Europa League - Un finale di fuoco salva l'AZ. PSV e Twente corsari ipotecano la qualificazione


Ottimo bilancio anche questa settimana per le squadre olandesi impegnate nelle competizioni europee. Nella tre giorni internazionale tre successi ed un pareggio che rimpinguano il ranking UEFA. L'Olanda ha finora ottenuto 6.200 punti in circa tre mesi, si staglia al secondo posto nella graduatoria stagionale dietro solamente all'Inghilterra (8.125 punti). Un risultato parziale di indubbio valore, considerando che nelle terribili stagioni 2007/08 e 2008/09 si ottennero meno di 6.400 punti in ognuna di esse. L'Olanda è attualmente nona nella classifica che tiene conto degli ultimi 5 anni (e che fa fede per l'assegnazione dei posti UEFA), ma le proiezioni indicano che a questo ritmo potrebbe scalare un gradino del ranking ogni stagione.
Le protagoniste di questa rinascita del calcio Oranje in Europa sono le 4 che si contendono anche il titolo in patria. I lancieri, corsari a Zagabria, rilanciano le proprie chance di passaggio del turno in un girone comunque complicato che vede Real e Lione come logiche favorite. In Europa League sono invece le tre olandesi a dettare legge nei rispettivi gruppi. Il PSV marcia a vele spiegate con 9 punti su 3 partite e ancora due gare in casa a disposizione per chiudere comodamente il discorso qualificazione. Il Twente, dopo il prezioso punto strappato al Craven Cottage, certifica la leadership del girone con il netto successo maturato sul campo dell'Odense, su cui era caduto lo stesso Villareal nei play-off di Champions. Qualche difficoltà in più per l'AZ che non sfrutta il turno casalingo contro l'Austria Vienna e si fa bloccare sul 2-2 in casa in una partita raddrizzata solamente nel finale. Ora sarà fondamentale non perdere a Vienna.

L'AZ vede la sconfitta, ma l'epilogo è da grande squadra.

Niente turn-over per l'AZ: rispetto al pari di Amsterdam soltanto tre cambi, uno dei quali obbligato. L'australiano Brett Holman uscito malconcio contro l'Ajax è sofferente all'inguine e ne avrà per diverse settimane, al suo post c'è Gudmundsson. Riposo per Altidore, apparso poco brillante nelle recenti apparizioni dopo un discreto inizio in Eredivisie; in attesa del ritorno di Boymans, il terminale d'attacco è Benschop. Dietro il Poulsen in grande spolvero di questi tempi è intoccabile, a pagare allora la staffetta con Klavan è Viergever. Anche a centrocampo gli infortuni di Falkenburg e Martens riducono le scelte al lumicino: per la decima partita stagionale di fila Elm, Wernbloom e Maher partono dal 1'!
Il tecnico Karl Daxbacher vara invece un 4-2-3-1 compatto, ma pronto a ripartire. A guidare l'attacco il centravanti della nazionale under-21 olandese, Nacer Barazite, che aveva deciso 10 giorni fa una gara di qualificazione proprio contro i pari età austriaci.


La partita

Il 2-2 casalingo con l'Austria Vienna potrà far storcere il naso a molti, certamente Verbeek non avrebbe firmato per il pari alla vigilia della gara. Tuttavia, rappresenta senza dubbio un punto guadagnato per come si era messa la gara, anzi per come si era compromessa. All'AFAS-Stadion infatti si è capito dall'inizio che non sarebbe stata una passeggiata contro i più accreditati rivali per la qualificazione. L'AZ tiene le redini del gioco, ma la circolazione della palla non è quella consueta, difetta in velocità. In avanti Maher e Beerens si distinguono per la personalità e l'intraprendenza, anche se non trovano in Benschop e Gudmundsson dei validi aiuti. I due attaccanti di scorta rischiano di aver sprecato un'importante opportunità concessa loro dall'allenatore. L'islandese è poco incisivo quando riceve palla, appoggiandosi costantemente su Poulsen, evidenziando ancor di più l'assenza di Brett Holman. Il centravanti olandese invece sostituisce in tutti i senzi Jozy Altidore, replicandone anche i numerori errori nel controllo del pallone e nello smistamento dello stesso.
Elm stesso in mezzo al campo è meno preciso e lucido del solito, come altri compagni avverte le tantissime partite giocate senza mai riposare.
L'Austria Vienna attende sornione l'avversario, aspettando il momento giusto per recuperare palla e ripartire in contropiede. Gli ospiti appaiono più brillanti fisicamente nel primo tempo e non perdonano alla squadra di casa nessuna sbavatura. Dopo una punizione originata da una dormita di Moisander e sventata da Alvarado in bello stile, gli austriaci vanno a segno nelle due successive occasioni.
Al 17' Maher penetra in area sulla sinistra scaricando al centro, ma nè Benschop nè Wernbloom riescono a concludere verso la porta. Gli austriaci trasformano rapidamente l'azione da difensiva ad offensiva, ottenendo solamente un calcio d'angolo in una ripartenza 3 contro 2. Il corner battuto da Zlatko Junuzoviz è tagliato sul primo palo, Marcellis cerca di anticipare Barazite alle proprie spalle ma devia incautamente nella propria porta.
Al 28' Barazite si isola sulla fascia, Moisander è ben posizionato ma troppo blando nel contrasto, l'attaccante olandese riesce quindi a trovare lo spiraglio per il cross su cui la staticità della difesa di casa è imbarazzante. Jun si avventa sul pallone calciando a botta sicura, Klavan si immola davanti al portiere, ma Gorgon è il più lesto sulla respinta e batte Alvarado per lo 0-2.
L'AZ completamente in bambola non riesce ad abbozzare una reazione convincente. Le uniche minacce per la porta difesa da Grunwald arrivano da palla ferma: Elm prima sfiora la traversa con una pennellata a scavalcare la barriera, poi crea il panico nell'area di rigore con un paio di corner su cui Wernbloom viene ostacolato più o meno lecitamente dal portiere.
La prima combinazione palla a terra degna di nota arriva sul finire della frazione ed è firmata dai due giocatori più attivi nelle file olandesi. Transizione centrale di Beerens proseguita da Maher, finta di corpo che mette a sedere Ortlechner e destro potente da breve distanza che sembra vincente, ma l'incredibile riflesso di Grunwald vanifica la grande giocata del diciottenne.

Verbeek non ricorre ad alcun cambio, anche perchè le frecce al proprio arco sono ridotte. La mossa del tecnico, rivelatasi azzeccata, è un espediente tattico visto più volte durante la sua avventura ad Alkmaar: difesa a tre con Poulsen più staccato a sinistra (protetto da Klavan e Elm), sgravato da oneri difensivi e quindi libero di spingere seguendo la sua vocazione offensiva.
Nel primo quarto d'ora l'AZ appare ancora bloccato. Le difficoltà nell'accorciare una volta persa palla accrescono il timore del contropiede avversario. Si segnala qualche interessante cross dalle corsie laterali, ma Benschop al centro è poco efficace su questo tipo di palloni.
Col passare dei minuti anche il pressing dell'Austria Vienna si fa meno incisivo, con la falsa convinzione di portare a casa la vittoria conducendo una gara di sola attesa. Di pari passo aumenta il ritmo dell'AZ che a partire dal 62' inizia ad affacciarsi con frequenza nell'area di rigore avversaria. Maher è impreciso in un paio di conclusioni dal limite, sul mancino scagliato invece da Beerens al 68' (al termine di un'azione pregevole orchestrata da Elm e Benschop), Grunwald è chiamato nuovamente a distendersi.
Verbeek decide di affidarsi a forze fresche gettando nella mischia il debuttante Fernando Lewis (classe 93) al posto di uno stremato Beerens.
I due terzini Klein e Suttner ora appaiono in evidente difficoltà, puntati costantemente da Poulsen e Lewis. Al 71' sul cross del laterale danese, Elm e Wernbloom tutti soli in area non riescono clamorosamente a metterla dentro. La scena si ripete due minuti più tardi, questa volta è Benschop il destinatario del passaggio, l'esito è però il medesimo.
Alvarado intanto tiene a galla i suoi volando su un tiro da fuori ben indirizzato di Barazite.
All'80' gli sforzi dell'AZ vengono finalmente ripagati. Marcellis serve Lewis che sfila alle spalle del terzino, tenuto in gioco da Ortlechner. Cross basso che taglia tutta l'area di rigore e viene spinto in rete dal maldestro intervento di Hlinka.
La squadra di casa continua ad attaccare, sospinta dal proprio pubblico. Trascorrono pochi secondi e Lewis va via nuovamente sulla fascia, offre un pallone d'oro a Besnchop, anticipato all'ultimo istante di testa.
All'83' ennesimo corner della partita (se ne conteranno 9) battuto da Elm. Wernbloom svetta sul primo palo e insacca nell'angolino.
Pervenuti al pari, i biancorossi si riversano in avanti. Benschop per un pelo non raggiunge il cross di Poulsen. Dall'altra parte Moisander evita la beffa atroce murando la conclusione ravvicinata di Barazite. L'ultimo sussulto viene ancora dal capitano che rimedia il secondo giallo e viene quindi espulso per un'entrata sui piedi a fermare un pericoloso contropiede.
Il pareggio permette all'AZ di tenere ad un punto di distanza gli austriaci. Il Metalist, a valanga contro il Malmo, ora guida solitario il girone con 7 punti. Fondamentali saranno le due trasferte in Svezia e Austria per proteggere la seconda posizione del raggruppamento.

AZ 2-2 Austria Vienna - 18' Marcellis (og), 29' Gorgon, 80' Hlinka (og AZ), 83' Wernbloom (AZ).
AZ (4-3-3): Alvarado 6.5; Marcellis 5, Moisander 4.5, Klavan 5.5, Poulsen 8; Wernbloom 6, Elm 6, Maher 6 (73' Altidore 6); Beerens 6 (69' Lewis 7), Benschop 5, Gudmundsson 5 (80' Ortiz 6).
Panchina: Heijblok, Reijnen, Viergever, Holland. All. Gertjan Verbeek 6.5.
Austria Vienna (4-2-3-1): Grünwald; Klein, Margreitter, Ortlechner, Suttner; Hlinka, Mader; Gorgon, Jun, Junuzović; Barazite (87' Linz).
Panchina: Lindner, Wallner, Liendl, Leovac, Dilaver, Koch. All. Karl Daxbacher.
Migliore in campo: Simon Poulsen.


A Tel Aviv il PSV si accontenta di un tempo.

Tegola in casa PSV. Il laterale mancino Pieters dopo l'infortunio rimediato con l'Utrecht si è dovuto sottoporre a intervento chirurgico a causa della frattura del quinto metatarso al piede destro. Dovrà stare fermo almeno fino alla pausa invernale.
Durante il mercato estivo il direttore tecnico Marcel Brands aveva espresso pubblicamente la volontà di comprare un ulteriore terzino, anche se alla fine è riuscito a chiudere soltanto per un centrale (Derijck, anche oggi in panchina). Dunque al posto di Pieters scende in campo Tamata, mentre viene portato in panchina il giovanissimo laterale mancino Jetro Willems (17 anni), protagonista ai recenti Europei e mondiali con la selezione olandese under-17.
Rutten concede un turno di riposo a Strootman e Lens, maglia da titolare per Orlando Engelaar e lo scalpitante Labyad. Engelaar, che ha perso la fascia da capitano proprio questa estate (in cui sembrava destinato a lasciare il club), torna dal 1' dopo la sconfitta di Alkmaar dello scorso 7 agosto quando venne impiegato nell'inusuale ruolo di centrale difensivo.
L'Hapoel schiera un 4-1-3-2 molto raccolto, che in fase di possesso si trasforma in un 4-5-1 altamente difensivo, con Igiebor (tradizionalmente un trequartista) a dare man forte ad Abutbul sulla mediana e l'attaccante Damari che si allarga coprendo la fascia mancina.


La partita

Primo tempo sonnolento al Bloomfield Stadium di Giaffa. L'Hapoel si difende con tutti i suoi effettivi, gli stessi attaccanti ripiegano con generosità dando man forte ai compagni. L'intento della squadra israeliana è chiaro dal primo istante: continui raddoppi sui giocatori di maggiore talento del PSV al fine di prosciugarne le fonti di gioco. Ne consegue una prima frazione piuttosto brutta, specie nella prima mezz'ora, con il PSV costretto ad uno sterile possesso palla lontanto dall'area di rigore avversaria. La prima occasione degna di nota arriva grazie ad una deviazione fortuita su un cross di Tamata, il pallone perviene a Mertens che dal limite spaventa Edel con un destro potente di poco a lato.
L'Hapoel si fa vedere in contropiede. Tamuz al 19' supera con irrisoria facilità un impacciato Tamata, la conclusione da breve distanza è murata da Bouma.
Due minuti più tardi una sbavatura di Marcelo in chiusura su Tamuz regala un ottimo pallone a Damari. La girata del giovane attaccante termina sul fondo.
Mertens, ingabbiato sulla corsia di competenza da Khutaba e dal ripiego profondo di Cohen, cerca palloni giocabili in mezzo al campo. Al 34' una sua verticalizzazione libera Matavz al tiro, il diagonale è però difettoso.
Risponde Igiebor con una pregevole azione personale. Si libera fisicamente di Engelaar, doppio passo che semina Marcelo e mancino a lato. Il duello tra i due colossi di centrocampo si rinnovo qualche istante più tardi. Questa volta l'arbitro Karasev ravvisa l'intervento falloso di Igiebor ai danni di Engelaar al limite dell'area. Ottima l'esecuzione da fermo di Mertens, purtroppo la traiettoria si abbassa con un attimo di ritardo.
Il tempo si chiude con un'altra opportunità per Tamuz che, sfruttando il movimento di Cohen, converge da destra ma di nuovo non inquadra il bersaglio.
La ripresa si apre con una novità. Engelaar, malconcio dopo il contrasto con Igiebor, non ce la fa. Gli subentra Kevin Strootman.
Nei secondi 45 minuti l'Hapoel non riesce a mantenere lo stesso livello di pressione sugli avversari. Il team allenato da Dror Kashtan è visibilmente stanco viste le energie spese all'inizio per arginare il centrocampo ospite. I Boeren beneficiano della maggiore libertà di movimento concessa facendo girare palla più velocemente e alzando il baricentro della squadra. L'ingresso di Strootman garantisce un filtro migliore, rendendo disponibile sempre palloni puliti a Wijnaldum e Toivonen. Di fatti l'Hapoel sparisce dalla contesa, prestando il fianco alle avanzate degli olandesi.
Al 51' Labyad supera Shish sull'interno e calcia con forza in porta, affannosa la respinta di Edel.
Tre minuti più tardi geniale passaggio di Strootman per Mertens, il tiro cross del belga non è raggiunto da Matavz per un soffio.
Poco più tardi lo sloveno viene servito tutto solo in area, ma anzichè alzare lo sguardo verso il portiere cerca un compagno in mezzo che non c'è. Incolore anche quest'oggi la prestazione dell'ex attaccante del Groningen. Troppi gli errori in fase di finalizzazione.
Dal 60' in poi la spinta del PSV aumenta di livello. Toivonen scambia in velocità con Wijnaldum, apertura a sinistra per Mertens che la piazza sul palo lontano, ma è spettacolare il salvataggio dell'ex portiere del PSG.
Ora il PSV muove il pallone di prima e con grande accuratezza. Combinazione volante Strootman-Matavz-Toivonen, la conclusione dello svedese è però imprecisa.
L'Hapoel è ormai sulle gambe. Al 69' Khutaba non segue Mertens lasciando l'1 contro 1 dell'ala contro il centrale difensivo. Mertens dribbla senza difficoltà Pecalka che lo stende in area di rigore: l'arbitro indica il dischetto. Wijnaldum trasforma sotto l'incrocio dei pali, il PSV trova il gol del vantaggio.
La reazione della squadra di casa è inesistente. Gli olandesi negli ultimi 20 minuti si limitano a controllare la gara sfiorando il raddoppio su un paio di veloci ripartenze, con il nuovo entrato Lens molto attivo sulla destra.
Il successo certifica il primato solitario del PSV in classifica, con 9 punti in 3 partite. Considerando che tra le gare ancora da disputare due saranno in casa e contro avversarie apparse modeste, la qualificazione è di fatti in ghiaccio.

Hapoel Tel Aviv 0-1 PSV - 70' Wijnaldum (rig).
Hapoel Tel Aviv (4-1-3-2): Apoula; Khutaba, Pecalka, Fransman, Shish; Abutbul; Cohen, Igiebor, Oremus; Tamuz, Damari.
Panchina: Kleyman, Lala, Badier, Atia, Toama, Gordan, Kende.
PSV (4-3-3): Isaksson 6; Manolev 6, Marcelo 6, Bouma 6, Tamata 5.5; Wijnaldum 6, Engelaar 6 (46' Strootman 6.5), Toivonen 6.5; Labyad 6 (79' Lens 6.5), Matavz 5.5, Mertens 6.5.
Panchina: Sinouh, Derijck, Willems, Ojo, Ibrahim. All. Fred Rutten 6.5.
Migliore in campo: Dries Mertens.


Il Twente passeggia in Danimarca ritrovando Chadli e la vetta del girone

Parte dalla panchina Nacer Chadli, dopo l'infortunio al ginocchio che lo aveva tenuto lontano dai campi per tre mesi. E' la sua prima convocazione in un match ufficiale in questa stagione, dopo gli incoraggianti 75 minuti giocati con lo Jong Twente in settimana.
L'abbondanza per il rientro dei diversi infortunati consente ad Adriaanse un po' di rotazione. Tuttavia, il tecnico a sorpresa tiene di nuovo fuori dall'11 titolare Leroy Fer, al suo posto confermato Landzaat.
Come accade solitamente in Coppa, sul binario di destra viene scelta una coppia più offensiva come Rosales/Bajrami, rispetto a Cornelisse/Janssen utilizzata a Waalwijk. Torna tra i pali Mihaylov che ha superato il fastidio alla caviglia.

L'Odense risponde con un 4-4-1-1 in cui Utaka guida l'attacco supportato da Andreasen.


La partita

Grande prova di forza del Twente in casa dell'Odense. La squadra danese non sta vivendo un periodo semplice in campionato, tuttavia in Europa ha perso soltanto due degli ultimi 12 incontri casalinghi. Il vantaggio dei Tukkers arriva dopo 13 minuti grazie ad una pregevole manovra corale. Brama inizia l'azione recuperando un pallone in difesa e la conclude scavalcando Toppel in uscita al termine di un triangolo in area di rigore con De Jong.
Al 18' De Jong gira di prima un cross dalla destra di Rosales, Toppe si distende e blocca. Sul rilancio del portiere i Tukkers riconquistano facilmente il pallone tenendo viva l'azione: Ola John si accentra indisturbato e prova il destro a giro che si stampa sul palo.
Al 29' Djemba-Djemba alleggerisce la pressione ospite con una fuga solitaria, verticalizzazione per Utaka che viene chiuso da Douglas al momento del tiro.
Trascorrono due minuti e il Twente raddoppia. Mendy si attarda nel disimpegno sulla linea laterale. Bajrami gli strappa il pallone e si invola verso l'area avversaria seminando i difensori come paletti. Lo slalom dello svedese si conclude con un rasoterra di giustezza a superare il portiere.
Nella ripresa prosegue il monologo olandese con De Jong nuovamente vicino al gol su un cross pennellato da John, ma ostacolato calcia alto.
L'Odense si affaccia nell'altra metà campo avversaria al 62'. Wisgerhof si spinge in avanti ma perde palla, Utaka serve Kadrii nel buco lasciato dal difensore, Mihaylov copre bene lo specchio della porta.
Ola John continua ad impervesare sulla sinistra. Al 65' un suo cross viene respinto al limite dell'area, De Jong accomoda la sfera per l'accorrente Brama che calcia debolmente. Toppel è però goffo nella parata, respingendo sui piedi di Chadli che non sbaglia il tap-in. Il centrocampista belga, subentrato poco prima a Janko, festeggia con la rete il ritorno in campo.
John intanto continua a cercare, senza riuscirvi, la gioia personale. Al 69' una staffilata dalla distanza viene alzata in corner da Toppel.
Si riaccende un barlume di speranza per la squadra di casa al 71'. Sorensen giunge senza ostacoli sulla trequarti, cross calibrato per Fall che insacca con una poderosa incornata. Colpevole nella circostanza Wisgerhof che si stacca dall'attaccante.
Tuttavia il miraggio di una rimonta viene spezzato dal gol del definitvo 4-1 olandese. Chadli tocca di prima un passaggio di Janssen innescando in area De Jong. L'attaccante della nazionale colpisce al volo realizzando il secondo gol nei gironi di Europa League, il dodicesimo della stagione.
Nel finale l'Odense ha un altro paio di chance per rendere meno amara la sconfitta, ma Utaka e Falk Jensen sono imprecisi davanti alla porta.
Il Twente con 7 punti si porta al comando del girone, staccando il Fulham fermo a 4 dopo l'inattesa sconfitta di Cracovia. Con due gare su tre da disputare al Grolsh Veste i sedicesimi di finale sono ad un passo.

Odense 1-4 Twente - 13' Brama, 31' Bajrami, 65' Chadli, 71' Fall (O), 82' De Jong.
Odense (4-4-1-1): Toppel; Ruud, Christensen, Reginiussen, Mendy; Johansson, Djemba-Djemba, Sorensen, Kadrii; Andreasen; Utaka.
Panchina: Wessels, Hoegh, Johansen, Fall, Jensen, Gislason. All. Henrik Clausen.
Twente (4-3-3): Mihaylov; Rosales, Wisgerhof, Douglas, Tiendalli; Brama, Landzaat (68' Fer), De Jong; Bajrami, Janko (62' Chadli), John (77' Janssen).
Panchina: Marsman, Bengtsson, Cornelisse, Leugers. All. Co Adriaanse.
Migliore in campo: Ola John.




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