Una scelta prospettica e, per certi versi, anche di rottura con la tradizione da parte della dirigenza ajacide, porta ad Amsterdam uno degli allenatori più interessanti del panorama calcistico olandese (e non solo), capace di rompere con il dogma del 4-3-3 e ottenere discreti risultati con una squadra composta spesso da onesti mestieranti e qualche giovane promessa.
Se da alcuni anni le performance dell'Utrecht, squadra che nell'arco di tempo che va dalla stagione 2004/05 alla stagione 2014/15 di Eredivisie solo in due occasioni (sesti nel 2005/06 con Foeke Booy e quinti nel 2012/13 sotto la guida di Jan Wouters, arrivato per sostituire Erwin Koeman dopo soli 3 mesi) aveva fatto meglio del 7° posto, sono ben più alte delle aspettative, il merito è, in gran parte, di Erik ten Hag, ex spalla di Guardiola ai tempi del Bayern Monaco, dove allenava la seconda squadra dei bavaresi.
Con un budget molto limitato, nelle scorse due stagioni l'Utrecht ha conquistato il quinto e il quarto posto, mettendo alle proprie spalle squadre come il Twente, il Vitesse o l'AZ con una disponibilità economica molto più alta.
Quest'anno, al giro di boa, l'Utrecht è sesto in classifica e ha 28 punti, gli stessi dello scorso anno pur avendo da recuperare la gara contro il Feyenoord, rinviata alcune settimane fa per maltempo. Le prestazioni dei Domstedelingen sono -potenzialmente- migliori anche della stagione 2015/16, quando dopo 18 turni i ragazzi di Ten Hag avevano raccolto 29 punti.
Questo avviene nonostante le cessioni di quattro pilastri durante l'ultimo mercato estivo (Sébastien Haller, Nacer Barazite, Wout Brama e Sofyan Amrabat) e tre durante l'estate precedente (Ruud Boymans, Timo Letschert e Bart Ramselaar).
Grazie alle ottime prestazioni della sua squadra, il nome di Ten Hag era balzato fuori come quello di uno dei papabili successori di Advocaat sulla panchina oranje. Il quarantasettenne di Haaksbergen non aveva nascosto di essere lusingato dalla prospettiva di guidare la Nazionale, pur sganciando alcuni missili contro il movimento calcistico olandese: "Siamo ossessionati dalla scuola olandese, dal gioco con le ali. Sono schemi superati. Oggi servono giocatori mentalmente rapidissimi, forti fisicamente, oltre che bravi tecnicamente. I programmi di sviluppo e crescita dei nostri giovani sono tutti uguali: si gioca con il 4231 o direttamente con il 433, senza minimamente tenere in considerazione le attitudini dei singoli giocatori. E' un sistema stagnante, statico, che va bene fino a quando parliamo solo di ragazzi. Non è un caso se a livello giovanile l'Olanda regge fino all'Under 17. In Eredivisie ci sono troppi difensori che non sanno colpire di testa o centrocampisti offensivi incapaci di tirare a porta. Qualcosa non sta andando per il verso giusto e io lo voglio cambiare".
Parole che possono essere dure ma che trasmettono una grande lucidità, quelle di Ten Hag, e che possono far ben sperare i tifosi ajacidi, da tempo in cerca di una guida carismatica per la loro squadra imbottita di giovani di grande talento e ora in attesa di vedere il nuovo allenatore mettersi all'opera durante il ritiro invernale in Portogallo, con partenza programmata per l'8 Gennaio 2018. Per l'esordio ufficiale di Ten Hag sulla panchina dell'Ajax, però, si dovrà aspettare qualche settimana in più, quando l'Ajax sarà impegnato nel klassieker contro il Feyenoord: una gara caldissima. Accanto a lui, in panchina potrebbe sedere il tedesco Alfred Schreuder, al momento ancora legato all'Hoffenheim ma in procinto di firmare con il club di Amsterdam.
Al di là dei discorsi squisitamente tattici, che saranno da valutare tra allenatore, preparatori e calciatori (attuali e possibili nuovi arrivi) Erik ten Hag ha una caratteristica che potrà risultare fondamentale per l'Ajax che verrà. L'oramai ex-Utrecht, infatti, proprio come il suo mentore Guardiola sa lavorare sulla mente dei calciatori, infondendo fiducia e aiutandoli a mantenere alta la concentrazione e scacciare le distrazioni. Andando oltre l'atleta, Ten Hag sembra essere un allenatore che guarda alla persona, studiandone e comprendendone le mille sfaccettature caratteriali.
Una squadra, la sua squadra, funziona quando tutti collaborano e sono sereni. Non c'è spazio per gli individualismi e, perciò, Ten Hag cura personalmente tutti i rapporti umani, cercando di stabilire una buona relazione con ogni calciatore e facendo si che anche nel gruppo tutto funzioni per il meglio.
Una delle missioni principali di Ten Hag sarà quella di cementare il gruppo ajacide, apparso scosso da quanto di brutto accaduto dall'inizio della stagione, partendo dalla tragedia di Nouri. Durante le sessioni di allenamento da lui guidate, Erik Ten Hag ha sempre chiesto di mantenere alto il livello qualitativo delle giocate e la velocità della loro realizzazione, senza diminuire l'attenzione a quello che viene fatto. Durante gli allenamenti dell'Utrecht, non era raro vedere simulazioni di azioni di contropiede o di attacco in superiorità numerica: un lavoro di gruppo che, se qualcuno fa qualcosa di sbagliato, rischia di non ottenere i risultati sperati. Un apposito team building per costruire un gruppo vincente.
Parole che possono essere dure ma che trasmettono una grande lucidità, quelle di Ten Hag, e che possono far ben sperare i tifosi ajacidi, da tempo in cerca di una guida carismatica per la loro squadra imbottita di giovani di grande talento e ora in attesa di vedere il nuovo allenatore mettersi all'opera durante il ritiro invernale in Portogallo, con partenza programmata per l'8 Gennaio 2018. Per l'esordio ufficiale di Ten Hag sulla panchina dell'Ajax, però, si dovrà aspettare qualche settimana in più, quando l'Ajax sarà impegnato nel klassieker contro il Feyenoord: una gara caldissima. Accanto a lui, in panchina potrebbe sedere il tedesco Alfred Schreuder, al momento ancora legato all'Hoffenheim ma in procinto di firmare con il club di Amsterdam.
Al di là dei discorsi squisitamente tattici, che saranno da valutare tra allenatore, preparatori e calciatori (attuali e possibili nuovi arrivi) Erik ten Hag ha una caratteristica che potrà risultare fondamentale per l'Ajax che verrà. L'oramai ex-Utrecht, infatti, proprio come il suo mentore Guardiola sa lavorare sulla mente dei calciatori, infondendo fiducia e aiutandoli a mantenere alta la concentrazione e scacciare le distrazioni. Andando oltre l'atleta, Ten Hag sembra essere un allenatore che guarda alla persona, studiandone e comprendendone le mille sfaccettature caratteriali.
Una squadra, la sua squadra, funziona quando tutti collaborano e sono sereni. Non c'è spazio per gli individualismi e, perciò, Ten Hag cura personalmente tutti i rapporti umani, cercando di stabilire una buona relazione con ogni calciatore e facendo si che anche nel gruppo tutto funzioni per il meglio.
Una delle missioni principali di Ten Hag sarà quella di cementare il gruppo ajacide, apparso scosso da quanto di brutto accaduto dall'inizio della stagione, partendo dalla tragedia di Nouri. Durante le sessioni di allenamento da lui guidate, Erik Ten Hag ha sempre chiesto di mantenere alto il livello qualitativo delle giocate e la velocità della loro realizzazione, senza diminuire l'attenzione a quello che viene fatto. Durante gli allenamenti dell'Utrecht, non era raro vedere simulazioni di azioni di contropiede o di attacco in superiorità numerica: un lavoro di gruppo che, se qualcuno fa qualcosa di sbagliato, rischia di non ottenere i risultati sperati. Un apposito team building per costruire un gruppo vincente.
Costato circa un milione di Euro, Ten Hag è stato probabilmente individuato da Marc Overmars e Edwin van der Sar come miglior sostituto di Marcel Keizer già all'inizio dello scorso Novembre, quando all'Amsterdam ArenA l'Utrecht è uscito vittorioso dalla sfida contro l'Ajax, spazzando via definitivamente una crisi che aveva portato sotto alla Torre soli 5 punti in 6 partite. Dopo il 2 a 1 di Amsterdam, infatti, l'Utrecht ha inanellato cinque risultati utili consecutivi (3 vittorie e 2 pareggi), prima di interrompere il suo trend positivo nella trasferta di Breda del 23 Dicembre.
Uomo di fatti, prima che di parole, durante la sua gestione Ten Hag ha portato l'Utrecht in finale di Coppa e ai preliminari di Europa League, contendendo fino alla fine la qualificazione allo Zenit, una squadra dal budget decisamente più grande.
Mettendosi alla guida dell'Ajax, si attende un grosso cambio di rotta da parte del club biancorosso, ora destinato ad essere permeato dalla cultura tattica di stampo tedesco.
Con una rosa, quella dell'Ajax, che ha alcune grosse lacune ma che resta costituita da calciatori decisamente talentuosi, Ten Hag potrà trasferire la sua cultura del compromesso, adattando la squadra alle esigenze, alle situazione e, ovviamente, agli avversari.
Nell'arco della stagione in corso, infatti, l'Utrecht ha cambiato più volte il proprio impianto, passando con disinvoltura dal 4-4-2 al 5-3-2 e, addirittura, al ripudiato 4-3-3.
Mettendosi alla guida dell'Ajax, si attende un grosso cambio di rotta da parte del club biancorosso, ora destinato ad essere permeato dalla cultura tattica di stampo tedesco.
Con una rosa, quella dell'Ajax, che ha alcune grosse lacune ma che resta costituita da calciatori decisamente talentuosi, Ten Hag potrà trasferire la sua cultura del compromesso, adattando la squadra alle esigenze, alle situazione e, ovviamente, agli avversari.
Nell'arco della stagione in corso, infatti, l'Utrecht ha cambiato più volte il proprio impianto, passando con disinvoltura dal 4-4-2 al 5-3-2 e, addirittura, al ripudiato 4-3-3.
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