La storia del Volendam: l'altra oranje nel cuore degli olandesi



Nessuna squadra nel calcio olandese ha collezionato più promozioni e retrocessioni degli Het andere Oranje, in italiano "gli altri Oranje". 
Stiamo parlando del FC Volendam, squadra di un villaggio di 22mila abitanti che, dopo l'Ajax, è nel cuore di tutti gli abitanti della Noord-Holland. 

Il continuo sali-scendi tra Eredivisie ed Eerstedivisie non sembra turbare affatto gli appassionati di questo piccolo club, legatissimi alle tradizioni come solo gli abitanti di un pittoresco villaggio di pescatori a nord di Amsterdam possono essere. Una su tutte? Il giro del lago Ijsselmeer su di una barca costruita appositamente per festeggiare le promozioni della squadra in maglia arancione. L'ultima volta che la "Heen en Weer", questo il nome dell'imbarcazione, da tradursi significativamente "avanti e indietro" , ha mollato gli ormeggi è stato alla fine della stagione 2007-08, dopo l'approdo della squadra nella massima serie del calcio olandese.

In una società che sotto alcuni aspetti si presenta aperta e moderna come quella olandese, Volendam rappresenta una vera e propria eccezione: i ventiduemila abitanti, infatti, hanno creato una comunità molto legata alle proprie origini. Passeggiando per la piccola cittadina, infatti, non è difficile incontrare persone vestite con costumi tradizionali, e questo amore per le proprie radici si rispecchia anche nella composizione della squadra, che da sempre ha avuto tra le sue fila moltissimi giocatori indigeni. 
Tanti, nella storia del piccolo club fondato nel giugno del 1977, sono i Molenaar, i Veerman, i Mühren, gli Jonk che hanno vestito la casacca degli het andere Oranje. E la sfilza di nomi può continuare con gli Zwarthoed, i Tol, i Tuyp, i Bond, i Kras, tutti cognomi tipici del posto. Guardando un almanacco sarà facilissimo, allora, accorgersi di quanti padri, figli e fratelli abbiano fatto la storia della squadra nata dalla divisione dell'originario RKSV Volendam. 

I tifosi del Volendam, nonostante la vicinanza con Amsterdam e, quindi, la quasi convivenza con i giganti dell'Ajax, non hanno mai sofferto di complessi di inferiorità. Tra le due squadre, infatti, esiste un buon rapporto che trasforma i "derby" regionali in una sorta di amichevoli. Tuttavia, al contrario di quel che si può pensare, il Kras Stadion, con i suoi 6.260 posti, non è sempre stato terra di conquista per gli Ajacidi, che nel 1989, sconfitti per 1 a 0, rischiarono addirittura di perdere il campionato.



Il legame tra le due squadre si denota anche per il fatto che tanti talenti nati e cresciuti nel Volendam abbiano deciso di fare il grande passo proprio andando a vestire la maglia dell'Ajax. Gerrie Mühren e suo cugino Arnold negli anni 70 e Wim Jonk al tramonto degli anni 80, sono i casi più clamorosi.
Proprio Wim Jonk, che ricordiamo anche in Italia con la maglia dell'Inter, appese le scarpette al chiodo ha deciso di tornare a casa per lavorare, stavolta dietro una scrivania, per il club che gli ha dato i natali calcistici, salvo poi entrare nello staff dell'Ajax, occupandosi del settore giovanile e del suo sviluppo secondo il piano disegnato da Johan Cruijff.

Gerrie ed Arnold Mühren, invece, proprio a rimarcare lo stretto legame tra i giocatori ed il villaggio di Volendam, sono cugini dell'anziano Pé, lo storico speaker, per usare un termine più moderno, dello stadio Kras, da tutti ricordato per le sue filastrocche al momento dei goal o della presentazione della squadra, accolta sempre con grandissimo entusiasmo.
La festa è grande, quando gioca il team che veste d'arancione, nonostante il più grande successo di sempre della storia del club rimanga uno storico sesto posto in Eredivisie nel 1990 (bissato nel 1993) e la semifinale di Coppa d'Olanda del 1978, persa contro l'Ajax per la regola dei goal segnati in trasferta.

Ma tutto questo non pesa più di tanto ai fieri tifosi del Volendam. Quello che conta, in fondo, è sapere di poter mettere al più presto in acqua la "Heen en Weer".

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