Sneijder fa ballare la samba al Brasile. Olanda in semifinale dopo 12 anni


Port Elizabeth è una città che si trova sulla baia di Algoa e, nel XVI secolo, i portoghesi furono i primi ad utilizzare la baia come stazione di rifornimento per le navi dirette in India. Quando gli olandesi presero progressivamente il controllo della fascia costiera meridionale del Sud Africa, la zona di Port Elizabeth venne a rappresentare grosso modo il confine orientale della Colonia del Capo. Quasi 500 anni dopo, gli Olandesi hanno riconquistato la città esattamente come avevano fatto i loro predecessori. Lo hanno fatto su un campo da calcio e non su uno di guerra, ma lo hanno fatto progressivamente come i loro avi, partendo a rallentatore e chiudendo con il controllo assoluto del territorio.
Con questa similitudine possiamo racchiudere il senso di una delle partite che faranno la storia del calcio olandese. Proprio oggi, per ironia della sorte, sarebbe stato il 36mo anno in cui l’Olanda non batteva il Brasile. Era il 3 luglio 1974 quando Cruijff e compagni spazzarono via i carioca campioni del Mondo in carica. Ieri, 2 luglio 2010, si è deciso che questo amaro “complenno” non s’aveva da fare e così Sneijder si è caricato sulle spalle una squadra e l’ha condotta nell’olimpo del calcio mondiale. Dopo 32 anni gli Oranje sono in semifinale e soprattutto vi approdano con merito dopo 45’ minuti giocati con freddezza, lucidità, sana pazzia e… con qualche randellata al momento del bisogno.
E pensare che la gara era iniziata con il piede sbagliato: Joris Mathijsen si era infortunato durante il riscaldamento. Un risentimento muscolare aveva fatto si che Bert van Maarwijk lanciasse nella mischia l’esperto Ooijer, presente nella gara contro la Seleçao di 11 fa in cui ci furono 5 espulsi, tra cui proprio lo stesso Ooijer. Il modulo non cambia e per la seconda volta Kuijt va a sinistra lasciando la fascia destra all’altro fenomeno della squadra, Arjen Robben. Carlos Dunga deve fare a meno di Elano, il Kuijt brasiliano, e manda in campo Daniel Alves. Il Brasile gioca con il 4-3-1-2 con Kakà dietro alle punte Luis Fabiano e Robinho. La gara è subito nervosa con diversi interventi al limite del cartellino giallo. Si sa, tra Olanda e Brasile, si gioca a calcio e a calci.
I brasiliano iniziano ad assediare l’Olanda e al 7’ Dani Alves imbecca Robinho in area di rigore che infila Stekelenburg, ma l’arbitro, il giapponese Nishimura, annulla giustamente su segnalazione del suo assistente proprio per il fuorigioco di Robinho. Sono solo le prove generali di quello che accade due minuti dopo. Felipe Melo, dal cerchio di centrocampo, effettua un passaggio rasoterra verso l’area di rigore. I centrali olandesi, non certo affiatati, si aprono come le acque fecero con Mosè e Robinho ringrazia realizzando la rete del vantaggio.
Due minuti dopo Dirk Kuijt, dalla sinistra, risponde immediatamente, ma Julio Cesar è attento e mette in corner. Gli olandesi sono nel pallone, sembrano un pugile prossimo al KO, ma resistono. Dove non arrivano i polmoni arrivano le gambe: Heitinga si prende un giallo per aver steso Luis Fabiano a palla distante. Anche Ooijer, van Bommel, de Jong e persino van Persie entrano duro sugli avversari. Ma uno degli eroi della giornata è Marten Stekelenburg (avete notato la divisa gialla “canarino” in stile Jan Jongbloed a Monaco 74?) che, al 30’, smanaccia in corner una velenosa conclusione di Kakà, che avrebbe sicuramente mandato i titoli di coda. Sneijder ci prova su punizione, ma è una telefonata all’amico Julio Cesar. Il Brasile non sta solo a prenderle: Bastos stende da dietro Robben e anche per lui scatta l’ammonizione. L’arbitro, che nel complesso ha arbitrato bene, fa il solo errore di tenere troppo in tasca i cartellini. Si vede che pecca di esperienza a certi livelli e ad approfittarne è quel marpione di van Bommel che stende a ripetizione gli avversari e chiuderà la gara immacolato. Nel recupero del primo tempo Stekelenburg chiude ancora la porta a Maicon imbeccato dal solito Dani Alves. Il portierone dell’Ajax Amsterdam sta facendo un grandissimo torneo ed è ancora una volta uno dei migliori.
La ripresa inizia con il diffidato van der Wiel (ancora una prova inconsistente) che si fa ammonire. Al 52’ l’arbitro grazia Bastos per un fallo su Robben che meritava il giallo ed il conseguente rosso per doppia ammonizione. L’attaccante del Bayer Monaco comincia a scaldarsi. Un minuto dopo arriva il pareggio: Robben appoggia sulla destra e Sneijder che fa partire un cross in area con parabola a rientrare. Julio Cesar esce male, ciccando la palla, che va sulla testa di Felipe Melo e finisce la sua corsa in fondo al sacco, 1-1!
Il Brasile accusa il colpo, ma resta in piedi. Daniel Alves ci prova dalla distanza, ma la palla va fuori, quindi Kakà prova a piazzarla di interno destro, ma anche in questo caso la mira è imprecisa. Nel mezzo anche de Jong, diffidato, si fa ammonire per una trattenuta prolungata si Robinho. Al 23’ accade l’inimmaginabile. Angolo di Robben, Kuijt appostato sul primo palo prolunga di testa e Sneijder di testa (avete letto bene) beffa i giganti brasiliani. La gioia del trequartista dell’Inter è indescrivibile. Corre all’impazzata nel campo toccandosi la fronte come dire “l’ho fatto di testa non è incredibile”.
Dopo questa rete il Brasile si scioglie come neve al sole. Felipe Melo perde la testa e scalcia Robben a terra. Espulsione diretta per il centrocampista e Brasile in dieci. Dunga toglie un Luis Fabiano abulico per tutto il match (grazie anche ad Ooijer che con due spallate lo fa girare a largo) e mette dentro Nilmar (d’altronde Pato, Ronaldinho e Adriano sono in Brasile), ma la gara non cambia. Gli olandesi ora vanno a 200 all’ora e i brasiliani hanno le gambe pesanti. Quando prende palla Robben la difesa carioca va in tilt e devono fermarlo sempre con le maniere forti. Entra Huntelaar per van Persie (se per caso questo inizia a giocare veramente insieme a Sneijder e Robben l’Olanda vince a man bassa la coppa) e proprio il “cacciatore” ha l’opportunità di servire Robben per il 3-1, ma ritarda il passaggio.
Finisce con il popolo arancione in delirio: l’Olanda è in semifinale dopo 12 anni e ad attenderla, come allora, un’altra squadra sudamericana. Stavolta è il sorprendente Uruguay che però farà a meno dell’attaccante ajacide Suarez espulso nella gara contro il Ghana.
Johannesburg ci aspetta, però dobbiamo passare prima per Città del Capo o come la chiamano gli olandesi che la conquistarono Kaapstad.

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