Vincendo al De Grolsch Veste contro il Twente, l'Ajax diventa virtualmente campione d'Olanda. Se per i biancorossi di Frank de Boer manca ancora l'ufficialità aritmetica, in quanto serve ancora un solo punto, che verrà, con ogni probabilità, ottenuto il 2 maggio all'Amsterdam ArenA contro il VVV Venlo, non ci sono molti dubbi sul fatto che l'Eredivisie 2011-12 verrà vinta dagli Ajacied.
Gli ospiti, scesi in campo con la nuova maglia da trasferta per l'anno prossimo, presentata con un pò di anticipo rispetto al lancio ufficiale, vengono schierati dal loro allenatore con lo stesso undici visto contro il De Graafschap ed il Groningen. Nessun cambio, quindi, e fiducia agli uomini con più esperienza per la partita che può voler dire diventare Kampioen.
Il Twente, dal canto suo, gioca per non perdere. Ogni punto guadagnato - o perso - in questa sfida può essere decisivo per la qualificazione ai preliminari di Champions League.
McClaren opta per il classico modulo con tre centrocampisti, Brama, Janssen e Fer, che non hanno tra le proprie caratteristiche l'abilità nell'ultimo passaggio, affidandosi, così, alla velocità ed all'imprevedibilità di John e Chadli.
Nonostante la prima occasione sia per l'Ajax, che va alla conclusione con Boerrigter, è il Twente a rendersi più pericoloso nel primo quarto d'ora: all'8' John si aiuta col fisico e sfugge a van der Wiel, finta a rientrare e conclude sul primo palo, ma Vermeer è bravissimo a dire di no.
Poco dopo è la volta di Fer che, liberatosi sulla sinistra, prova, su cross di Chadli, la volèe, malriuscita, che si spegne sul fondo.
Entrambe le squadre avvertono il peso dell'importanza della gara. C'è paura di scoprirsi e ne risulta una prima frazione piuttosto contratta. L'Ajax gioca come sa: controllo palla e continui cambi di fascia e verticalizzazioni nel tentativo di far scoprire l'avversario.
Fischi - La gara arriva ad una svolta al 27', quando Alderweireld ha campo davanti a se e decide di servire lungo van der Wiel, che brucia Tiendalli sullo scatto, resiste al ritorno dell'avversario e, nel tentativo di dribblare Mihaylov, viene steso dal portiere bulgaro.
L'arbitro Liesveld comanda la massima punizione, ammonendo l'estremo difensore del Twente. La decisione arbitrale manda su tutte le furie la panchina dell'Ajax, che reclamava l'espulsione del bravo portiere dei Tukkers.
Al fischio dell'arbitro, seguiranno i tantissimi fischi dei supporters di casa. Sul dischetto, infatti, si presenta Theo Janssen, ex-capitano proprio del Twente. Il centrocampista, però, non si fa condizionare dall'impressionante bordata di fischi che arrivano dagli spalti e trasforma freddamente il rigore, calciato con potenza all'angolino alla sinistra di Mihaylov, che intuisce ma non riesce a respingere. E' vantaggio Ajax, ma Janssen, per rispetto verso i suoi ex tifosi, non esulta.
Campioni! Anzi, no - In vantaggio di un goal e con notizie confortanti che arrivano dal De Kuip, dove Feyenoord ed AZ sono ancora ferme sullo 0-0, i giocatori ed i tifosi dell'Ajax sanno di essere, al momento, campioni d'Olanda.
Sbloccato il risultato, l'Ajax prova subito a raddoppiare con Eriksen. La conclusione del giovane talento danese è, però, di poco larga.
Le squadre vanno così al riposo sul risultato di 0-1.
Al rientro dagli spogliatoi, il Twente ha un uomo nuovo. McClaren, infatti, decide di lasciare fuori Willem Janssen, affidandosi a Wesley Verhoek. L'ex ADO, infatti, è un giocatore più imprevedibile, capace di giocare tra le linee di centrocampo ed attacco, rappresentando, così, una variabile tattica nella gara del Twente, deciso a giocarsi il tutto per tutto.
Non è un caso, quindi, che la prima metà del secondo tempo corrisponda al momento più difficile, per l'Ajax, della gara. Le notizie che arrivano da Rotterdam, dove il Feyenoord si è portato in vantaggio sull'AZ con un goal di Bakkal, ed il forcing del Twente, mettono sotto pressione gli uomini di de Boer, che al 60' rischia di perdere Alderweireld.
Il difensore belga, infatti, viene colpito al viso da un oggetto lanciato dagli spalti. Per il numero 3 ajacide sono necessari i soccorsi dello staff medico, ma fortunatamente riuscirà a continuare a giocare la partita dopo essere stato medicato.
Il Twente le prova tutte per trovare il pareggio. Capitan Douglas gioca in costante proiezione offensiva, mettendo in difficoltà la retroguardia dell'Ajax, costretta a dover marcare l'altissimo difensore brasiliano, oltre a Luuk de Jong, pivot nel tridente Tukker.
Entrambe le squadre avvertono il peso dell'importanza della gara. C'è paura di scoprirsi e ne risulta una prima frazione piuttosto contratta. L'Ajax gioca come sa: controllo palla e continui cambi di fascia e verticalizzazioni nel tentativo di far scoprire l'avversario.
Fischi - La gara arriva ad una svolta al 27', quando Alderweireld ha campo davanti a se e decide di servire lungo van der Wiel, che brucia Tiendalli sullo scatto, resiste al ritorno dell'avversario e, nel tentativo di dribblare Mihaylov, viene steso dal portiere bulgaro.
L'arbitro Liesveld comanda la massima punizione, ammonendo l'estremo difensore del Twente. La decisione arbitrale manda su tutte le furie la panchina dell'Ajax, che reclamava l'espulsione del bravo portiere dei Tukkers.
Al fischio dell'arbitro, seguiranno i tantissimi fischi dei supporters di casa. Sul dischetto, infatti, si presenta Theo Janssen, ex-capitano proprio del Twente. Il centrocampista, però, non si fa condizionare dall'impressionante bordata di fischi che arrivano dagli spalti e trasforma freddamente il rigore, calciato con potenza all'angolino alla sinistra di Mihaylov, che intuisce ma non riesce a respingere. E' vantaggio Ajax, ma Janssen, per rispetto verso i suoi ex tifosi, non esulta.
Campioni! Anzi, no - In vantaggio di un goal e con notizie confortanti che arrivano dal De Kuip, dove Feyenoord ed AZ sono ancora ferme sullo 0-0, i giocatori ed i tifosi dell'Ajax sanno di essere, al momento, campioni d'Olanda.
Sbloccato il risultato, l'Ajax prova subito a raddoppiare con Eriksen. La conclusione del giovane talento danese è, però, di poco larga.
Le squadre vanno così al riposo sul risultato di 0-1.
Al rientro dagli spogliatoi, il Twente ha un uomo nuovo. McClaren, infatti, decide di lasciare fuori Willem Janssen, affidandosi a Wesley Verhoek. L'ex ADO, infatti, è un giocatore più imprevedibile, capace di giocare tra le linee di centrocampo ed attacco, rappresentando, così, una variabile tattica nella gara del Twente, deciso a giocarsi il tutto per tutto.
Non è un caso, quindi, che la prima metà del secondo tempo corrisponda al momento più difficile, per l'Ajax, della gara. Le notizie che arrivano da Rotterdam, dove il Feyenoord si è portato in vantaggio sull'AZ con un goal di Bakkal, ed il forcing del Twente, mettono sotto pressione gli uomini di de Boer, che al 60' rischia di perdere Alderweireld.
Il difensore belga, infatti, viene colpito al viso da un oggetto lanciato dagli spalti. Per il numero 3 ajacide sono necessari i soccorsi dello staff medico, ma fortunatamente riuscirà a continuare a giocare la partita dopo essere stato medicato.
Il Twente le prova tutte per trovare il pareggio. Capitan Douglas gioca in costante proiezione offensiva, mettendo in difficoltà la retroguardia dell'Ajax, costretta a dover marcare l'altissimo difensore brasiliano, oltre a Luuk de Jong, pivot nel tridente Tukker.
Al 70' un pallone lanciato dalla trequarti, da parte di Verhoek, giunge a Douglas, che stoppa di petto ed in rovesciata costringe Vermeer ad alzare il pallone in angolo. Sul corner successivo, il Twente trova il pareggio. John scodella in mezzo il pallone, messo fuori in maniera approssimativa dalla difesa dell'Ajax. La sfera arriva a Fer, appostato sulla lunetta, che conclude di prima intenzione, trovando la ribattuta di Chadli. Sul secondo tiro, il centrocampista del Twente è più fortunato, perchè la conclusione è imprendibile per Vermeer. Pareggio ed esultanza liberatoria per il numero 8, che va ad esultare sotto al settore più caldo dei tifosi del Twente.
Speranza vana - La gioia del pareggio, però, dura poco. L'Ajax, subito il goal dell'1-1, non si scompone e cerca subito di rimediare, tornando in vantaggio appena 7 minuti dopo.
L'azione si sviluppa sulla sinistra, dove Ebecilio, subentrato a Boerrigter, si fa beffe di Rosales e crossa basso al centro dell'area. Nessun giocatore interviene, trasformando il pallone in un perfetto assist per l'accorrente Van der Wiel, che di sinistro spara il pallone sotto l'incrocio dei pali, là dove Mihaylov non può arrivare.
Di nuovo sotto, il Twente si getta in avanti con la forza della disperazione. Plet, un attaccante, sostituisce Brama, un mediano, ma cambia poco, perchè la difesa dell'Ajax è insuperabile.
All'84' Lancio lungo dalle retrovie, sponda di Luuk de Jong e palla a John. Il tocco di testa del centravanti del Twente sorprende van der Wiel ed Alderweireld, che si vedono passare il pallone sopra la testa ed il numero 24 avversario alle spalle. La conlcusione del liberiano naturalizzato olandese supera Vermeer, ma viene stoppata da Vertonghen, impeccabile ancora una volta.
Il quarto uomo segnala che ci saranno 5 lunghi minuti di recupero. Le speranze del Twente, quindi, non sono finite: a tempo oramai scaduto, Fer ruba prepotentemente palla sulla trequarti e serve John. L'esterno offensivo dei Tukkers crossa sul secondo palo dove Douglas, in tuffo, impatta col pallone costringendo Vermeer ad una portentosa parata.
Cala, così, il sipario sulla gara. Disperazione e gioia mista tra i ventidue uomini sulle panchine.
"Resto e festeggio con i tifosi" - De Boer, a caldo dopo la gara, si dichiara entusiasta della sua vittoria. "Abbiamo vinto in un campo difficile e contro un avversario che aveva un disperato bisogno dei tre punti. La squadra ha giocato un buon calcio e, dopo tutto, non ci dispiace poter alzare il trofeo mercoledì, di fronte ai nostri tifosi".
Dopo l'addio di Guardiola, Frank de Boer è stato accostato alla panchina del Barcellona. Il tecnico dell'Ajax, però, ha voluto dissipare ogni dubbio sulla sua permanenza all'Amsterdam ArenA: "Resto qui, non c'è alcun dubbio. Voglio crescere con questa squadra. Non è ancora arrivato, per me, il momento di allenare una squadra come il Barcellona".
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Speranza vana - La gioia del pareggio, però, dura poco. L'Ajax, subito il goal dell'1-1, non si scompone e cerca subito di rimediare, tornando in vantaggio appena 7 minuti dopo.
L'azione si sviluppa sulla sinistra, dove Ebecilio, subentrato a Boerrigter, si fa beffe di Rosales e crossa basso al centro dell'area. Nessun giocatore interviene, trasformando il pallone in un perfetto assist per l'accorrente Van der Wiel, che di sinistro spara il pallone sotto l'incrocio dei pali, là dove Mihaylov non può arrivare.
Di nuovo sotto, il Twente si getta in avanti con la forza della disperazione. Plet, un attaccante, sostituisce Brama, un mediano, ma cambia poco, perchè la difesa dell'Ajax è insuperabile.
All'84' Lancio lungo dalle retrovie, sponda di Luuk de Jong e palla a John. Il tocco di testa del centravanti del Twente sorprende van der Wiel ed Alderweireld, che si vedono passare il pallone sopra la testa ed il numero 24 avversario alle spalle. La conlcusione del liberiano naturalizzato olandese supera Vermeer, ma viene stoppata da Vertonghen, impeccabile ancora una volta.
Il quarto uomo segnala che ci saranno 5 lunghi minuti di recupero. Le speranze del Twente, quindi, non sono finite: a tempo oramai scaduto, Fer ruba prepotentemente palla sulla trequarti e serve John. L'esterno offensivo dei Tukkers crossa sul secondo palo dove Douglas, in tuffo, impatta col pallone costringendo Vermeer ad una portentosa parata.
Cala, così, il sipario sulla gara. Disperazione e gioia mista tra i ventidue uomini sulle panchine.
"Resto e festeggio con i tifosi" - De Boer, a caldo dopo la gara, si dichiara entusiasta della sua vittoria. "Abbiamo vinto in un campo difficile e contro un avversario che aveva un disperato bisogno dei tre punti. La squadra ha giocato un buon calcio e, dopo tutto, non ci dispiace poter alzare il trofeo mercoledì, di fronte ai nostri tifosi".
Dopo l'addio di Guardiola, Frank de Boer è stato accostato alla panchina del Barcellona. Il tecnico dell'Ajax, però, ha voluto dissipare ogni dubbio sulla sua permanenza all'Amsterdam ArenA: "Resto qui, non c'è alcun dubbio. Voglio crescere con questa squadra. Non è ancora arrivato, per me, il momento di allenare una squadra come il Barcellona".
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