Ancora una volta, è il nostro amico Wouter Pennings a scrivere per la rubrica "Viste da noi". Uno spazio dedicato a chi ha potuto assistere, dal vivo, ad una gara di campionato olandese, raccontandoci, con gli occhi interessati di un appassionato, le emozioni e le impressioni avute prima, durante e dopo la gara.
Oggetto del racconto è la gara tra Utrecht e Twente: buona lettura!
“Wakker worden!” L’urlo che significa ‘svegliatevi’ suona dalla
tribuna ‘Bunnikside’, la zona dei più fanitici Utrechters. E’ chiaro
così. Siamo appena partiti ed è già uno a zero per il Twente. Bella
punizione di Dusan Tadic, con Janssen che, smarcato, colpisce di testa. Che
pomeriggio sarà? Dopo il pesante ko (4-0) a Waalwijk con l’Rkc, adesso le nuvole nere si addensano sulla testa della squadra di Jan Wouters,
nonostante la buonissima posizione in classifica.
Ma non andrà
così tristemente per i cittadini della città del Duomo. Anche per l’entusiasmo nello
stadio Nieuw Galgenwaard, che è più pieno rispetto al solito, quando si
sfrutta la capacità per al massimo 65% dei posti. L’ingresso in campo
dei giocatori si vede in un atmosfera spettacolare, con fuochi
d’artificio e coriandoli bianchi e rossi.
Problemi personali per
entrambi le squadre. Ad Utrecht mancano Edouard Duplan, Cedric van der
Gun, Marcus Nilsson e Adam Sarota, mentre i Tukkers ce la devono fare
senza il portiere Nikolai Mihaylov e ancora Nacer Chadli. Leroy Fer
invece può finalmente tornare dopo due mesi di stop.
Per via del
velocissimo gol, subito dopo solo un minuto, l’Utrecht è forzato ancora di più
ad attaccare alla ricerca del pareggio. Gli avversari possono aspettare e cercare il
contropiede, cosa a cui sono abituati bene. Però, chi si aspetta una
partita aperta sarà rimasto deluso: il pareggio arriva forse più presto e
partita si chiude ancora nel primo tempo, con pochi movimenti,
dribbling, passaggi filtranti e cross.
Al 17’ Jacob Mulenga
approffita con un forte colpo di testa dei dubbi di Sander Boschker. Il
42enne portiere del Twente non decide chiaro se lasciare la porta o
restare sulla linea ed il zambiano, eroe dei tifosi, realizza l’1-1 grazie all'assist su
punizione di Tommy Oar. Poi gli uomini di Steve McClaren vanno a
caccia del nuovo vantaggio, ma non riescono a trovarlo. Le occasioni
non mancano completamente, però gli spazi non sono abbastanza grandi. Lo
stesso problema l’ha anche la squadra casalinga.
Durante
l’intervallo ad Utrecht si può festeggiare, se in posesso
dell’abbonamento (il vostro inviato non ce l’ha ma i controlli non sono
severissimi…), nel supporters home, direttamente dietro la Bunnikside, con la musica house ed alcune birre ci si prepara per il secondo tempo.
Col
pubblico ancora più entusiasta – purtroppo i sostenitori del Twente
dovevano stare a casa per colpa dei problemi dell’anno scorso tra i due
gruppi di supporters – i secondi 45 minuti sono più pieni di tensione.
Manca ancora il gioco ben curato da tutte e due, ma torna qaalche palla
gol. Per esempio Mike van der Hoorn dopo quindici minuti colpisce forte di testa, ma il pallone viene deviato dalle dita di Boschker. Grande parata della vecchia
bandiera che dimostra di essere ancora di buon valore, pur in mancanza dell'estremo difensore titolare.
La voglia
della vittoria si vede ma le difese restano impenetrabili. Per forzare
qualcosa McClaren schiera Dmitri Bulykin, Wouters gioca la carta Leon de
Kogel. Non funzionano però i loro piani ed il risultato di 1-1 sarà mezzo
soddisfacente per entrambi. Naturalmente punti preziosi persi per il Twente, mentre l'Utrecht non si può riconfermare. Il match era equillibrato e così
non si può prendere troppi rischi. Lo sanno due squadre che sono nella
zona alta della classifica. Però, se si avesse avuto un pò più coraggio,
chissà…
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