Alle 19,13 di martedì 21 aprile sono le parole del premier olandese Mark Rutte a porre fine alla stagione 2019/2020 del calcio professionistico oranje. Il prolungamento del divieto di organizzazione degli eventi in Olanda, dal 1° giugno al 1° settembre, spezza le gambe a centinaia di eventi organizzati nella calda estate dei Paesi Bassi.
«Non possiamo correre rischi nel prossimo futuro», esordisce Rutte in conferenza stampa. «Niente Pinkpop Festival (il più vecchio festival annuale di musica nel mondo, con musica rock), niente Quattro giorni di Nijmega (la più grande corsa non competitiva del mondo), niente Zwarte Cross (il più grande festival musicale a pagamento dei Paesi Bassi, una combinazione di motocross, musica e teatro)», continua il premier olandese.
«En geen betaald voetbal tot 1 september»: «E niente calcio professionistico fino al 1° settembre». Con queste aspre parole, ma necessarie e inevitabili, il coronavirus interrompe proprio sul più bello la stagione 2019/2020, che, quindi, non verrà più portata a termine, e ponendo un grandissimo punto interrogativo anche sulla prossima stagione, dato che, calendario alla mano, l’8 agosto la Johan Cruijff Schaal, la Supercoppa d’Olanda, doveva inaugurare la prossima stagione calcistica oranje, con l’Eredivisie pronto ad aprire le porte dei suoi stadi nel weekend successivo, quello del 15 e 16 agosto (l’inaugurazione era fissata alla serata del 14 agosto, con il classico anticipo del venerdì).
Non vedremo nulla di tutto questo, sicuramente non in queste date. Quando la prossima stagione aprirà i battenti, per ora non è dato saperlo, tutto avvolto in una nebulosa mista di tensione ed emergenza, quella di «uno dei periodi più grandi e più terribili che ognuno di noi sperimenterà mai», per citare le parole del premier Rutte.
E ora la patata bollente passa alla Federcalcio olandese, la KNVB, a cui spetta l’arduo compito di sbrogliare una matassa troppo aggrovigliata per poter accontentare tutti e non scontentare nessuno degli attori in campo. Venerdì sarà, con ogni probabilità, la giornata decisiva per capire il futuro del calcio all’ombra dei tulipani, quandi si terrà una riunione congiunta con tutti i partecipanti, le squadre di Eredivisie ed Eerste Divisie, la serie B olandese, e i vertici delle due leghe professionistiche.
"EH SI, QUESTO E' ACIDO"
«Zuur» è una parola che si utilizza di solito per definire la smorfia che si ha assaggiando un limone aspro o mangiando una cucchiaiata di uno yogurt scaduto. Ma è «acido» anche dover porre fine, per una causa che non dipende da nessuno di noi, al nostro mondo, al nostro calcio che tanto amiamo e per il quale aspettiamo solo il weekend per poterlo ammirare sugli stadi di mezza Olanda e sulle televisioni di mezzo mondo. «Eh si, questo è acido, ma con tutte le conseguenze che questa crisi ha sulla salute pubblica, dovremo fare questo sacrificio. Mi aspetto che la gente lo capisca». Sono queste le parole con cui il premier olandese Mark Rutte commenta il prolungamento del divieto di organizzazione di eventi fino al 1° settembre, che taglia le gambe all’Eredivisie per un lungo periodo.
Nella situazione attuale, la decisione di fermare il calcio professionistico era inevitabile, nonostante le pressioni di un gruppo ristretto di società olandesi per riprendere e finire il campionato 2019/2020, anche per non perdere l’ultima tranche di introiti derivanti dai diritti televisivi. Ma Rutte lo ripete ancora una volta, «la salute pubblica è la priorità», e quindi il calcio può aspettare. La Johan Cruijff Arena, il de Kuip e il Philips Stadion rimarranno lì ad aspettare per qualche mese e quando il pallone ritornerà a rotolare sull’erba soffice, allora sarà ancora più bello. Nel frattempo, non ci rimane che rivedere le vecchie partite e pazientare un po’. «En ja, dat is zuur».
E ORA? LA KNVB E I 3 SCENARI
Chiusa definitivamente la stagione di calcio giocato, adesso si aprono diversi scenari per provare a colmare quella differenza di 8 giornate in Eredivisie e di 9 giornate in Eerste Divisie (a cui si aggiungono i vari Play-Off per le competizioni UEFA e quelli promozione-retrocessione). I media olandesi, primo fra tutti il portale NU.nl, hanno provato a disegnare i 3 scenari tra cui la KNVB sarà chiamata a scegliere.
1. La classifica al momento della sospensione è la classifica finale 2019/2020
La prima opzione è quella di congelare la classifica al momento della sospensione dei campionati, che, di fatto, diventerebbe la classifica finale della stagione. In questo scenario, l’Ajax verrà dichiarato campione d’Olanda, mentre RKC Waalwijk e ADO Den Haag verranno retrocessi in Eerste Divisie. Da settembre in poi, i loro posti in Eredivisie verranno occupati da Cambuur e De Graafschap, rispettivamente prima e seconda in Eerste Divisie al momento della sospensione. L’Ajax, a pari punti in vetta con l’AZ Alkmaar, la spunterebbe per la differenza reti (+45 contro +37), ed entrambe le squadre accederebbero ai preliminari di Champions League, con Feyenoord e PSV che si dovrebbero accontentare di un posto in Europa League. Il tema caldo riguarda l’assegnazione del quinto pass per le coppe europee, dato che il Willem II ne avrebbe diritto tramite la classifica, mentre l’Utrecht in qualità di finalista di Coppa d’Olanda. Inoltre, l’Utrecht, che doveva scendere in campo domenica scorsa contro il Feyenoord nella finale della Coppa nazionale, avrebbe potuto ancora sorpassare il club di Tlburg in classifica, in quando il club di Utrecht ha giocato una partita, si trova 3 punti dietro al Willem II e con una migliore differenza reti.
2. La stagione 2019/2020 viene annullata
Poiché le squadre hanno disputato solo 3/4 delle competizioni (il 73-76% in Eredivisie e 76% in Eerste Divisie), è probabile che la stagione venga annullata e dichiarata non valida. Come conseguenza diretta non si avrà nessun campione d’Olanda, nessuna retrocessione e nessuna promozione. Semplicemente, la stagione 2019/2020 non è mai esistita e a settembre vedremo ai nastri di partenza di Eredivisie ed Eerste Divisie le stesse squadre che hanno iniziato lo scorso campionato ad agosto. Se la stagione verrà annullata, però, la classifica parziale al momento della sospensione verrà utilizzata, quasi sicuramente, per l’assegnazione dei pass per le competizioni europee: non ci sono problemi per i preliminari di Champions League, che andrebbero ad Ajax ed AZ Alkmaar, mentre per i preliminari di Europa League rimane il problema del quinto pass, insieme a Feyenoord e PSV, da assegnare a una tra Willem II, quinta in classifica al momento della sospensione, e Utrecht, finalista di Coppa d’Olanda.
3. L’Eredivisie si espande a 20 squadre, con 2 promozioni e nessuna retrocessione
Sarà questa, ci possiamo scommettere, la soluzione verso cui spingeranno Cambuur e De Graafschap, rispettivamente prima e seconda in classifica in Eerste Divisie prima dello stop forzato, che verrebbero promossi in una Eredivisie allargata, senza nessuna retrocessione. In questo scenario a settembre si presenterebbero ai nastri di partenza 20 squadre (anziché le classiche 18), con RKC Waalwijk e ADO Den Haag, che avrebbero salva la preziosa pelle dell’Eredivisie. Per attuare questo piano, però, bisognerebbe riprogrammare la struttura del massimo campionato e, per questo, occorre il voto favorevole di almeno i 5/6 delle squadre (quindi almeno 15 club su 18). Un vantaggio è senza dubbio quello legato all’aumento delle partite (4 per la precisione), che consentirebbero alle società di controbilanciare almeno in parte i ricavi persi in questa ultima parte di stagione, ma che costringerebbe le squadre a un maggiore sforzo per concentrare ulteriormente le giornate di campionato (che passerebbero da 34 a 38) in un periodo di tempo più breve (da settembre anziché da metà agosto), in vista degli Europei in programma nel maggio 2021. Ovviamente, anche in questo scenario non mancano i problemi: dalle sole 18 squadre che parteciperebbero all’Eerste Divisie al passaggio alla stagione successiva (ritornare alle 18 squadre con 4 retrocessioni e 2 promozioni o mantenere il format a 20 squadre?).