Priva di Cruijff, che aveva deciso di disertare i Mondiali disputati in Argentina nel 1978, la nazionale olandese sarebbe potuta passare alla storia grazie a Dick Nanninga, attaccante del Roda Kerkrade, che definire anti-divo, in quell'Olanda, è riduttivo.
Nato a Groningen, nel gennaio del 1949, l'alto attaccante si afferma tardi nella massima serie olandese. Cor van der Gijp lo scopre a ventiquattro anni, mentre gioca in una squadra amatoriale della sua città, gli Oosterparkers, e lo porta a Vendaam, dove convince immediatamente, segnando un goal ogni due partite.
Di lui si innamora Bert Jacobs, allenatore del Roda, che lo convince a trasferirsi a Kerkrade, dove Dick apre un negozio di fiori.
Il lavoro gli piace e Nanninga non è uno che si sottrae alle proprie responsabilità. L'attività rende e lui, di lasciare la piccola Kerkrade, non ci pensa neanche. Il rifiuto che fa più scalpore è quello all'offerta di contratto dell'Ajax, rispedita prontamente al mittente. Intanto continua a segnare con una regolarità impressionante: nel 1982, quando tenterà l'avventura esotica ad Honk Kong, i goal saranno 107 (in 8 stagioni), ma il più importante resta quello segnato all'Argentina, nella discussa finale dei Mondiali del 1978, su cross di René van de Kerkhof.
Dopo alcuni problemi di salute legati al diabete, culminati con 5 mesi di coma e l'amputazione di entrambe le gambe, Dick Nanninga è morto a casa sua, a Maaseik, all'età di 66 anni.
Lo ricordiamo per essere l'unico Oranje ad aver segnato un goal su azione in una finale dei Mondiali, per le sue tante reti con la maglia del Roda e, soprattutto, per la propria umiltà.
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