Il 29 maggio 2015, nel corso del 65° Congresso della FIFA
che si svolgerà a Zurigo, il padre-padrone del calcio mondiale, Joseph Blatter,
potrebbe venire detronizzato dalla carica di presidente della FIFA: in quel
giorno, infatti, le elezioni per il prossimo mandato a capo del massimo
organismo calcistico mondiale vedranno di fronte, oltre allo svizzero, che
punta al suo quinto mandato, il giordano Ali bin Al-Hussein, l’olandese Van
Praag e il portoghese Luis Figo. Dopo le candidature, prima annunciate e poi
ritirate, di Jerome Champagne e David Ginola, a causa della mancanza del
sostegno minimo di 5 federazioni nazionali, analizziamo le 4 rimaste in corsa:
Joseph Blatter, 78 anni (Svizzera)
Presidente della FIFA
Probabilità di vittoria: 65%
Prossimo alla soglia degli 80 anni, lo svizzero Blatter è da
16 anni il padrone indiscusso del calcio mondiale: eletto nel 1998 dopo aver sconfitto
Lennart Johansson tra le polemiche di corruzione, è stato poi rieletto praticamente
senza rivali nel 2002, nel 2007 e nel 2011, quando uscì pulito dallo scandalo Qatar,
liberandosi anche dello scomodo rivale Mohamed Bin Hammam, dimissionario e
squalificato a vita nel luglio 2011 dalla FIFA per corruzione. Accusato per
mille volte di corruzione e tangenti, ne è sempre uscito pulito, anche se
rimangono molti dubbi sull’assegnazione non troppo pulita dei Mondiali 2018 (in
Russia) e 2022 (in Qatar). In appena tre lustri è riuscito a trasformare la
FIFA in una grandiosa macchina da soldi, sestuplicando gli introiti e
introducendo regole innovative, come l'abolizione della possibilità, da parte
del portiere, di prendere la palla con le mani su retropassaggio (1992),
l'introduzione dei tre punti-vittoria (1994) e l'impiego del Golden goal prima, e del Silver goal poi, durante i tempi
supplementari (poi abolite). Sostenuto da buona parte delle federazioni africane, asiatiche, americane e dell'Oceania, è alla ricerca del suo quinto
mandato ed è il grande favorito delle elezioni di maggio.
Ali bin Al-Hussein, 39 anni (Giordania)
Presidente della Federcalcio giordana (JFA) e della West Asian Football Federation (WAFF), vice presidente della FIFA per l'Asia
Probabilità di vittoria: 19%
Principe di Giordania e quarto figlio del defunto re
Hussein, Ali bin Al-Hussein è stato molto attivo nel panorama calcistico
asiatico, nonostante la sua giovane età, e si presenta come un homo novus al grande pubblico
internazionale, ponendosi come il principale rivale di Blatter. Dopo aver vinto
la battaglia contro il divieto sull’uso dell’hijab (il velo islamico) nelle
competizioni calcistiche femminili, ha puntato ora il dito su tre concetti chiave:
trasparenza, governance e calcio. “Bisogna spostare l’attenzione dalle
controversie amministrative e riportarle sullo sport. Il gioco che appartiene a
tutto il mondo merita una classe dirigente di caratura mondiale, un’organizzazione
efficiente che sia anche un modello di etica, trasparenza e buona
governance. I titoli dei giornali dovrebbero riguardare il calcio, questo sport
meraviglioso, e non la FIFA”, ha affermato il principe giordano, considerato da
molti degli addetti ai lavori come un candidato giovane e credibile, per certi
versi all’opposto dello svizzero Blatter. Si è posto decisamente contro di lui,
chiedendo più volte la pubblicazione integrale del rapporto del
superprocuratore Michael Garcia sulla corruzione nell’assegnazione dei Mondiali
2018 alla Russia e del 2022 in Qatar. Sostenuto apertamente dalla Federcalcio degli Stati Uniti, l'USSF, e da Michael Platini, presidente
della UEFA, per ora può contare solo su parte dei voti europei (ad esempio
quello della Federcalcio inglese, la FA, che fa campagna per lui, o di quella
tedesca, la DFB, come ha rivelato il quotidiano sportivo spagnolo AS), mentre
quelli asiatici sono, ora come ora, un rebus, in quanto la Federazione
asiatica, l’AFC, presieduta da Salman Bin Ibrahim al Khalifa, membro della
famiglia reale del Bahrain, lo scorso novembre ha confermato il suo appoggio
allo svizzero Blatter.
Luis Figo, 42 anni (Portogallo)
Dirigente sportivo nell'Inter
Probabilità di vittoria: 10%
Ex calciatore che non ha bisogno di presentazioni, Luis
Figo, Pallone d’Oro nel lontano 2000, è l’ultima delle quattro candidature per
lo scettro di capo del calcio mondiale. “Mi
importa del calcio, perciò quello che sto vedendo sull'immagine della FIFA, non
solo ora, ma negli anni passati, non mi sta piacendo. L'anno scorso – ha
commentato l’ex stella dell’Inter – ho
assistito alla Coppa del Mondo in Brasile ed ho visto la reazione di tutti i
tifosi riguardo l'immagine che si ha della FIFA. Questo deve essere cambiato:
ovvero la leadership, l'amministrazione, la trasparenza e la solidarietà.
Questo penso sia il momento giusto per farlo.” Sostenuto dalle federazioni
nazionali di Danimarca, Lussemburgo, Macedonia, Montenegro, Polonia e
Portogallo, nonché l’appoggio di un Maestro del calcio come José Mourinho (“La sua grande carriera garantisce un futuro
migliore per la FIFA, sarà un presidente concentrato sul gioco e sulla sua
crescita in stretta collaborazione con le federazioni nazionali”, ha
dichiarato lo Special One), il lusitano sembra avere pochissime probabilità di
venire eletto, potrebbe, però, in questi mesi raccogliere intorno a sé un
numero sufficiente di voti per diventare il vero sfidante a sorpresa di Blatter.
Michael van Praag, 67 anni (Olanda)
Presidente della Federcalcio olandese (KNVB) e membro del Comitato Esecutivo della UEFA
Probabilità di vittoria: 6%
Ex presidente dell’Ajax tra il 1989 e il 2003, Van Praag è un fiero oppositore di Blatter ed è sostenuto dalle federazioni nazionali di Belgio, Svezia, Scozia, Romania, Faer Oer e, ovviamente, Olanda, della quale è l’attuale presidente. Si è detto “molto preoccupato per la FIFA”, affermando che “è tempo che questo ente torni a essere normale ed a concentrarsi sul calcio giocato. Come presidente mi propongo di mantenere il buono fatto dalla FIFA, pur cambiando decisamente rotta rispetto al signor Blatter.” Il numero uno della Federcalcio olandese ha annunciato di voler rappresentare tutti i Paesi, allargando ai Mondiali i posti disponibili alle nazionali extraeuropee, e che non ha alcuna intenzione a candidarsi per un secondo mandato, lasciando così spazio alle nuove generazioni. Le frecciatine a Blatter, però, non sono mancate: “Non ho niente contro il signor Blatter, anzi come persona lo stimo. D'altro canto, chi ha guidato un'organizzazione per così tanti anni e ne rappresenta in pieno tutti i problemi e gli scandali non può allo stesso tempo rappresentare il nuovo corso della FIFA, è impossibile. Ogni organizzazione al mondo che ha bisogno di una ristrutturazione così pesante ha bisogno di una nuova faccia, e questo serve anche alla FIFA.”
I voti totali saranno 209 (come le Federazioni affiliate alla FIFA), mentre per essere eletti Presidente sono necessari..
Nel caso in cui vi fossero più di due candidati, il
candidato che ottiene il numero minore di voti viene eliminato a partire dal
secondo scrutinio, fino a quando rimarranno soltanto due candidati.
Come scritto dalla Reuters, il presidente della Federcalcio
ghanese, la GFA, Kwesi Nyantakyi, ha affermato che “la maggioranza dei 53 Paesi
africani voterà per Blatter. L’Africa è solida dietro di lui, troverete che è
straordinariamente popolare nel continente.” Anche per aver voluto assegnare un
Mondiale (Sudafrica 2010) proprio lì, aggiungiamo noi.
La sensazione, ora come
ora, è che pochi Paesi si opporranno realmente alla rielezione dello svizzero, che ha portato anche il Campionato del Mondo in Asia (Giappone-Corea del Sud 2002), e che gode di ampi consensi in Asia, Europa orientale, America meridionale e una parte consistente di quella centro-settentrionale. Insomma, la guerra alle preferenze è ufficialmente aperta.
(Fonte foto: http://www.sportschau.de)
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