Arrivato nel 2011, a soli 15 anni, dal Willem II, il giovane Branco è nato ad Eindhoven, a pochi passi dall'Herdgang, il centro di allenamento delle giovanili del PSV, ma ha preferito l'Ajax ai Boeren per il suo futuro da calciatore, reputando l'Ajax come "la migliore scuola di calcio possibile".
Il calcio, del resto, sembrava scritto nel destino di questo ragazzo, il cui nome è un omaggio a Cláudio Ibrahim Vaz Leal, meglio noto come Branco, terzino sinistro del Brasile (con un passato in Italia, con le maglie di Brescia e Genoa) che castigò l'Olanda al Mondiale del 1994.
Dopo aver compiuto il classico iter tra le varie categorie dell'accademia ajacide, Van den Boomen è stato inserito, ad inizio stagione, nella lista dei partecipanti al campionato A1 con la squadra di Orlando Trustfull, ma la necessità di un jolly del pacchetto arretrato ha fatto si che Alfons Groenendijk, allenatore dello Jong Ajax, lo convocasse per alcune gare di Eerstedivisie disputate nel tardo novembre, salvo richiamarlo la settimana scorsa in occasione della pesante sconfitta contro l'Emmen.
Sebbene Trustfull, allenatore dell'Ajax A1, lo impieghi regolarmente come centrocampista arretrato, chi ha seguito le gare dell'Eerstedivisie avrà notato come Van den Boomen abbia dimostrato una buona capacità di adattamento venendo schierato in diverse posizioni della difesa.
Il suo idolo, però, resta Xabi Alonso, e questo la dice lunga su quali siano le inclinazioni in campo del ragazzo, che come il campione del Real Madrid ama mettersi in cabina di regia e dirigere il gioco con precisi passaggi e lanci calibratissimi, grazie ad un piede destro molto educato. La sua precisione nel colpire il pallone ne fa anche un discreto tiratore di punizioni, così come dimostrato nella sfida di Youth League contro i pari età del Milan.
Tecnicamente discreto (ma gli allenamenti con lo staff dell'Ajax non potranno che migliorarlo ulteriormente), soffre un pò sul piano della velocità, visto e considerato che il ragazzo è alto 190 centimetri. Quando il ritmo si alza, allora, in mezzo al campo perde un pò di incisività e forse, proprio per questo, non è da escludere un suo futuro, definitivo, assestamento nella linea dei difensori, potendo rappresentare, se vogliamo, quel modello di centrale difensivo amato da De Boer, che preferisce che l'azione si sviluppi proprio nei primi 30 metri del campo.
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