Michele Santoni è stato, per cinque anni, video-analista dell'Ajax, collaborando prima con Martin Jol e poi con Frank de Boer nell'analisi e nella stesura di dati relativi alle performance dei giocatori ajacidi.
Nato ad Arco, in Trentino, Santoni non ha resistito all'opportunità di tornare in patria, lasciando l'Olanda per seguire Mimmo Di Carlo al Livorno, nel tentativo di far conoscere la propria metodologia anche nel nostro paese.
Tra una descrizione delle giornate di lavoro all'Ajax ed un suo pensiero sulla "rivoluzione" di Cruijff, abbiamo avuto l'onore di scambiare qualche opinione con lui.
Buona lettura!
Il suo lavoro in Olanda è cominciato ad Haarlem. Qual'è la strada che l'ha portato dall'Italia all'Olanda, per diventare allenatore delle giovanili dell'HFC Haarlem?
In Italia, per motivi fisici, ho smesso di giocare a calcio per iniziare a lavorare subito come allenatore in vari settori giovanili dilettantistici. Purtroppo peró la formazione che dieci anni fa veniva data dalla federazione non era per me sufficiente, quindi in carenza di spunti per migliorarmi mi sono appassionato alla scuola calcio Ajax. Nei vari stage fatti in Italia ho avuto la fortuna di conoscere Patrick Ladru, ancora oggi responsabile all’interno del settore giovanile Ajax, del quale sono diventato subito molto amico.
Lui mi ha aiutato ad entrare all’interno della societá dell’Haarlem, a quel tempo una succursale dell’Ajax. Li ho fatto prima l’assistente allenatore alla primavera poi allenatore dei giovanissimi nazionali.
Come ha affrontato il passaggio dall'Haarlem all'Ajax? Quali sono le differenze tra le due realtà?
Il passaggio é stato difficile ma pieno di soddisfazioni. Essendo sempre stato appassionato di raccolta dati anche quando allenavo il settore giovanile e abbastanza pratico in sistemi informatici ho attirato l’attenzione di Martin Jol. Allora, all’Ajax, a livello di performance, non veniva fatto nulla.
Quindi mi sono trovato scaraventato da una squadra giovanissimi a dover lavorare direttamente sotto Jol, Suarez, Vertonghen, Emanuelson, De Jong etc.
I primi mesi sono stati duri e intensi, non solo per la mole di lavoro ma anche abituarsi a un mondo completamente nuovo, quello del calcio professionistico, ma pian piano mi sono fatto strada e abbiamo costruito quello che oggi è forse il centro ricerca e analisi più avanzato d’Europa.
Purtroppo sei mesi dopo la mia partenza Haarlem è fallita, peccato perché nel suo piccolo era una realtá splendida, con un settore giovanile fantastico, del quale facevano parte Quincy Promes (oggi al Twente), Fernando Lewis (dell'AZ), Bilal Basicikoglu (giocatore dell'Heerenveen), Joost van Aken (Heerenveen) etc..
Il ricordo più bello che ho di questa società è la sinergia che si era creata fra tutti i dipendenti per ottenere il massimo possibile, cosa che magari può mancare in una società che può permettersi qualsiasi investimento.
In Italia l'Ajax viene visto come un club che fa da chioccia a giovani talenti, privilegiando soprattutto l'attività di scouting e crescita all'interno del club. Quanto è, invece, rilevante lo studio delle statistiche per gli ajacied?
Il settore giovanile Ajax ottiene questi risultati da 40 anni vari motivi, uno di questi é la programmazione degli allenamenti, non all’interno di una squadra, ma all’interno dell’intera struttura.
Per ogni catergoria, etá, ruolo e giocatore vengono stabiliti degli obiettivi che devono essere raggiunti. Solo al momento del raggiungimento dell’obiettivo un giocatore può passare a un livello successivo. Motivo per cui, negli ultimi anni, si inizia a perdere durante la settimana il concetto di squadra. Giocatori di varie eta si allenano assieme per obiettivo e per livello raggiunto.
La determinazione di questi livelli avviene attraverso la ricerca obiettiva: può essere un test, come le statistiche della partita. Ovviamente nella prima squadra si lavora diversamente, ma la raccolta dati rimane sempre importante, sia a livello fisiologico per prevenire infortuni per esempio o a livello statistico per continuare a evolvere il sistema di gioco.
Vedi per esempio il cambio l’anno scorso di Poulsen con Blind. In quel momento eravamo alla ricerca di un giocatore cercasse maggiormente il passaggio in avanti.
Con la "rivoluzione Cruijff" è caduto quasi tutto il vecchio personale, dallo staff medico agli allenatori, e naturalmente i vecchi membri della società, per fare spazio a nuove persone che sposano il suo progetto. Lei è uno di quelli che ha superato questo "terremoto", ma pochi anni dopo ha lasciato Amsterdam per tornare in Italia? Scelta personale?
Confermo che é stata una scelta personale. Sono partito per l’Olanda con il sogno di migliorarmi come allenatore. Li ho accresciuto enormemente le mie conoscenze: ho acquisito la mia licenza Uefa A, ho frequantato corsi di mental coaching presso la Johan Cruijff University, ho analizzato in prima persona la struttura Ajax, ho ampiato il mio network al livello europeo, per cui mi sono avvicinato a societá come Milan, Tottenham, Colonia, Barcellona, Napoli. Dopo 5 stagioni intense però mi mancava la possibilità di mettere tutto questo in pratica. Con la prima squadra non andavo quasi mai in campo e il settore giovanile non potevo seguirlo a tempo pieno, quindi era ora di cambiare se volevo migliorarmi ancora.
Fortunatamente ho incontrato Di Carlo e lui mi ha dato questa possibilità. Livorno è stata un'esperienza fantastica dal mio punto di vista personale, peccato non essere riusciti a fare il miracolo e quindi a salvarci. Ma sono sicuro che per gli esperti abbiamo fatto vedere un ottimo lavoro con nuove metodologie e concetti.
Questo mi ha dato altri nuovi stimoli per cui spero di tornare a lavorare in Italia al più presto.
Pensa che aver sposato il progetto di Cruijff sia stata una scelta giusta per i biancorossi? E può veramente riportare l'Ajax a competere in Europa, magari non subito, ma entro i prossimi 5-10 anni?
La filosofia del progetto Cruijff porta con se tanta innovazione, io sono sempre stato un sostenitore perché oltre introdurre nuove metodologie a fatto si che per una volta anche la gente all’interno dell’Ajax si è guardata un pò in giro per capire cosa succede anche in altre realtà. Vedi infatti l’aumento dell’allenamento fisico e atletico o la rotazione dei vari allenatori, l’aumento degli allenatori individuali e quindi lavoro più specifico rivolto al singolo giocatore.
Rimangono sempre due grandi ostacoli da superare: la supremazia economica degli altri campionati e i giochi di potere all’interno della struttura Ajax stessa. Un discorso politico, ma alcune ottime risorse sono state o si sono allontanate non per incapacità ma per altri curiosi motivi mentre troppa gente con dubbie capacità, invece, è ancora lì a proteggersi il posto di lavoro.
Ci faccia un esempio di quella che era la sua "giornata di lavoro - tipo" con l'Ajax.
Per fortuna il lavoro era molto vario in base al giorno della settimana, potendo cambiare in fase di preparazione della partita o in fase di valutazione della partita appena giocata, o il giorno della partita stessa. Comunque allenandoci la mattina, verso le 8 ci si trovava sempre tutti, giocatori e staff, a fare colazione. Poi subito dietro al computer per preparare gli ultimi video di squadra, individuali, propri o dell’avversario. Ovviamente con meeting di squadra la maggior parte delle volte. Questo fino alla 10.00, da li in poi ci si concentrava per l’allenamento, che viene sempre ripreso e monitorato con tracking.
Appena finita la fase di allenamento, si faceva una veloce riunione con lo staff per discutere dati ed eventualmente, tramite video, momenti tattici da discutere con i giocatori.
Dopo pranzo spazio a qualche giocatore individuale per discutere qualche azione (questo solitamente lo facevo da solo o con Jaap Stam nell’ultima stagione).
Dalle 15.00, se non ci si allenava due volte ( questo non capita quasi mai giocando sempre ogni 3 giorni), spazio a scouting o settore giovanile. Qui ero piu di supporto. Ho dedicato molto tempo a istruire i ragazzi nel settore giovanile ad auto analizzarsi le proprie partite. Questo per migliorare la comunicazione fra di loro.
Un pomeriggio alla settimana invece lo dedicavo ai rapporti con i miei vari fornitori.
Tra i giovani talenti delle giovanili destinati ad emergere nel giro del prossimo anno, sia all'Ajax che nelle altre squadre d'Olanda, c'è qualcuno che le piacerebbe segnalarci?
Oltre a Ricardo Kishna, che ha giá debuttato in prima squadra, mi viene da citare Ezra Walian, Elton Acolatse ed Anwar El Ghazi. Ma su tutti sono un grande fan di Abdel Nouri
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