Dieci decisioni (im)possibili di Ruud Gullit se diventasse allenatore della nazionale olandese

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Lo sanno tutti, è un momento terribile per la nazionale olandese. La crisi è sicuramente tecnica (il talento a disposizione è inferiore al passato) e tattica (gli allenatori vanno e vengono come se sulla panchina oranje ci fossero le porte girevoli) ma, prima di tutto, è probabilmente gestionale (ossia: la federazione ha gestito in maniera aberrante gli ultimi tre anni. E non solo tutto ciò che riguarda la Nederlands voetbalelftal in senso stretto ma, più in generale, ogni questione afferente allo sviluppo del calcio olandese sia sul versante Eredivisie, sia su quello delle rappresentative nazionali).

Tuttavia, spesso, durante i periodi di crisi salta fuori un Eroe con la “e” maiuscola, un unto del Signore che si carica i problemi di tutti sulle spalle ed è in grado, se non di traghettare la collettività alla salvezza, quanto meno di iniziare a percorrere e poi indicare alla sua gente la strada maestra da seguire per uscire dall’impasse.

L’Eletto (autoproclamato) della nazionale olandese potrebbe rispondere al nome di Ruud Gullit, il leggendario Tulipano Nero, un uomo che ha saputo segnare un’epoca con le sue doti e il suo carisma, un giocatore che non ha ancora avuto e non avrà mai eguali.

Un solo dubbio alberga in tutte le menti dei tifosi e degli appassionati: ma cosa potrebbe succedere se davvero l’ex Milan dovesse essere appuntato commissario tecnico della rappresentativa del suo Paese?

1. Più treccine per tutti

Il marchio di fabbrica del vecchio Ruud, la pettinatura iconica con cui oggi lo ricorda qualunque appassionato di pallone. Ormai è tantissimo tempo che l’ex cervo che esce di foresta non ha più l’esuberanza tricotica per permettersi l’acconciatura che ha contribuito a renderlo leggendario ma questo non gli impedirebbe di porla come condizione necessaria per la convocazione. In uno slancio di umana bontà, Gullit potrebbe anche chiudere un occhio sui giocatori di etnia caucasica ma siamo certi che i vari Depay, Martins Indi, Lens o Wijnaldum (e tanti altri) dovrebbero per forza allinearsi al braids diktat, altrimenti niente Nazionale. I baffi sono invece sconsigliati in quanto lo stesso Ruud adesso pensa che siano un po’ «da attore porno».

2. Sorridere sempre

Un Ruud Gullit che non sorride è un Ruud Gullit morto o in procinto di. Ancora adesso è impressionante vedere la capacità di sorridere e sprizzare positività che ha il Tulipano Nero: per lui sembra che tutto sia potenzialmente divertente, la sua filosofia è talmente vicina al toda joya, toda beleza che Gullit è per attitudine l’olandese con l’animo più brasiliano di tutti (con buona pace di Seedorf). In caso diventasse davvero il CT oranje è ovvio che cercherebbe di rendere pure il suo spogliatoio molto allegro. E sarebbe bellissimo vederlo tentare di insegnare a Strootman cosa sia un sorriso.

3. Discoteca post partita obbligatoria

Per sorridere sempre e coltivare con successo l’allegria è necessario divertirsi, ovviamente. Non solo in campo ma anche fuori. E il buon Ruud pensa con affetto ai suoi ragazzi e alle loro esigenze, imponendo loro una seduta settimanale di discoteca dopo la partita domenicale (ed è già un buon risultato visto che l’olandese ai tempi aveva il physique du rôle per fare nottata prima della gara e correre comunque come un leone. Una fortuna non proprio condivisa da chiunque). Astenersi calciatori a cui piace leggere e/o andare a letto presto.

4. Nathan Aké capitano e uomo immagine

Nuovo allenatore, nuove regole, nuove facce in spogliatoio. Per inaugurare il nuovo corso, il vecchio Ruud potrebbe decidere di lanciare e responsabilizzare il 22enne Aké, prodotto del settore giovanile del Feyenoord e dell’academy del Chelsea, di recente richiamato a Stamford Bridge da Conte dopo il prestito al Bournemouth. In campo non c’entra assolutamente nulla con l’ex numero 10 del Milan ma esteticamente l’imberbe Nathan ne è la copia carbone e quindi ha il giusto carisma per essere il leader di copertina dell’Olanda di Gullit, soprattutto dopo un cambio all’anagrafe per completare l’opera assumendone il cognome e l’assegnazione perpetua della maglia numero dieci. Che poi sia un’idea che sul piano tecnico non funzioni nemmeno un po’ è un dettaglio relativamente importante: nella nostra epoca l’immagine è tutto, no? Inoltre qua si parla di uomo copertina, chi l’ha detto che poi Aké debba effettivamente giocare?

5. Divieto di contenersi sessualmente

Sarà anche un luogo comune ma è un dato di fatto che, se si cerca “Ruud Gullit” su Google, cinque dei primi dieci risultati trattano un argomento affine alla sfera sessuale. L’immaginario comune non vuole sentir ragioni: il Tulipano Nero è da sempre famoso anche per quelle robe lì (non a caso venne citato in un film di Moana Pozzi e Cicciolina…). Da giocatore, il possente Ruud si rifiutava categoricamente di esercitare la continenza – è celebre la frase rivolta a Berlusconi: «Non si corre bene con le palle piene» – e dunque è chiaro che, da allenatore, non solo non imporrebbe ai suoi ragazzi alcun sacrificio ma, anzi, potrebbe persino vietare l’astinenza pre-partita o come minimo raccomandare caldamente lo sfogo dei desideri primigeni. Che possa essere Gullit l’uomo scelto dal fato per porre fine all’annosa (e noiosissima) questione sulle abitudini sessuali dei calciatori prima della partita? I vari fronti di liberazione sessuale sono già esaltati all’idea, francamente.

6. Uno staff tecnico indimenticabile

Cos’hanno in comune personaggi come Attilio Lombardo (attuale secondo di Mihajlović al Torino), Hallvar Thoresen, Giovanni Stroppa, Frank Leboeuf e Francesco Antonioli? Hanno tutti giocato con Ruud Gullit tra PSV Eindhoven, Milan e Sampdoria (così come alcune altre decine di professionisti tra gli anni 80 e 90). Però se venissero radunati tutti assieme in un meraviglioso staff tecnico per la nazionale olandese quanto sarebbe bello? Immaginiamo per un attimo Lombardo a braccetto con Depay mentre gli parla di come si crossa. O di Stroppa che studia gli inserimenti senza palla di Klaassen e poi glieli corregge via video. O ancora, Leboeuf che spiega le diagonali difensive a Tete e Karsdorp. Un sogno, praticamente.

7. Carne di cervo. Sempre

In realtà non sappiamo se a Gullit la carne di cervo piaccia. Ma siccome l’animale che viene immediatamente in mente quando si parla di Ruud è quello, è molto romantico immaginare che lui per primo abbia voluto appropriarsi della correlazione inventata da Boškov e farla sua, infliggendo alla sua Nazionale una dieta ricca di carne saporita ma magra. Così, tanto per mantenersi leggeri e saper “uscire di foresta” al meglio durante le partite.

8. Reggaere lo spogliatoio

Spesso i vestiboli delle squadre di calcio hanno una loro colonna sonora. L’ex capitano oranje è indissolubilmente legato al reggae ed eccolo imporre alla sua nazionale olandese la musica giamaicana: da lì in poi i suoi uomini giocheranno costantemente col ritmo in levare, magari ondeggiando in campo come il più spiritato Bob Marley durante i suoi concerti. Se poi le cose non dovessero andare al meglio è chiaro che la monotematicità musicale e la riproduzione ossessiva di Not The Dancing Kind possano indurre lo spogliatoio a una rivoluzione violenta.

9. Sexy Football

Forse il punto più importante dal punto di vista tecnico-tattico, è ovvio che Ruud – dopo aver coniato per primo l’espressione nel 1996 – cercherà di importare il suo concetto di calcio attraente anche nella nazionale olandese. Non ci è dato sapere granché di questa filosofia di gioco: un po’ perché Gullit non è mai stato granché come allenatore, un po’ perché il concetto è molto vago (si sa che è una specie di gioco di posizione innestato su una vaga nozione di possesso palla), un po’ perché Ruud è professionalmente fermo da quasi sei anni. Di una cosa però possiamo essere certi: in un modo o nell’altro, con Gullit l’Olanda sarà sexy. È una minaccia.

10. Far allenare la squadra a Maccio Capatonda

Una sorta di do ut des. Il buon Maccio ha sfruttato il buon nome di Ruud per il suo Italiano Medio, Ruud può invece sfruttare Maccio per allenare la nazionale olandese quando lui non ne ha voglia. Tanto, a quanto pare, i due sono sostanzialmente indistinguibili.



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