Cosa sappiamo del caso De Guzman - Napoli



Arrivato a Napoli per volere di Benitez, Jonathan De Guzman è recentemente saltato agli onori della cronaca per alcune sue rivelazioni al quotidiano olandese De Volkskrant.
Era l’estate del 2014 e il Napoli versava una somma di circa 7.5 milioni di Euro allo Swansea per assicurarsi le prestazioni dell’allora 27enne polivalente centrocampista. "Sono felice di essere a Napoli", sono state le prime parole del calciatore, immortalato al centro sportivo di Castelvolturno vicino ad un’icona del calcio a Napoli come Ruud Krol.

Esordio (con goal decisivo) nella prima giornata di campionato, contro il Genoa. Poi altri spezzoni di gara, vedendo il campo con una cer
ta continuità. Tra novembre e dicembre, De Guzman trova addirittura 5 volte la rete, segnando una tripletta al Young Boys in Europa League e due goal contro Cagliari ed Empoli.

Il suo calvario comincia a fine marzo 2015, dopo una pausa del campionato dovuta agli impegni con la nazionale. A turbare il calciatore c’è un fastidioso gonfiore sottopelle, all’altezza dello stomaco, che fa spesso male. Lo staff medico del Napoli, facendo capo al Dott. Alfonso De Nicola, viene messo subito al corrente della cosa e si decide di sottoporre De Guzman a dei test approfonditi i quali, però, non danno alcun risultato. Contestualmente, al centrocampista di origini canadesi viene prescritto un nuovo regime di dieta che prevede meno carboidrati. Nonostante il riposo, il dolore persiste e, perciò, su indicazione di Benitez, De Guzman chiede di poter consultare un altro specialista, ma si vede negare la richiesta da De Nicola che, invece, gli prescrive alcune settimane di riposo assoluto. L’8 aprile, nel ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, De Guzman scende per l’ultima volta in campo con la maglia azzurra.

Lo stop non giova minimamente al centrocampista, che al suo ritorno dopo le vacanze estive non trova più ne il vecchio allenatore Benitez, rimpiazzato da Maurizio Sarri, nè il Direttore Sportivo Bigon. A Napoli, a partire dall’estate del 2015, le trattative di calciomercato venivano portate avanti da Cristiano Giuntoli, a cui viene dato mandato di cedere De Guzman, continuamente fuori forma e mai realmente nei piani di Sarri, che pure lo aveva voluto visionare per capire se dargli una chance.

Il 31 agosto, con la sessione di calciomercato agli sgoccioli, De Guzman viene convocato a Milano da Giuntoli, che nel frattempo aveva portato avanti la trattativa per la cessione del calciatore al Bournemouth. La soluzione non piace a De Guzman, che vuole tornare in forma e giocarsi le sue carte in una squadra che lotta per le prime posizioni in Serie A. “Ascolta, se non firmi s’incazza davvero. Se non firmi sei morto a Napoli. Non giochi piú”, avrebbe detto l’assistente del Direttore Sportivo per convincere l’ex Feyenoord.

Lo scontro tra le parti trova il suo apice pochi giorni dopo, a calciomercato chiuso. Negli spogliatoi, dopo una sessione di allenamenti, Giuntoli è infuriato per la mancata conclusione delle trattative (nel frattempo anche un club tedesco si era fatto avanti...) e offende più volte il calciatore prima di colpirlo con un pugno. Scoppia il putiferio e i due vengono divisi prontamente, con i compagni di squadra che consigliano a De Guzman di andare via.

Intorno al centrocampista si fa il vuoto: su indicazione del procuratore, De Guzman prova a contattare telefonicamente il Presidente Aurelio De Laurentiis ma non ottiene risposta. Intanto, agli allenamenti viene messo da parte ed è costretto ad allenarsi da solo per i successivi 4 mesi. I compagni di squadra, per paura di ripercussioni con la dirigenza, tagliano i rapporti o li limitano al massimo. L’unica concessione che gli viene fatta è quella di poter vedere un altro medico, lo specialista Americo Menghi, che gli diagnostica un’ernia da operare quanto prima. Al parere del Dott. Menghi si allinea anche il medico danese Edwin Goedhart, contattato dal calciatore, ma De Nicola continua a fare muro: “Operare non è la soluzione e non voglio essere io a rovinargli la carriera”.

Timidi spiragli di luce nei mesi successivi. Prima il prestito al Carpi, poi al Chievo, servono al calciatore a ritrovare, lentamente, fiducia in se stesso, prima del trasferimento definitivo all’Eintracht Francoforte e il punto, definitivo, all’avventura a Napoli.


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