Ajax - Liverpool e la prima volta del tunnel allo Stadio Olimpico


L'ultima sfida ufficiale tra Ajax e Liverpool, prima di quella di stasera, da disputarsi in occasione della prima giornata della Champions League 2020/21, risale al dicembre del 1966.

In occasione di quella gara, allo Stadio Olimpico di Amsterdam, casa dell'Ajax per le partite di cartello (le altre si giocavano al più piccolo, ma altrettanto affascinante, Stadion De Meer), venne montato per la prima volta un tunnel per portare i calciatori e l'arbitro dagli spogliatoi al campo da gioco.

Lo scopo di quel tunnel era di evitare - o quantomeno ridurre - i tumulti sugli spalti. Due anni prima, nel settembre 1964, lo stadio aveva ospitato la sfida tra il DWS e il Fenerbahce. In quell'occasione, i tifosi turchi colpirono l'arbitro con diversi oggetti lanciti dalle gradinate, fino a farlo cadere a terra incosciente.
L'opinione pubblica olandese, profondamente colpita dall'accaduto, si domandò se uno stadio costruito nel 1928 fosse ancora adatto ad ospitare delle gare così importanti e con un alto tasso di rischio.

L'idea era quella di prendere un provvedimento simile a quello preso a Rotterdam, al De Kuip, dove una struttura mobile permetteva, nei casi di emergenza, di separare i calciatori dal pubblico. Le solite lungaggini burocratiche, però, avevano rallentato l'installazione di un tunnel simile anche ad Amsterdam.
Così, due anni dopo gli accadimenti legati alla partita di Coppa dei Campioni tra DWS Amsterdam e Fenerbahce, terminata 3-1 per i padroni di casa, lo Stadio Olimpico divenne nuovamente teatro di incidenti. Durante un'amichevole tra Olanda e Cecoslovacchia, vinta dagli ospiti per 2 a 1, alcune decisioni dell'arbitro Rudolf Glöckner (tra cui l'espulsione dell'idolo di casa Johan Cruijff) vengono mal digerite dal pubblico, che non perde tempo a cercare di invadere il campo e lancia di tutto verso l'arbitro e i calciatori cecoslovacchi.

Il provvedimento della KNVB non si fa attendere. Senza i giusti adeguamenti per la sicurezza, lo Stadio Olimpico non avrebbe più ospitato gare di rilievo. La questione arriva fino al municipio cittadino e, con la partita di Coppa dei Campioni contro il Liverpool alle porte, si decide di affidare all'ex ciclista professionista Henk Faanhof, al tempo diventato imprenditore edilizio, la costruzione di un tunnel di oltre trenta metri di lunghezza, la cui struttura portante sarebbe stata realizzata in acciaio, rivestito con uno spesso strato di poliestere, rinforzato con fibra di vetro infrangibile. Costo totale dell'operazione, circa ventimila Fiorini.

Il 6 dicembre i Reds, guidati dal mitico Bill Shankly, attraversano la lunga gabbia che porta dagli spogliatoi al campo da gioco. Quella gara si gioca pochi giorni prima della decisiva sfida di campionato contro il Manchester United. Alla vigilia, parlando con la stampa, l’allenatore inglese si era mostrato sprezzante e consapevole del divario tecnico che, sulla carta, esiste tra la sua squadra e quella allenata dal semisconosciuto Rinus Michels.
Quella sera, l’aggressività dei Reds, il furore agonistico e l’esperienza di campioni come Ron Yeats, Tommy Lawrence, Peter Thompson e Roger Hunt sembrano poter bastare per avere la meglio sui giovani ajacidi.

Quando le squadre scendono in campo, gli oltre quarantamila spettatori che affollano gli spalti dello Stadio Olimpico fanno fatica a rendersene conto. Un denso e avvolgente banco di nebbia, infatti, è calato sul manto erboso ma, consultato l’arbitro, l’italiano Antonio Sbardella, i giocatori scelgono di giocare lo stesso.
Quello che va in scena è lo spettacolo più inaspettato possibile.

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