La storia della nazionale olandese - Gli anni '80 (Prima Parte)


Tre mesi dopo il Mondiale Argentino, l’Olanda scende in campo per affrontare l’Islanda, nella prima gara di qualificazione ai Campionati d’Europa del 1980. L’Olanda domina il girone vincendo le prime quattro gare, ma si complica la vita perdendo contro la Polonia, a Chorzow, per 2–0. Dopo lo scontato successo nella gara di ritorno contro l’Islanda, si arriva alla sfida decisiva con la Polonia. Gli olandesi hanno 10 punti contro gli 11 dei polacchi, ma hanno disputato una gara in meno. Ad Amsterdam finisce 1–1, con gli oranje che devono disputare l’ultimo incontro in Germania Est, mentre i polacchi sono virtualmente eliminati. A Lipsia basterebbe un pareggio per qualificarsi, ma anche la Germania Est è in corsa per la qualificazione. La vittoria dei tedeschi li premierebbe portandoli direttamente alla fase finale, mentre il pareggio farebbe arrivare tutte e tre le squadre a quota 12, permettendo all’Olanda di qualificarsi per la miglior differenza reti. Al Lokomotiv Stadion, di fronte a 90.000 spettatori, è una partita durissima.

I tedeschi partono fortissimo e al 14’ passano in vantaggio con Schnuphase. Venti minuti dopo, l’arbitro spagnolo Garrido assegna un rigore ai tedeschi, trasformato da Streich. La squadra di Zwartkruis è sotto choc. Affiora un po’ di nervosismo e ne fanno le spese Weise e La Ling che vengono cacciati. In dieci contro dieci, a questo punto, l’Olanda si trasforma; Thijssen accorcia le distanze a due minuti dal termine della prima frazione di gioco. Nella ripresa il tecnico olandese toglie un difensore, Hovenkamp, ed inserisce un attaccante, Kist. Al 50’, è proprio il centravanti dell’AZ’67 Alkmaar a pareggiare la partita. La rimonta è completata al 70’, quando l’esperto Renè Van de Kerkhof sigla la rete del 3–2. L’Olanda è qualificata per i Campionati Europei del 1980 che si disputano in Italia.
La formula del torneo è diversa dalla precedente. Non ci sono più quattro squadre, bensì otto, e non ci sono più gare ad eliminazione diretta, ma due gironi all’italiana che promuovono in finale la vincente di ogni raggruppamento. La squadra allenata da Jan Zwartkruis viene inserita in un girone di ferro con i Campioni ed i vice Campioni d’Europa in carica, ovvero la Cecoslovacchia e la Germania Ovest. La quarta squadra è la Grecia, vera sorpresa di questo Europeo. All’appuntamento italiano di inizio estate 1980, gli olandesi si presentano con una formazione che comprende parecchi bei nomi del momento: non ci sono Johan Cruijff e Johan Neeskens, volati in America per raccogliere effimera gloria e dollari pesanti; mancano anche i vari Wim Suurbier, Arie Haan, Rob Rensenbrink, assenze pesanti come macigni. La nuova generazione ha lanciato sulla scena un centravanti di notevoli qualità realizzative, Kees Kist, un tipo sempre fuori dal giro delle “grandi squadre olandesi”, che milita nell’AZ’67 Alkmaar, provinciale destinata a un breve quarto d’ora di notorietà. Al suo fianco, il reparto offensivo propone il vecchio Johnny Rep, le cui batterie si erano scaricate ormai da qualche anno, e i gemelli Willy e René Van de Kerkhof, tipiche espressioni del “calcio totale”, giocatori di grande dinamismo e lucidità tattica. In difesa, solo Ruud Krol aveva resistito all’usura del tempo: divenuto “libero” di altissime capacità, i suoi supporti in campo adesso si chiamano Poortvliet, Wijnstekers, Stevens, van de Korput e Hovenkamp. Mediocri sostituti di fuoriclasse come Suurbier, Haan, Rijsbergen.
Nella prima sfida, disputata a Napoli, l’Olanda affronta la Grecia. Di fronte ci sono i tulipani, che hanno inventato tutto, ma vinto niente, dall’altro ci sono i greci allenati da Panagoulias, che, sorprendentemente, li ha guidati fino alla fase finale. La gara sembra scontata, ma gli olandesi, per mettersi in tasca i due punti, hanno bisogno dell’aiuto dell’arbitro Prokop, che decreta un calcio di rigore, trasformato da Kees Kist, per atterramento di Nanninga ad opera del portiere Konstantinou. La seconda gara è Olanda – Germania Ovest, rivincita del mondiale del 1974 e di quello del 1978. I tedeschi hanno faticato molto per venire a capo della Cecoslovacchia, pertanto sono obbligati ad apportare dei cambi, anche perchè Karl Heinz Rummenigge e Hansi Müller hanno costretto Jupp Derwall ad escludere alcuni giocatori. Di conseguenza, fuori Bernd Förster e Dieter Cullmann, dentro Bern Schuster e Horst Hrubesch, il primo per dare ordine a centrocampo e reggere le fila del gioco, il secondo per far paura alle difese avversarie ed aprire varchi per Klaus Allofs. Gli olandesi scendono in campo con la stessa squadra che ha battuto la Grecia, con l’unica differenza che al posto dell’esordiente Martien Vreijsen, gioca il più esperto Johnny Rep. I cambi effettuati dai tedeschi danno risultati sperati e, contro l’Olanda, il gioco scorre molto meglio che contro la Cecoslovacchia, grazie alle illuminazioni di Schuster. La difesa, poi, non presenta smagliature e, nel caso, ci pensa Stielike a chiudere tutti i varchi. In prima linea, visto che tutti si preoccupano di Hrubesch, ha buon gioco Allofs, che realizza tre gol al 19’, 59’ e 66’. Gli olandesi accennano ad una rimonta che non si concretizza ed i gol di Rep al 70’ e di Willy Van de Kerkhof all’86’ servono solo a rendere meno amaro il passivo. La terza gara è decisiva ed all’Olanda servono per forza i due punti, poiché il pareggio qualificherebbe la Cecoslovacchia. Oramai si gioca solo per il secondo posto, che darebbe la possibilità di giocare la finale per il terzo posto. La Germania Ovest, a punteggio pieno, è quasi sicura del primo posto, visto che deve affrontare la Grecia già eliminata. I cecoslovacchi vanno subito in vantaggio con Zdenek Nehoda al 17’ e l’Olanda fatica più del previsto a prendere in mano il gioco. Nella ripresa, al 60’, Kees Kist riequilibra l’incontro, ma la gara non offre più emozioni e gli olandesi tornano a casa con la convinzione che il ciclo d’oro del “calcio totale” sia finito. Un’Olanda profondamente rinnovata comincia le qualificazioni al Campionato del Mondo del 1982 perdendo subito i primi due incontri. A Dublino, contro l’Irlanda, vengono sconfitti per 2–1. Due mesi dopo va in scena il derby con il Belgio a Bruxelles; i diavoli rossi fanno loro tutta la posta in palio grazie ad un gol di Van den Bergh su calcio di rigore. A questo punto Zwartkruis viene allontanato e gli subentra Rob Baan. Dopo le due vittorie scontate su Cipro e il successo per 1–0 sulla Francia, grazie ad Arnold Mühren, si arriva alla sfida di Rotterdam con l’Irlanda. Nel frattempo sulla panchina olandese c’è stato un altro cambio; Baan ha lasciato il posto a Kees Rijvers che per l’occasione si affida alla vecchia guardia. La gara termina 2–2 complicando enormemente la situazione. Il mese dopo l’Olanda travolge il Belgio, già qualificato e approfittando della clamorosa sconfitta della Francia, contro l’Irlanda, i ragazzi di Rijvers sanno che possono ancora qualificarsi, a costo di espugnare il Parco dei Principi. La Francia è una squadra molto tosta e, guidata da Platini, si impone per 2–0. L’Olanda chiude al quarto posto nel girone e viene clamorosamente eliminata dai Campionati del Mondo di Spagna ’82. La Nazionale Olandese, in vista degli Europei del 1984 deve essere rifondata. Dei 22 che presero parte al Campionato del Mondo in Argentina, sono rimasti i fratelli Van de Kerkhof e Dick Schoenaker, mentre fanno il loro timido esordio i vari Hans Van Breukelen, Ruud Gullit, Frank Rijkaard, Gerald Vanenburg e Wim Kjeft, grandi protagonisti qualche anno più tardi. Gli oranje vengono inseriti nel gruppo sette, composto da Spagna, Irlanda, Islanda e Malta. Si qualifica solamente la prima e non ci vuole molto a capire che saranno Spagna e Olanda a giocarsi la possibilità di accedere alla fase finale. L’esordio è un incubo. Si gioca contro l’Islanda, una gara apparentemente facile. I primi quarantacinque minuti si chiudono sullo 0–0. al 49’ la doccia fredda: l’Islanda passa in vantaggio con Edvaldsson. Gli olandesi si riorganizzano e pareggiano, due minuti dopo, con Schoenaker, al suo primo gol con la maglia arancione. La gara termina 1–1 e per l’Olanda tutto si complica. Dopo i successi con Irlanda e Malta, l’Olanda viene sconfitta a Siviglia dalla Spagna. Oltre alla battuta d’arresto, la gara fa registrare l’ultima apparizione in Nazionale di Ruud Krol, che chiude la sua carriera in oranje con 83 presenze e 4 reti. Nel match seguente, contro l’Islanda, c’è l’esordio di Marco van Basten. Precedentemente, nell’amichevole giocata contro la Svezia, avevano esordito in nazionale un’altra coppia di fratelli provenienti dal FC Groningen: Ronald e Erwin Koeman. In cinque minuti l’Olanda mette al sicuro il risultato: al 16’ segna Ronald Koeman, al 18’ Ruud Gullit ed al 21’ Peter Houtman. A Dublino l’Olanda compie un miracolo simile a quello compiuto quattro anni prima in Germania Est. Alla fine del primo tempo Wijnstekers e compagni sono sotto 2–0. La ripresa è un’altra cosa e i due giovani fuoriclasse olandesi, Gullit e van Basten, ribaltano la situazione. L’ala del Feyenoord Rotterdam, 21 anni appena compiuti sigla una doppietta, mentre il diciannovenne attaccante dell’Ajax Amsterdam realizza la sua seconda rete in nazionale, su tre partite giocate. L’Olanda ha trovato due fuoriclasse autentici, anche se altri giovani si stanno proponendo in prospettiva: Ronald Koeman e Gerald Vanenburg. La gara seguente, con la Spagna, è decisiva. Si gioca al de Kuip di Rotterdam di fronte a 58.000 spettatori. L’Olanda schiera Schrijvers, Wijnstekers, Gullit, Ophof, Boeve, Willy van de Kerkhof, Ronald Koeman, Vanenburg, Brocken, Erwin Koeman, e Houtman. Proprio quest’ultimo apre le marcature dopo ventisei minuti, Santillana pareggia al 41’. Alla Spagna è sufficiente il pareggio, ma gli olandesi premono sull’acceleratore e, al 63’, Gullit infila la porta avversaria. L’Olanda si impone 2–1 e attende la sfida contro Malta per conquistare altri due punti e altri gol in vista di una eventuale differenza reti per determinare il primo posto in classifica. L’Olanda supera per 5–0 Malta e chiude a quota 13 punti in classifica. La Spagna, a quota 11, deve ancora disputare una partita, esattamente contro Malta. Agli uomini di Muñoz servono, non solo i due punti, ma una vittoria con almeno 11 gol di scarto. La gara termina 12–1 per le “Furie Rosse”, che staccano così il biglietto per la Francia. Gli olandesi sono dispiaciuti, ed al tempo stesso increduli, per un risultato che sa di accordo sottobanco.

Nonostante l’eliminazione Kees Rijvers viene confermato alla guida della Nazionale Olandese che si rituffa nelle qualificazioni per il Campionato del Mondo del 1986. Il sorteggio l’ha inserita nel gruppo cinque insieme ad Austria, Ungheria e Cipro. Gli Oranje sono i favoriti per la vittoria finale, ma cominciano subito con il piede sbagliato. A Rotterdam è di scena l’Ungheria, guidata da Lajos Detari, sicuramente uno dei miglior giocatori europei del momento. ’Olanda parte bene e si porta in vantaggio con Kjeft, dopo soli diciannove minuti. Prima dell’intervallo i magiari pareggiano proprio con Detari. Nella ripresa arriva la seconda rete degli ospiti con il potente centravanti Esterhazy. Rijvers le prova tutte, fa entrare Houtman al posto di uno spento Van Basten, ma il risultato non cambia. Il mese seguente l’Olanda prova a riequilibrare una situazione che si è già fatta complicata. Al Prater di Vienna Rijvers fa esordire Lokhoff, posizionandolo dietro le punte. L’Olanda però, va subito sotto con una autorete di Valke al 15’. Negli altri settantacinque minuti gli oranje non riescono a rimontare il risultato e la gara termina con la seconda sconfitta consecutiva. L’Olanda è praticamente fuori dal Mondiale dopo sole due partite. La KNVB silura Rijvers e richiama Rinus Michels, indimenticabile allenatore della grande Olanda degli anni settanta. Con gli stessi giocatori, ma messi in campo in modo diverso, Michels fa bottino pieno nelle due gare contro Cipro. Michels, tuttavia, deve cedere il testimone, per motivi di salute, a Beenhakker prima della fondamentale sfida con l’Austria. L’Ungheria si è già qualificata per il Mondiale messicano violando il Prater di Vienna per 3–0. L’Olanda può ancora agguantare il secondo posto superando l’Austria a Rotterdam. Kjeft sblocca il risultato al 55’, ma la gioia dura solo quattro minuti perchè Schachner pareggia il conto. La gara finisce 1–1 e a questo punto l’Olanda deve battere, a Budapest, l’Ungheria. I magiari sono già qualificati e snobbano l’impegno. L’Olanda chiude la prima frazione sullo 0–0 e Beenhakker, nella ripresa, manda in campo il giovane De Wit, alla sua seconda presenza in maglia arancione. A metà del secondo tempo è proprio l’attaccante dell’Ajax Amsterdam ha segnare il gol della vittoria. L’Olanda, con il secondo posto nel girone, resta attaccata al treno dei Mondiali, ma per prendersi un posto “a sedere” deve passare per lo spareggio con la seconda classificata del gruppo 1: il Belgio. Il sorteggio è favorevole all’Olanda; la prima gara si gioca a Bruxelles e Beenhakker schiera van Breukelen, Wijnstekers, Van de Korput, Spelbos, van Tiggelen, Willy van de Kerkhof, Rijkaard, Gullit, van Basten, De Wit e Kjeft. L’Olanda è nervosa, non vuole fallire, per la seconda volta consecutiva, la qualificazione ai Campionati del Mondo, soprattutto per mano degli odiati “cugini” belgi. Kjeft, dopo soli quattro minuti, si fa cacciare dal campo. La preparazione tattica della partita scompare in un attimo, ma gli olandesi sono bravi a limitare i danni. Una rete di Vercauteren decide la prima sfida. Il mese seguente, in un de Kuip esaurito in ogni ordine di posto, l’Olanda cerca il miracolo. Beenhakker schiera Tahamata al posto di Kjeft squalificato, Valke in sostituzione di van de Kerkhof e Houtman per un acciaccato Marco van Basten. Dopo un’ora di gioco il punteggio è 0–0, ma pochi istanti dopo, il centravanti del FC Groningen, Peter Houtman, sblocca il risultato. Sulle ali dell’entusiasmo l’Olanda, dopo dodici minuti, raddoppia con De Wit, al suo terzo centro in cinque gare. Il pubblico è in estasi. L’Olanda sta per tornare tra le grandi potenze del calcio mondiale. A distanza di otto anni, è pronto un aereo per volare dall’altra parte del mondo, per cercare di pareggiare i conti con la sfortuna. Purtroppo il sogno dura solo tredici minuti. All’85’ il difensore belga Grun, infila van Breukelen e porta i suoi al Mondiale. L’Olanda paga l’inesperienza dei suoi tanti giovani, ma questa squadra farà parlare di sé molto presto. Il Mondiale messicano vedrà il successo dell’Argentina sulla Germania Ovest, mentre il Belgio raggiungerà uno storico quarto posto, alle spalle della Francia di Platini.

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