L'Olanda ritrova Robben e sbanca Wembley.

Una buona Olanda espugna Wembley al termine di una gara abbastanza noiosa nel primo tempo, ma vivacizzata nella ripresa dai lampi di Robben e Huntelaar. Nel finale la rocambolesca rimonta degli inglesi sembrava negare agli Oranje un successo più che meritato, ma all'ultimo respiro il capolavoro balistico di Robben stabiliva il 3-2 definitivo.
Un'iniezione di fiducia per la nazionale guidata da Bert Van Marwijk, reduce da due sconfitte e un pareggio. Il 3-0 inflitto dalla Germania nell'ultima amichevole, nonostante una massicia presenza di seconde linee in campo, aveva fatto storcere il naso a molti tifosi, scoraggiati dalle recenti prestazioni negative. Il successo prestigioso di Londra rinvigorisce le ambizioni dei tulipani nella marcia di avvicinamento agli Europei in Ucraina e Polonia.


Schieramenti di partenza

Inedito schieramento per l'Inghilterra guidata da Stuart Pearce, nominato manager ad interim in seguito al divorzio da Fabio Capello. Dalla cintola in giù diverse le assenze, tra cui spiccano Lampard e Ferdinand (disponibili ma stranamente ignorati nelle convocazioni) e l'infortunato Terry, la cui famigerata fascia da capitano viene ereditata a sorpresa dal centrocampista del Tottenham Scott Parker.
Steven Gerrard, deluso per la mancata scelta, opera alle spalle del trio offensivo formato da Johnson, Welbeck e Ashley Young. Non saranno i soli giocatori provenienti dai due club di Manchester: nell'11 titolare ne figurano ben sette!
Al contrario Van Marwijk, come abbiamo imparato durante il suo mandato, è poco incline agli sperimentalismi. L'unica novità nell'11 base è rappresentata da Nigel de Jong che vince il ballottaggio con Kevin Strootman e affianca Van Bommel sulla mediana. Persiste la difficoltà a reperire alternative credibili sulle corsie laterali: sulla destra Van der Wiel è indisponibile (al suo posto Boulahrouz), sulla sinistra invece il tecnico dei tulipani decide di rischiare Pieters, sebbene lo scarso minutaggio con il PSV al rientro da un lungo infortunio certifichi un'integrità fisica ancora da ritrovare.
In avanti i due giocatori maggiormente in forma si contendono una maglia da titolare al centro dell'attacco: Van Persie parte titolare, con Huntelaar pronto a raccoglierne il testimone nel secondo tempo. I fari sono però puntati su Sneijder e Robben, protagonisti finora di una stagione deludente coi rispettivi club, tra malanni fisici e incomprensioni con gli allenatori.


La partita

Il racconto della gara potrebbe serenamente fare a meno della prima metà. Nei 45 minuti iniziali, tutt'altro che esaltanti, è parso evidente che le due squadre mirassero a non prestare il fianco alle ripartenze avversarie, tenendo le posizioni anziché rischiare qualcosa in fase offensiva.
"Abbiamo perso contro la Germania e non volevamo perdere di nuovo in contropiede stasera, per questo abbiamo giocato con maggiore stabilità" dirà il ct dei tulipani al termine dei 90. Alcuni lettori, ricordando le performances dell'Olanda targata Van Marwijk, faranno notare che in realtà la solidità è sempre stata un marchio di fabbrica di questa squadra, imperniata su due incontristi centrali (ecco perché De Jong e non Strootman?) che avrebbero dovuto sorreggere il peso dei 4 giocatori d'attacco, esentati da particolari oneri difensivi proprio per conservare una certa brillantezza nelle ripartenze. In effetti in questa partita, il rigore tattico degli Oranje voluto dall'ex tecnico del Feyenoord viene portato alle estreme conseguenze, snaturando il concetto originale di Calcio Totale, che mai è davvero appartenuto alla nazionale di questi ultimi anni. Ma finché i risultati sono positivi, è anche saggio essere meno schizzinosi.
Si diceva di un'Olanda particolarmente attenta a non concedere spazi in questa prima frazione di gioco. Gli attaccanti rinunciano a pressare alto, prendendo in custodia i rispettivi uomini solamente quando questi oltrepassano la metà campo. Significativo sotto questo aspetto le due diagonali difensive fatte addirittura da Arjen Robben (probabilmente le prime della sua stimata carriera) su Micah Richards, sempre temibile nelle incursioni offensive. La stella del Bayern, che occupa la fascia sinistra in questo match (in barba al luogo comune secondo il quale è decisivo solo sul lato opposto), è anche l'unico capace di accendere il primo tempo degli ospiti con lampi della sua classe: al 14' servito in posizione defilata da Sneijder, punta Richards costringendolo ad indietreggiare, quindi testa i riflessi di Hart con un diagonale secco di sinistro. Al 38' è ancora Sneijder, piuttosto in ombra nel corso dell'incontro, a vedere il taglio di Robben alle spalle del terzino, ma Van Persie è impreciso nel finalizzare il suggerimento del compagno. Il bomber dell'Arsenal, autore finora di una stagione super, palesa le note difficoltà in nazionale in cui è chiamato ad un maggiore sacrificio per aprire varchi agli attaccanti esterni.
L'Inghilterra, dopo una buona chance in apertuta con Cahill che incorna sul fondo il corner di Young, si fa notare soprattutto sulla corsia destra, mettendo a nudo le cattive condizioni fisiche di Pieters. Adam Johnson e Sturridge (subentrato ad uno spento Gerrard) puntano il laterale mancino con buona frequenza, riuscendo spesso a superarlo con facilità malgrado il raddoppio costante di Nigel de Jong, difettano però al momento della conclusione a rete o dell'assistenza in area di rigore.

La ripresa si apre subito con un'ottima opportunità per Sturridge. L'attaccante del Chelsea viene servito da Young direttamente dalla bandierina, riesce a trovare lo spazio per il tiro, ma Stekelenburg è vigile e non si fa sorprendere sul primo palo.
Al 54' Robben intercetta un passaggio orizzontale di Young, Sneijder guida la transizione servendo Huntelaar uscito dai blocchi. 'The Hunter' sfrutta il movimento dei compagni per esplodere il destro da distanza siderale, il pallone termina a mezzo metro dal palo.
Trascorrono tre minuti e l'Olanda sblocca il risultato. L'Inghilterra per la prima volta porta diversi uomini nell'area avversaria sul cross di Johnson, ma senza il sostegno adeguato dei centrocampisti paga carissimo il proprio ardire; il contropiede di Robben, lanciato dal tackle pulito di De Jong su Sturridge, spacca in due tronconi la compagine di casa: nessuno riesce a tenere il passo dell'olandese che scruta il taglio di Huntelaar seguito ingenuamente in raddoppio da Smalling e si porta la sfera sul mancino, fulminando Hart con un rasoterra incrociato.
Nemmeno il tempo di rimettere in gioco il pallone e l'Inghilterra si fa sorprendere nuovamente dietro. De Jong sradica la palla dai piedi di Young, consegnandola a Sneijder che non può andare in profondità e deve ricominciare in orizzontale da Robben. L'inerzia dell'azione sembra scemare sul ripiegamento dell'Inghilterra che si ricompatta dietro, ma è ancora una volta il movimento di Huntelaar ad essere determinante: l'ex Ajax apre su Kuijt e va a raccoglierne il cross nell'area piccola, bruciando sia Cahill che Smalling nello stacco, per la rete del raddoppio. Il giocatore dello Schalke 04 resta a terra a seguito del fortuito scontro aereo con Chris Smalling, anche lui steso immobile. Cambio obbligato per entrambi, portati poi in ospedale in cui si sono sottoposti a test per verificare l'entità degli eventuali danni alla testa.
Dopo un'interruzione di oltre 6 minuti, si riprende a giocare con l'Inghilterra protesa alla ricerca del gol. Al 65' sul cross di Milner, Boulahrouz salta a vuoto, ma Downing alle sue spalle non inquadra lo specchio della porta.
I padroni di casa rischiano però ad ogni ripartenza ospite, con Robben che semina il panico tra i difensori inglesi, spesso costretti a raddoppiare o triplicare la marcatura sul numero 11.
Al 73' Sturridge fallisce una facile occasione, impattando male il tiro-cross di Baines, consegnando così un pallone docile a Stekelenburg ormai rassegnatosi al peggio.
Gli sforzi, a dire il vero piuttosto disordinati, degli inglesi vengono premiati all'85' con il gol di Cahill. Il centrale ex Bolton, riciclatosi attaccante per l'occasione, scatta in posizione nettamente irregolare (ma non ravvisata dal guardalinee) sul filtrante di Baines, elude il ritorno di Mathijsen e batte Stekelenburg da consumato goleador quale spesso si è dimostrato.
La risposta dell'Olanda non si fa attendere: Robben si infila in un buco lasciato da Sturridge, scarica dietro all'accorrente Kuijt, il cui destro violento viene disinnescato in due tempi da Hart.
Nel corso del primo minuto di recupero arriva però la beffa: azione estremamente confusa in area di rigore Oranje, nessuno segue Young che, servito da un'ottima intuizione di Jones, scavalca Stekelenburg con un delizioso colpo sotto.
Il pari raggiunto con i nervi dalla nazionale di Pearce sta stretto all'Olanda, che non si accontenta del 2-2 e prova un ultimo assalto al 92'. Richards mette fuori un cross insidioso del nuovo entrato Emanuelson, Van Bommel tiene vivo il pallone servendo Robben in area, nella posizione che predilige per il suo classico mancino a giro. La selva di gambe che gli si para davanti rende quasi impossibile l'esecuzione del gesto tecnico. Tuttavia, il fuoriclasse ex Groningen si costruisce lo spiraglio per il tiro, disegnando una traiettoria perfetta che supera Hart e mette il sigillo conclusivo su una partita dal finale palpitante.

Inghilterra 2-3 Olanda - 57' Robben, 58' Huntelaar, 85' Cahill (I), 91' A. Young (I), 92' Robben.
Inghilterra (4-3-3): Hart 5.5; Richards 6.5, Smalling 5 (64' Jones 6.5), Cahill 7, Baines 6.5; Barry 6 (46' Milner 5), Parker 5.5, Gerrard 5 (33' Sturridge 6 (88' Walcott sv)); Johnson 6.5 (61' Downing 6), Welbeck 5 (80' F. Campbell), Young 6.
Panchina: Carson, Green, A. Cole, Lescott. All. Stuart Pearce 5.
Olanda (4-2-3-1): Stekelenburg 5.5; Boulahrouz 6 (82' Vlaar sv), Heitinga 6.5, Mathijsen 6.5, Pieters 5.5 (46' Schaars 6); Van Bommel 7, De Jong 7; Kuijt 7, Sneijder 6 (76' Emanuelson 6), Robben 9; Van Persie 6 (46' Huntelaar 7 (63' L. de Jong 6)).
Panchina: Krul, Bruma, Strootman, Wijnaldum, Narsingh, Ola John. All. Bert Van Marwijk 6.5.
Migliore in campo: Arjen Robben.

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