Twente, analisi di una crescita programmata


Negli ultimi anni, in Europa ma anche in Olanda, stiamo vedendo squadre, normalmente ritenute "piccole" o  “provinciali”, diventare improvvisamente grandi grazie ai soldi dei nuovi ricchissimi proprietari. I casi più famosi sono sicuramente Chelsea e Manchester City, due squadre storicamente abituate a piazzamenti nella parte centrale della classifica, ma attualmente divenute saldamente ai vertici del campionato grazie ai soldi di Abramovich e dello sceicco Mansour.
Oggi è ancora possibile - come accadeva in passato - che un piccolo club di provincia diventi grande fino a vincere il titolo, senza l’investimento di facoltosi imprenditori russi o sceicchi? Per assurdo la risposta è sì, ed il Twente ne è l’esempio lampante. I Tukkers, da sempre squadra media che che punta ad arrivare a qualificarsi per una competizione europea, alternando campionati esaltanti ad altri deludenti, da qualche anno sono costantemente nei piani altissimi dell’Eredivisie.
Tutto ha inizio a cavallo tra il 2003 e il 2004 quando Joop Munsterman viene nominato presidente del club, le cui prospettive, in quegli anni, erano tutt'altro che rosee: con una situazione finanziaria sull'orlo del collasso, anche i tifosi ci mettono del loro per creare difficoltà alla nuova proprietà, che si trova a dover ricostruire parte dello stadio, distrutta dalla rabbia dei gruppi di supporters più "caldi". Per scongiurare il fallimento e risanare il debito, Munsterman è costretto a vendere i giocatori migliori e tagliare drasticamente gli stipendi. Ma nonostante la situazione critica, il neo-presidente dei Tukkers ha una pazza idea in testa: fare diventare il Twente un top club in Olanda!
Già nel 2006 i tempi sono maturi per fare sul serio. Munsterman lancia un nuovo periodo politico, chiamandolo "FC Twente, meer dan alleen een passend (t)huis" . Sono i giorni in cui un altro piccolo club mira a diventare una grande d'Olanda: Dirk Scheringa, presidente dell'AZ Alkmaar,  è intenzionato ad investire personalmente grosse cifre, acquistando i migliori giocatori sul mercato, e affidando la panchina al blasonato Louis van Gaal. Al contrario, Munsterman non può uscire nemmeno un euro, quindi punta a mantenere un club economicamente sano e autosufficiente.
 Per riuscire ad una simile impresa viene riorganizza la struttura della società, che deve aumentare sensibilmente gli introiti. La panchina è affidata all’ emergente Fred Rutten, già allenatore del Twente dal 1999 al 2001, quando dopo aver vinto la KNVB Beker abbandonò il club per diventare l’ assistente di Hiddink al PSV.
Nei due anni alla guida del Twente, Rutten conduce la squadra prima ad un quarto, e poi ad un incredibile secondo posto, vincendo il premio di allenatore dell’ anno nella stagione 2007/08. La sua filosofia di gioco, basata sullo spettacolo, sulla sportività e sulla crescita dei giovani ha gettato le basi fondamentali per uno splendente futuro nella Enschede calcistica.
Il 2008 è l’anno della svolta: lo stadio viene ampliato da 13.500 a 24.000 posti, grazie soprattutto agli investimenti della Grolsch, famosa azienda di Enschede produttrice di birra. La struttura, che fino ad allora si chiamava Arke Stadion, viene ribattezzata De Grolsch Veste, prendendo difatti il nome del nuovo sponsor.  L’Arke continua ad essere il main sponsor del club, come si evince anche dalle magliette da gioco, su cui campeggia il logo della compagnia aerea. In questo modo, il bilancio societario passa improvvisamente da 16,5 milioni a ben 29,5 milioni, rendendo il Twente, ufficialmente, una big del calcio olandese.
Al termine della stagione successiva, Rutten ed i suoi ragazzi bissano il secondo posto, preparandosi a vincere, l'anno dopo, sotto la guida dell'inglese McClaren, e trascinati da uno straordinario Bryan Ruiz, il suo primo ed unico titolo di campione d'Olanda.
Dopo aver raggiunto il titolo, e di conseguenza la prima partecipazione nella storia alla fase a gironi di Champions, viene inaugurata da Munsterman una nuova strategia societaria, chiamata "More than a feeling", con l’ obiettivo di mantenere la società ai massimi livelli in Eredivisie. Grazie a questa strategia, oggi il club è in continua crescita, e il futuro sembra garantito, a dispetto di quanto accaduto ad Alkmaar, in casa AZ dove, dopo il fallimento della DSB, banca di cui era proprietario il presidente Scheringa, i progetti espansionistici si sono dovuti notevolmente ridimensionare. Per la serie chi va piano, va sano e va lontano!
Nonostante il drammatico incidente del 7 luglio 2011, che è costato la vita a due operai, lo stadio De Grolsch Veste è stato ulteriormente ampliato a 30.205 posti, con il bilancio societario salito a 45,4 milioni, ed è destinato a vedere la propria capienza aumentare sensibilmente nel 2015, quando verrà ampliato a ben 44.000 posti.
Il Twente oggi è il club finanziariamente più solido in Olanda, addirittura l’unico a non avere nemmeno un euro di debito. Munsterman può essere davvero orgoglioso del lavoro svolto: difficile, anzi, impossibile, trovare una storia analoga di questi tempi, dove nel calcio sembra esserci spazio solo per i ricchi. Ogni appassionato di calcio avrà ammirato la favola del piccolo Montepellier, diventato campione di Francia a dispetto dei milionari investimenti del colosso PSG, ma trattasi di un miracolo sportivo, ed in futuro non è per nulla garantita il ripetersi di una favola del genere. Al Twente, invece, è stato tutto pianificato: la storia (vincente) di Munsterman e dei suoi Tukkers sembra, invece, destinata a proseguire. Anzi: questo dovrebbe essere solo l’inizio di un roseo futuro.

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