Suicidio Ajax a Doetinchem. Il PSV è campione d'Olanda


L'Eredivisie si conferma uno dei campionati più avvincenti d'Europa, con un plot twist degno del migliore sceneggiatore di thriller hollywoodiani. Ride Cocu ed esulta Eindhoven, mentre le lacrime di Anwar El Ghazi valgono più di tante parole per spiegare il drammatico epilogo della stagione dell'Ajax, il cui pareggio contro il De Graafschap, penultimo e già condannato alla Nacompetitie, consegna il ventitreesimo titolo di Campioni d'Olanda al PSV (il secondo consecutivo), vincente in casa dello Zwolle per 3 a 1 e qualificatosi, di conseguenza, direttamente alla fase a gironi della prossima Champions League.


Il - lungo - recupero concesso da Kuipers, arbitro di De Graafschap-Ajax, rende il clima del dopo-gara di Zwolle, dove il PSV si è facilmente imposto per 3 a 1 sui padroni di casa, quasi surreale. Arrivate le buone notizie, si da il via ai festeggiamenti.
E' la vittoria dell'allenatore Cocu, dei dirigenti Brands e Gerbrands, e dei calciatori Luuk de Jong e Van Ginkel, ognuno a modo suo fondamentale nella corsa al titolo numero 23, il quindicesimo nelle ultime 30 edizioni dell'Eredivisie.
Nonostante i 46 punti dopo la pausa invernale, il PSV è arrivato agli ultimi 90' appaiato al primo posto con l'Ajax, ma con una differenza reti peggiore.
Il club di Eindhoven, capace di andare a rete 88 volte in questa stagione, vede premiata la cavalcata della seconda metà di stagione, durante la quale, con uno straordinario filotto di 9 vittorie consecutive, i boeren hanno recuperato il cospicuo vantaggio che i rivali ajacidi avevano accumulato nel girone d'andata.
L'emozionante corsa ha visto la squadra di Cocu recuperare punti su punti, fino a superare i rivali, clamorosamente incapaci di chiudere il campionato in più di una occasione, salvo subire un controsorpasso nelle ultime curve, con annessa sconfitta nello scontro diretto al Philips Stadion.


Arrivate a pari punti all'ultima giornata di campionato, le due squadre hanno approcciato la partita in maniera differente. L'Ajax, avanti in virtù di una migliore differenza reti rispetto ai rivali, come d'altronde in tutti gli altri appuntamenti decisivi di questa stagione, ha mostrato tutta la sua immaturità, finendo con l'inciampare sul terreno del De Vjverberg.
Dopo il goal di Younes, che ha reso virtualmente l'Ajax campione per quasi un'ora di gioco, è arrivato nella ripresa il pareggio di Smeets, che getta nello sconforto e nella confusione la squadra di Amsterdam e, soprattutto, la sua guida tecnica.
Subito il goal del pareggio, l'ansia per il rischio di vedersi togliere un titolo praticamente già in mano è cresciuta di minuto in minuto e le scelte di 
De Boer per provare a raddrizzare la partita si sono rivelate inadeguate o quantomeno azzardate (dentro El Ghazi e fuori Milik, top scorer della squadra), mentre la formazione allenata da Jan Vreman non solo ha saputo difendersi in maniera efficace, ma ha addirittura sfiorato il vantaggio, sempre con Smeets, padrone di un centrocampo in cui Gudelj, Klaassen e Serero sono stati sopraffatti dai più modesti avversari.

Gettato via il titolo, sorge spontanea una riflessione sulla posizione di Frank de Boer. E' ancora l'uomo adatto a guidare l'Ajax? Secondo molti tifosi, interrogati dai quotidiani online, è giunta l'ora di cambiare allenatore, protagonista di grandi vittorie ma anche di clamorose topiche. La mancata qualificazione ai gironi di Champions, la triste eliminazione in Europa League e, in ultimo, il risultato contro il De Graafschap peseranno nella scelta della società e dell'allenatore stesso, il cui contratto scade a giugno 2017 e che più volte è stato approcciato da squadre inglesi e spagnole.

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