L'Ajax pareggia l'andata del playoff e dovrà giocarsi la Champions in Grecia
Delude tantissimo l'Ajax alla sua prima uscita non amichevole della stagione. Jol, che ha deciso di rimanere ad Amsterdam anche per giocare la Champions, è costretto a schierare una formazione priva del classico centravanti, affidando a Miralem Sulejmani il ruolo di punta centrale ed a Siem de Jong sia la maglia che la posizione del numero 10. Il talentino dotato di passaporto svizzero, infatti, eredita quella maglia numero 10 che fu di Litmanen perchè, proprio come il finnico, ha una chiara propensione offensiva che, spesso, gli fa trasformare le palle che passano per i suoi piedi in goal.
L'Ajax si gioca la Champions, al pari dei greci venuti in Olanda un pò con la consapevolezza di dover, per prima cosa, non subire goal, per poi potersi giocare tutto al ritorno, la settimana prossima a Salonicco, dove l'ambiente sarà sicuramente caldissimo.
Come previsto, gli ajacidi fanno la partita e riescono a portarsi in vantaggio dopo nemmeno un quarto d'ora. Il vantaggio porta la firma, manco a dirlo, dell'uruguaiano Luis Suarez, arrivato da poco da Barcellona (città di nascita della moglie che ha appena partorito), abile a concludere, in rovesciata, dopo un parapiglia in area di rigore. Le proteste dei giocatori del Paok sono veementi, anche perchè nell'azione si è infortunato alle dita il portiere Chalkias, ma l'arbitro, che non solo per la pelata, ma per l'intera -dubbia- gestione della partita mi ha ricordato Webb, il direttore di gara della finale dei mondiali, non ne vuole sapere. Uno a zero per l'Ajax e palla al centro.
La partita, allora, si innervosisce, anche perchè il gioco dei greci non è proprio pulitissimo.
Le occasioni per l'Ajax non mancano ma, prima Sulejmani (destro al lato) e poi Suarez (tiro sparato addosso al portiere di riserva, Dario Krasic) non riescono a trasformare in goal le azioni offensive. Sta di fatto che, al momento della fine del primo tempo, l'Ajax è in vantaggio mentre il Paok ha concluso -altissimo- una sola volta verso la porta di Stekelenburg.
Probabilmente, negli spogliatoi Dermitzakis, sostituto di Beretta esonerato dopo nemmeno un mese dall'inizio del suo incarico, ricorda ai suoi che anche loro si stanno giocando l'accesso in Champions League e che è il caso di alzare il ritmo. Sospinti da una caldissima tifoseria, i greci iniziano, piano piano, a farsi vedere in avanti mentre, inspiegabilmente, il gioco dell'Ajax rallenta. Consequenza naturale di questo è il goal del Paok, che porta la firma di Vladimir Ilic. Ricetta del goal: gran gioco di corpo di Salpingidis, che copre il pallone aspettando che il compagno si proponga + una retroguarda ajacide disattenta come al solito ed il goal è servito.
Inefficaci i cambi di Jol. Prima Eriksen al posto di Sulejmani, con de Jong a fare da centravanti, poi De Zeeuw al posto di Lindgren, infine Sarpong per Emanuelsson. Quello che manca a questa squadra, è evidente, è il centravanti e così i minuti passano, i greci si difendono sempre di più e la frittata è fatta.
A questo punto, l'Ajax deve giocarsela in Grecia, in un piccolo, ma caldissimo stadio, sperando di aver risolto la grana El Hamdaoui (o almeno Mido!) e di trovare un arbitro all'altezza della situazione, perchè non sanzionare con un calcio di rigore un evidente tocco di mani come quello che c'è stato all'ultimo secondo di gioco nell'area del Paok è clamoroso.
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