Guyon Fernandez al momento della presentazione con la maglia del PEC Zwolle |
Dopo l'undicesimo posto della scorsa stagione, più che soddisfacente andando a guardare gli uomini che compongono la rosa dello Zwolle, la stagione dei biancoblu di Jans è partita benissimo: dopo i convincenti successi in amichevole, tra i quali spiccano un 3 a 2 contro il Werder Brema ed un 5 a 1 contro gli inglesi del Ross County, la più grande soddisfazione la regala il successo contro il più accreditato Feyenoord.
Troppo brutto per essere vero l'undici di Koeman: la squadra di Rotterdam si schiera con il consueto 4-3-3, con Martins Indi che viene accontentato e schierato, come in nazionale, al centro della difesa, di fianco a De Vrij, con il conseguente utilizzo di Nelom sulla fascia sinistra e Mathijsen che si accomoda in panchina.
Sorprende l'iniziale esclusione di Trindade de Vilhena, a cui viene preferito, in mezzo al campo, Vormer, più idoneo a garantire copertura in mediana rispetto al giovane compagno.
Dall'altra parte, parte dalla panchina Fernandez, che lascia spazio a Fred Benson, vera e propria spina nel fianco per la retroguardia del Feyenoord. Sugli scudi Kamohelo Mokotjo, altro ex con qualche conto in sospeso con il club di Rotterdam.
Supportati da un pubblico molto caldo, i biancoblu fanno la partita, agevolati dalla scarsa vena degli avanti del Feyenoord. Impalpabile Pellè, chiamato a confermarsi dopo la ottima stagione passata. Ne risulta, così, una partita piuttosto bloccata, in cui gli ospiti si mostrano come al solito molto solidi, ma mancano di creatività, dovendosi affidare ad una conclusione dalla distanza di De Vrij ed a qualche cross sballato di Schaken e Goossens.
Nel secondo tempo arriva la prima svolta della partita. Dopo poco più di un ora di gioco, Drost si libera sulla fascia destra e, dopo un rapido sguardo ai compagni appostati in area, indovina un cross di sinistro per l'accorrente Mateusz Klich, che di testa batte Mulder, mandando in delirio i circa undicimila tifosi dell'IJsseldelta Stadion. La rete dei padroni di casa è giusta, considerato quanto visto dall'inizio della ripresa. Molto male il Feyenoord, apparso in piena involuzione rispetto al finale della scorsa stagione. Gli ingressi di Verhoek e Vilhena, che hanno preceduto di qualche secondo la rete che ha sbloccato il match, sono una logica conseguenza del palese bisogno, da parte di Koeman, di intervenire sullo scacchiere tattico dei suoi uomini.
Sotto di un goal, la squadra ospite fa fatica a reagire. Neanche l'ingresso di Te Vrede, lanciato a dieci minuti dalla fine al posto di Clasie, riesce a creare pericoli di rilievo per Begois, subentrato a Boer dopo solo un quarto d'ora di gioco. La tenacia del Feyenoord, però, viene ripagata all'85', quando Schaken devia sottoporta un fendente di De Vrij, lasciando nessuna speranza all'estremo difensore avversario.
Il pareggio, per quanto significhi uscire dal campo col bicchiere mezzo pieno, visto come sono andate le cose, non basterebbe a salvare Koeman dalle critiche per la cattiva prestazione della sua squadra. Ma le cose sono destinate ad andare ancora peggio per il Feyenoord, che nel primo dei quattro minuti di recupero concessi dall'arbitro Gozubuyuk, subisce la rete del definitivo 2 a 1, firmata da Guyon Fernandez. L'attaccante, subentrato a venti minuti dalla fine a Saymak, si beve Martins Indi al limite dell'area e lascia partire un destro sporco ma angolatissimo, sul quale Mulder non può nulla.
La gioia dei tifosi dello Zwolle è incontenibile mentre il Feyenoord deve tornare a casa rilfettendo su alcuni fattori. Innazitutto, alla luce di quanto visto in campo, è convenuto lasciare partire Mokotjo per tenere Vormer? E quando Pellè non è in giornata di grazia, qual'è la chiave tattica da utilizzare? Koeman dovrà lavorare sodo su questi problemi, tenendo anche conto dell'aspetto psicologico: troppo spesso, infatti, si è notato un certo nervosismo tra i giocatori del Feyenoord e l'atmosfera non sembra essere delle più serene. Se la società, operando sul mercato, non dovesse intervenire e la squadra, crescendo e sviluppandosi come sarebbe ovvio dopo tre campionati sotto la gestione Koeman, non dovesse dare le giuste risposte sul campo, quello che sembrava essere l'anno buono per tornare a vincere l'Eredivisie dopo 14 stagioni stagioni, potrebbe rivelarsi disastroso flop.
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