Riposi in pace lo Sportclub Veendam.
Dopo 119 anni di storia, i Veenkolonialen, dopo anni di difficoltà economiche, non è riuscito a racimolare il milione di Euro richiesto per salvare, ancora una volta, la stagione ed ottenere la licenza dalla KNVB.
Il destino dei gialloneri della provincia di Groninga sembrava, però, già segnato: nell'ultima partita, contro l'FC Oss, gli spettatori che occupavano gli spalti del Langeleegte, stadio conosciuto per il suo nome e la sua atmosfera, erano solo 2478, meno di metà della capienza totale.
Momento difficilissimo anche per gli sponsor, colpiti dalla forte crisi economica che sta attraversando il nord dell'Olanda, là dove una delle principali attività, la produzione di torba, è in una fase storico di deciso declino.
Sarà esagerato dire che il Veendam era un monumento calcistico in Olanda, ma il club, fondato il 4 settembre 1894, ha lasciato il suo marchio nella storia del calcio olandese. Ovviamente non per coppe e titoli, ma proprio per lo stadio, già menzionato, che, insieme ai personaggi che negli anni sono rimasti legati alla squadra, rappresenta un immagine cult per gli appassionati.
E' lì, al De Langeleegte, che il grande Leo Beenhakker ha iniziato la sua carriera da allenatore professionista, mentre l'ultimo giocatore cresciuto nella squadra del paese che conta poco più di ventimila abitanti che ha vestito la maglia Oranje si chiama Ruben Schaken, autore, contro l'Estonia, del gol numero 1500 della nazionale olandese.
Il Veendam era, più del Groningen, una squadra sempre legata alla cultura locale. Vedere la maglia gialla con la 'V' nera significa sentire il dialetto della Groninga, ruspante ma sempre simpatico. E quando anche i giocatori parlano così tutto il pubblico si è subito innamorato.
Uno di quei ex giocatori si chiama Henk de Haan (www.henkdehaan.org). De Haan lavora anche per lo storico rivale FC Groningen, con la quale ha giocato nel corso della sua carriera. Sul suo sito web, l'ex difensore normalmente promuove i suoi eventi commerciali, in questi giorni però si dedica quasi 24/7 alla salvezza (non sportiva ma assoluta) del Veendam. Ha invento già un'infinità di idee per raccogliere i soldi (contattando persino uno sceicco via Facebook) e, grazie alle sue apparizioni in tv nazionale, la lingua olandese ha un verbo in più: broez'n (foneticamente brus'n), impossibile da tradurre letteralmente, ma il cui significato è "lavorare duramente". Pop pop pop, dai dai dai.
Anche per questo De Haan è entrato nel cuore dei tifosi dei Veenkolonialen. Ma il crowdfunding, ovvero la raccolta di fondi attraverso il popolo, non li ha salvati, essendo riuscita a raccogliere poco più di 300mila euro, meno di metà di quanto necessario. Così, il 25 marzo il giudice ha deciso di consegnare il club al fallimento, tra le lacrime dei supporters, e ieri, 2 aprile, alle ore 16, il club si è spento definitivamente.
Che Jupiler League sarà nel prossimo anno? Già l'AGOVV Apeldoorn era fallito e ora anche il Veendam non ce l'ha fatta. Per il resto quasi tutti hanno problemi di presentare un bilancio positivo, nonostante siano solo 6 i club nella prima categoria KNVB, quella che presenta seri problemi finanziari. Prossimamente, in Federazione, il problema verrà affrontato: tra le soluzioni papabili c'è l'inserimento delle squadre under 23 di Ajax, Feyenoord e PSV. Visto che non ci sono ancora club nella Topklasse con la voglia di saltare categoria, il campionato cadetto ha decisamente bisogno di qualche novità.
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