni magistrali che hanno portati al secondo e al terzo gol, vero e
proprio manifesto programmatico del calcio di van Bronckhorst al suo meglio,
con un giro palla veloce, teso a occupare gli spazi vuoti nonché l’aggressione
dell’area con tanti uomini contemporaneamente.
In una frase si potrebbe dire
che Feyenoord-Willem II 5-0 è esattamente il tipo di partita che ci si aspetta
quando si va a osservare la squadra Landskampioen
mentre affronta chi lotterà per non retrocedere: un menu fatto di scintillio e
gestione serena.
FEYENOORD-WILLEM II 5-0: ECCO GLI HIGHLIGHTS
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