I protagonisti del calcio olandese: Willy Brokamp, il bianco tulipano ribelle


Sono almeno due gli attimi che caratterizzano la carriera (o forse la vita) di Willy Brokamp, attaccante che ha scritto la storia del MVV Maastricht, guadagnandosi la fama di "Mister MVV".
Il primo momento è il quarto minuto di Israele-Olanda, amichevole giocata il 28 gennaio del 1970, l'ultima gara con Georg Kessler in panchina, prima dell'approdo di Fadrhonc e Michels.
In campo c'è, tra gli altri, un esordiente, immediatamente riconoscibile per via dei suoi capelli biondi, chiarissimi: lo chiamano De Witte, il bianco, e con la maglia rossa del MVV Maastricht in Olanda sta facendo impazzire i difensori avversari.
Idolo dei tifosi, Willy Brokamp era riuscito a guadagnare a suon di reti la convocazione in nazionale, solitamente ad appannaggio quasi esclusivo di chi giocava con le big del paese, pur facendo parte di una squadra di secondo piano. Dopo poco più di duecento secondi dal calcio d'inizio, Brokamp fa quello che sa fare meglio: buttare il pallone in rete. La gara finisce 1-0 per gli oranje e a decidere la partita era stato Brokamp, de Witte.

Tra il 1964 e il 1974, con la maglia del MVV Maastricht il calciatore nato a Chevremont, un pittoresco villaggio nei pressi di Kerkrade, segna 122 volte in 318 partite. Il suo nome è sempre tra i primi annotati sui taccuini degli osservatori, ma a dispetto di una corte serrata, Brokamp decide di non lasciare la tranquilla Maastricht. Picche al PSV e all'Ajax e nell'estate del 1973, quando sembrava cosa fatta il suo trasferimento al Feyenoord, il MVV riesce a trattenerlo partecipando all'acquisto del pub Aux Pays Bas, che viene rilevato dal calciatore che decide di prolungare la sua permanenza in riva alla Mosa.
L'enfant terrible di Maastricht divide la scena con Jo Bonfrere e Bennie Redel e nella stagione 1972/73 è stato, insieme a Cas Janssens, del NEC, il capocannoniere del campionato olandese con 18 goal (record negativo della storia del campionato olandese).

L'anno successivo, però, l'insistenza dell'Ajax viene premiata e l'attaccante passa al club di Amsterdam. In barba alle regole dettate da Rinus Michels, Brokamp prende casa a Leidseplein. Amante della vita notturna, di cibo e alcool e incline alle peggiori compagnie, ad Amsterda de Witte conferma la sua fama di
attaccante di razza, ma poco incline all'impegno. E poichè Brokamp non amava impegnarsi, forse per questo non è mai veramente esploso, facendosi scartare anche dalla selezione della Nazionale che avrebbe partecipato, sfiorando la vittoria, ai Mondiali del 1974.
Il secondo momento caratterizzante la sua storia è una sorta di leggenda metropolitana: ritardatario, spesso in campo ad allenamento già iniziato, pare che una volta Brokamp si sia presentato ad una sessione mattutina in smoking, dopo aver fatto le ore piccole ad una festa. Rinus Michels lo punì spedendolo in panchina, ma il provvedimento fu mal digerito dal calciatore, cresciuto da ribelle, costantemente ripreso dai suoi allenatori nelle giovanili e letteralmente insofferente alla disciplina. L'unico manager con cui è andato d'accordo è stato George Knobel, durante i primi anni a Maastricht. Gli altri chiedevano troppo sforzo e abnegazione, mentre lui adorava i pub e le feste. 


E' un crepuscolo difficile, il suo. Tornato al MVV dopo le due stagioni con la maglia dell'Ajax (20 goal in 48 partite), Brokamp ritrova una squadra modesta, il cui livello medio è decisamente più basso. Abituato ad altri palcoscenici, l'attaccante di Chevremont si cala nella realtà dell' Eerstedivisie. Alla fine dell'anno il Maastricht sarà terzo, ma fallirà l'obiettivo-promozione, venendo eliminato dalla Nacompetitie. Frustrato dal fallimento, Brokamp si demoralizza e vede sempre meno il campo: MVV – SVV, giocata il 10 dicembre 1977 e terminata 1 a 1, è la sua ultima gara. Alla fine della stagione, senza il suo leader, la
squadra di Maastricht guadagnerà l'agognata promozione.

Adorato dai fan, che lo hanno votato calciatore del MVV del secolo, "Mister MVV" ha lasciato il calcio a 31 anni, per dedicarsi al catering. Oggi è proprietario di due bar, uno a Maastriche e l'altro a Kanne, un piccolo villaggio in Belgio.


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