Dalle origini alla nascita del Bondselftal


Per uno strano scherzo del destino Pim Mulier muore il 12 aprile 1954, anno in cui il calcio olandese si appresta a passare al professionismo. È come se con la sua morte si materializzasse quella paura che Mulier e la KNVB avevano cercato invano di combattere, vale a dire la scomparsa del dilettantismo che, fin dalla sua nascita, aveva caratterizzato questo gioco.

La Federazione aveva cercato di contrastare con ogni mezzo il fenomeno del professionismo. Squalifiche e divieto di indossare la maglia della nazionale erano le sanzioni da applicare nei confronti dei numerosi calciatori emigrati all’estero, i quali varcavano le proprie frontiere in cerca di gloria e, soprattutto, di soldi. Poteva sembrare che l’inventore del calcio in Olanda fosse un uomo vecchio ed antiquato, ma in realtà fu proprio il suo impeto giovanile a far si che questo sport attecchisse in maniera rapida e diffusa su tutto il territorio nazionale. 

Willem Johan Herman (Pim) Mulier nacque il 10 marzo 1865 in Frisia e precisamente nella città di Witmarsum. Il padre, Tjepke Mulier, era il borgomastro della cittadina di Wonseradeel, ma i suoi problemi legati all’alcool lo costrinsero a trasferirsi ad Haarlem quando Pim aveva solo due anni. 
Nel 1871, un nuovo lavoro costrinse i coniugi Mulier a separarsi dal piccolo Pim, che venne mandato in un collegio gestito da un vecchio zio di famiglia, Otto Schreuders, per permettere al ragazzo di proseguire i propri studi e di ricongiungersi al fratello più grande Peter. 
All’età di 10 anni, durante una vacanza in Belgio, sulle spiagge di Ostenda, Pim Mulier entrò in contatto con alcuni studenti inglesi appassionati di uno sport sconosciuto, a prima vista rozzo, ma al tempo stesso pieno di fascino: il calcio. 
Questa nuova disciplina affascinò il ragazzo a tal punto da spingerlo, nell’estate del 1879, a recarsi prima al De Gruyter di Amsterdam, negozio specializzato nell’importazione di articoli sportivi dall’Inghilterra, per acquistare un pallone da rugby, poi dal sindaco di Haarlem per chiedere la concessione di un terreno dove poter praticare “un nuovo tipo di sport”. 

Il 1 ottobre 1879 Pim Mulier ed altri quindici studenti fondarono la prima squadra di calcio olandese: l’Haarlemsche Football Club (HFC). Questa squadra rimarrà nella storia, non tanto per i successi conquistati sul campo (per la verità pochi), ma per due tragici eventi. Nel 1982 l'Haarlem, con in rosa un giovane Ruud Gullit, riuscì a qualificarsi per la Coppa UEFA, ma fu eliminato dallo Spartak Mosca al secondo turno e nel match di ritorno, giocato allo Stadio Lužniki, morirono 66 persone, per le quali non ci fu mai giustizia, visto che le autorità sovietiche decisero di insabbiare il tutto per evitare cattive opinioni a livello internazionale. 
Il secondo evento che segnò, in maniera sostanziale e definitiva, la vita del club, fu il suo fallimento per bancarotta dichiarato il 25 gennaio 2010. 

Tornando agli albori del calcio olandese c’era da segnalare un problema non di poco conto: il regolamento, o meglio, l’assoluta mancanza di regole, che trasformavano gli incontri in caotiche bolgie di bibliche dimensioni, costringendo Mulier a farsi inviare, da un amico inglese, il regolamento scritto del nuovo sport. 
Il primo incontro dell’Haarlemsche FC con una compagine organizzata avvenne nel 1886 ad Haarlem, contro una squadra composta per dieci undicesimi da giocatori inglesi, l’Amsterdam Sport. 



L’importanza di Pim Mulier nella storia del calcio olandese non si limitò però alla fondazione di una squadra; Mulier organizzò delle tournèe in diverse città olandesi (Amsterdam, Rotterdam, Den Haag, Deventer) facendo disputare al suo Haarlemsche FC delle partite dimostrative al fine diffondere la conoscenza di questa nuova disciplina sportiva. 
La risposta della gente (o meglio della gente dell’alta società, perché fino agli inizi del ‘900 il calcio rimane uno sport d’elite) fu eccellente e nel giro di pochi anni spuntarono una quindicina di società calcistiche in tutta l’Olanda. La confusione a livello regolamentare e la mancanza di disciplina da parte dei giocatori resero necessaria la costituzione di una organizzazione a livello nazionale che regolamentasse il gioco. Fu ancora una volta Pim Mulier e farsi carico dei problemi e, nel dicembre 1889, creò la NVAB (Nederlandschen Voetbal en Atletischen Bond) e ne divenne presidente. 

Gli inizi però furono abbastanza difficili poiché molti club rifiutano di entrare a far parte della neonata federazione, tanto meno di prendere parte ad un vero e proprio torneo. Il calcio infatti, non era ancora nulla più che un passatempo, al quale i pionieri intendevano dedicarsi con i tempi e le modalità da loro stessi stabiliti (c’è chi giocava due volte a settimana, chi non più di una volta al mese), senza dover rendere conto ad alcun organismo che definisse calendari e date degli incontri. Accadde quindi che alcune squadre, una volta iscrittesi al campionato, lo abbandonassero dopo appena un paio di partite, causandone la sospensione definitiva (successe tre volte consecutivamente a cavallo tra il 1888 ed il 1890) e, solamente con il passare del tempo, la situazione divenne più gestibile. 

Nel 1895 la NVAB si divise in due federazioni autonome, una di atletica ed una di calcio, portando così alla nascita della Federazione Calcio Olandese (NVB), che diventerà “Reale” (Koninklijke) nel 1929, in occasione del giubileo per i trent’anni di regno della regina Wilhelmina, assumendo la denominazione definitiva di KNVB. Si deve attendere la stagione 1890–91 per vedere incoronata la prima squadra vincitrice di un torneo ufficiale: fu infatti l’HVV Den Haag a trionfare nei confronti dell’Haarlemsche FC. Questo torneo, in realtà, non comprendeva squadre di tutta la nazione, ma solo quelle dell’Olanda occidentale (per intendersi le provincie dello Zuid Holland, Noord Holland e Utrecht), tanto che fu chiamato Nederlandsche Eerste Klasse West. Fu nel 1896–97 che ebbe inizio, tra le sole squadre dell’Olanda orientale, un altro torneo chiamato Nederlandsche Eerste Klasse Oost. La prima edizione del torneo orientale, disputato fra le squadre delle province della Gheldria ed Overijssel, fu vinto dal Vitesse Arnhem. Negli anni seguenti, ma in maniera sporadica, anche squadre di altre regioni parteciparono questo torneo (Hercules Utrecht, Quick Amersfoort, Wilhelmina Den Bosch e ‘T Zesde Breda). Nel 1898, ci furono quindi due squadre a vincere i rispettivi tornei e cioè il Vitesse Arnhem, nella Nederlandsche Eerste Klasse Oost, ed il RAP Amsterdam, nella Nederlandsche Eerste Klasse West. A questo punto, per eleggere la squadra vincitrice del campionato d’Olanda, venne disputato uno spareggio tra le due squadre campioni e ciò accadde per la prima volta nella stagione 1897–98 quando, il RAP Amsterdam, battendo per 4–2 il Vitesse Arnhem, si laureò primo campione ufficiale d’Olanda.

A distanza di quasi quindici anni dai primi calci ad un pallone da parte di Pim Mulier, accanto alla voglia di giocare a calcio cresceva il desiderio di creare una squadra che potesse rappresentare la nazione. Nel 1892 la Federazione Olandese ebbe l’idea di costituire una squadra composta dai migliori calciatori olandesi, ma i club si rifiutarono in blocco poiché preferivano organizzare incontri con squadre di altri paesi. 
La prima squadra olandese che affrontò una compagine straniera fu il Concordia Rotterdam che, il 30 marzo 1890 sconfisse i belgi dell’FC Antwerp con il risultato di 1–0. 
Fu un’altra squadra di Rotterdam, lo Sparta, ad essere il primo club olandese ad affrontare una formazione inglese. Esattamente il 12 marzo 1893 i dilettanti dell’Harwich & Pakerston FC superarono lo Sparta Rotterdam con un umiliante 8–0. In realtà la pesante sconfitta non era poi così drammatica, poiché in Inghilterra vi erano già parecchie squadre professionistiche (Sunderland, Preston North End, Everton, Aston Villa e Bolton Wanderers), mentre in Olanda vi era solo un accozzaglia di uomini male organizzati. Il primo esperimento relativo alla costituzione di una squadra, che raccogliesse al suo interno i migliori calciatori olandesi, avvenne nel 1894 con il “Bondselftal” (letteralmente squadra della federazione). 

Il 6 febbraio 1894, sul campo dello Sparta Rotterdam, il cosiddetto Bondselftal affrontò i dilettanti inglesi del FC Felixstowe. Questa squadra, guidata da Kick Schröder, riuniva i migliori giocatori dell’HFC Haarlem, RAP Amsterdam, HVV Den Haag, Sparta Rotterdam e Victoria Rotterdam. Tra gli undici giocatori che scesero in campo c’era Jan Kan, futuro Ministro degli Affari Interni e padre di Wim Kan, ragazzino che sarebbe poi diventato un grandissimo cabarettista. Davanti a 500 spettatori gli olandesi vennero superati di misura per 1–0, con una rete di Howard. Da qui in poi iniziarono una serie di gare contro squadre inglesi di piccolo calibro. Sempre nello stesso anno vennero giocati altri due match; il primo, ad Heemstede, fu disputato contro gli inglesi del FC Maidstone e fu vinto per 4–3. Per onor di cronaca va detto che gli inglesi si presentarono in otto e furono costretti a prendere in squadra alcuni ragazzi del posto per poter giocare il match. La seconda gara, disputata a Rotterdam, finì 3–3 sempre contro il FC Felixstowe. 

Il “Bondselftal” può essere considerata a tutti gli effetti il precursore della nazionale olandese. Questa squadra, giocò nell’arco di dodici anni tra il 1894 ed il 1906, ben 15 partite, collezionando sette vittorie, altrettante sconfitte ed un solo pareggio. Durante il periodo in cui il “Bondselftal” scese in campo, vennero schierati ben 103 calciatori, di cui 23 avrebbero poi indossato i colori della nazionale olandese. Il calciatore con il maggior numero di presenze fu Kees van Hasselt, giocatore dello Sparta Rotterdam, che collezionò 6 presenze. Il calciatore che invece disputò più gare con il “Bondselftal” tra coloro che riuscirono poi a vestire la maglia della nazionale fu Miel Mundt, calciatore dell’HVV Den Haag, che giocò 5 partite.

Paolo Passalacqua – tratto da Rivoluzione Oranje 125 anni di calcio

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