Nell’ambito del nutrito
programma di amichevoli internazionali, l’Amsterdam Arena ha ospitato, questa
sera, la gara tra la nazionale olandese e l’Italia di Cesare Prandelli. La
partita, interessante di per se, mette di fronte i vicecampioni del mondo ed i
vicecampioni d’Europa, curiosamente entrambi sconfitti dalla Spagna. Dolci sono
i ricordi per i tifosi italiani, che in questo stadio, nel 2000, hanno potuto
assistere alla memorabile vittoria dell’Italia della gestione Zoff, arrivata ai
rigori dopo un dominio olandese.
In un periodo non proprio d’oro per gli azzurri, sconfitti in 7 delle ultime 12 amichevoli giocate, arriva l’occasione per invertire il trend negativo contro i giovanissimi Oranje. Louis van Gaal, infatti, complici alcune assenze dei cosiddetti veterani, opta per una formazione che conta ben sette calciatori convocabili nell’Under 21. Debutto assoluto per Ola John e Daley Blind, unico giocatore dell’Ajax a partire titolare nella gara che si gioca nello stadio dei Lancieri.
L’occasione è propizia per la presentazione della nuova seconda maglia della squadra di casa, che scende in campo con una casacca bianca con alcuni grandi segni rossi e blu a ricordarne la bandiera. L’Italia, dal canto suo, gioca con la consueta maglia azzurra.
Sin dall’inizio si intende quale sarà l’andazzo del primo tempo. L’Olanda prova
a mantenere il possesso palla, innescando improvvisamente i propri attaccanti:
Van Gaal, in appoggio all’inamovibile Van Persie, sceglie i velocissimi Lens e
John, coperti alle spalle da Maher, trequartista, ed l’interessantissimo duo
composto da Strootman e Classe. Prandelli risponde con un modulo quasi
speculare: un 4-3-3 che ha, negli interpreti del tridente offensivo, Antonio
Candreva, dato in dubbio fino a pochi minuti prima dell’inizio della gara. In un periodo non proprio d’oro per gli azzurri, sconfitti in 7 delle ultime 12 amichevoli giocate, arriva l’occasione per invertire il trend negativo contro i giovanissimi Oranje. Louis van Gaal, infatti, complici alcune assenze dei cosiddetti veterani, opta per una formazione che conta ben sette calciatori convocabili nell’Under 21. Debutto assoluto per Ola John e Daley Blind, unico giocatore dell’Ajax a partire titolare nella gara che si gioca nello stadio dei Lancieri.
L’occasione è propizia per la presentazione della nuova seconda maglia della squadra di casa, che scende in campo con una casacca bianca con alcuni grandi segni rossi e blu a ricordarne la bandiera. L’Italia, dal canto suo, gioca con la consueta maglia azzurra.
Il primo brivido della gara lo regala il giovanissimo Maher al 16’. L’azione nasce da un iniziativa di Van Persie, che sfugge a Santon e scarica su Lens che trova immediatamente l’inserimento del diciottenne Maher al centro dell’area di rigore. Sulla conclusione a botta sicura del centrocampista dell’AZ è letteralmente miracoloso l’intervento di Buffon, che con la gamba impedisce il vantaggio olandese.
Lo stesso Adam Maher, più tardi, tornerà ad essere pericoloso quando, ancora sulla solita iniziativa sulla destra, un rimpallo gli consente di tentare la conclusione acrobatica, respinta ancora dal portiere della Juventus, sicuramente tra i migliori in campo. Appena sessanta secondi dopo ci prova ancora Van Persie, ma la conclusione dell’attaccante viene smorzata dall’intervento di Barzagli.
L’Italia si accende a sprazzi e prova a rendersi pericolosa con Balotelli, ben trovato nello spazio dalla solita, perfetta, verticalizzazione di Pirlo. Il tiro del neo-attaccante rossonero, però, si spegne sul fondo.
Al 33’ arriva il meritato vantaggio dell’Olanda: ancora una volta, tutto nasce sulla fascia destra, dove Janmaat riesce ad arrivare sul fondo e crossare. La difesa dell’Italia libera male e, dopo un tiro ancora una volta di Maher, il pallone arriva a Lens che stoppa, fa fuori Astori con un tocco sotto e fulmina Buffon con una conclusione potente di destro. L’attaccante del PSV conferma il suo trend positivo con la maglia della nazionale, della qualle è capocannoniere nelle qualificazioni ai prossimi mondiali.
Sotto di un goal, l’Italia prova a reagire e lo fa colpendo là dove l’Olanda appare più insicura, ovvero sulla fascia sinistra. Daley Blind si incolla a Candreva che, di fatto, lo porta a spasso, aprendo interessanti corridoi per Abate. Il lavoro del veloce terzino del Milan viene vanificato dall’attento De Vrij, ventunenne alla sua terza presenza con la maglia Oranje.
La ripresa, come previsto, regala volti nuovi. In campo, al rientro degli spogliatoi, ci sono due giocatori nuovi per parte. Se i padroni di casa schierano Robben e De Guzman in luogo di Van Persie e Classe, Prandelli opta per Diamanti e Florenzi, mandando a riposo Candreva e Pirlo.
L’ingresso di Robben regala maggiore vivacità all’attacco olandese, apparso un po’ sotto formalina nei primi 45’, rispetto ai ritmi che conosciamo. L’esterno d’attacco del Bayern Monaco, che prende posto sull’out mancino, col conseguente spostamento di Lens al centro dell’attacco, crea più di qualche grattacapo ad Abate e Barzagli, saltati in più di un occasione. Di fronte ai fraseggi offensivi degli Oranje la difesa dell’Italia appare un po’ disattenta, costringendo, nell’arco del secondo tempo, Buffon a più di un intervento. Il collega olandese del portiere della Juventus, al contrario, rimane praticamente inoperoso fino all’85’, quando l’Italia, con una coppia d’attacco tutta nuova, composta da Osvaldo, entrato al posto di un deludente Balotelli, chiuso costantemente dall’ottimo De Vrij, e da Gilardino, cui ha fatto spazio El Sharaawy, preoccupa più volte Van Gaal ed il pubblico dell’Arena. Il finale in crescendo dell’Italia si completa con la rete, al primo dei 3 minuti di recupero, di Marco Verratti, che combina al limite dell’area proprio con Gilardino e, col mancino, segna la rete dell’1 a 1. Il pareggio, decisamente immeritato, specie se si considera l’erroraccio di Kuyt (subentrato a John), che all’ 87’, su bella invenzione di Maher, conclude debolmente verso la porta italiana, può soddisfare ad ogni modo Prandelli, capace, con i suoi cambi, di incidere sulla gara. Da rivedere, per il commissario tecnico azzurro, l’approccio alla gara dei suoi uomini, apparsi svagati ed a tratti svogliati, forse non a torto, visto che gare amichevoli del genere, per quanto prestigiose, vengono mal viste dai giocatori, più concentrati sulla stagione in corso con le rispettive squadre da club. Buone conferme, invece, per l’Olanda ed il suo allenatore, Van Gaal, che paga la scarsa incisività dei suoi attaccanti e la classe, incontestabile, di un Gianluigi Buffon in serata. Considerata l’età media, bassissima, dei calciatori olandesi, il c.t. ex allenatore di Ajax, Barcellona e Bayern Monaco può dormire sonni tranquilli.
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