All'AFAS Stadion di Alkmaar si rivedono Moisander e Martens, entrambi recuperati, al pari di Benschop che, però, si accomoda inizialmente in panchina. Verbeek, infatti, sembra preferirgli in questo periodo lo statunitense Altidore, forse più funzionale al gioco della squadra, visto che con il proprio fisico riesce a favorire il gioco di sponda per l'inserimento dei centrocampisti. Dura tegola per l'AZ è l'assenza di Roy Beerens, out per un problema al fianco. Per gli ospiti, assente sicuro il primo portiere Pasveer, mentre Vejinovic parte dalla panchina. Il centrocampista ritorna ad essere disponibile dopo oltre un mese e Bosz decide di portarlo con se, preferendogli, però, ancora l'Under 21 Lerin Duarte.
Gli ospiti partono fortissimo, andando vicino alla rete dopo nemmeno 30 secondi di gioco. Una buona giocata di Douglas sulla destra consente ad Everton di provare la conclusione dall'interno dell'area, sulla quale, però, Alvarado è bravo a respingere con un piede.
Due minuti dopo, la risposta dell'AZ: Moisander esce a testa alta dalla linea difensiva, salta due uomini ed indovina il passaggio in profondità per Holman. L'australiano serve il ben posizionato Altidore che, solissimo, cicca clamorosamente la conclusione, graziando Telgenkamp. L'errore del centravanti americano costerà caro all'AZ, che al 6' va sotto: uno splendido cross di Overtoom, bravo a liberarsi con una finta da Marcellis, suo diretto marcatore, trova Everton al centro dell'area. Il colpo di testa del brasiliano è imprendibile per Esteban Alvarado, che può solo limitarsi a raccogliere il pallone dal fondo della rete. La gioia per i tifosi dell'Heracles, che occupano l'intero settore ospiti dell'AFAS Stadion, posizionato giusto dietro la porta dell'AZ, è giustamente incontenibile.
Con tutta la partita davanti, l'AZ prova subito a riorganizzarsi. Come già dimostrato in più di una occasione, la squadra di Verbeek ha, tra le sue qualità, la maturità nonostante una rosa piuttosto giovane. Così, al minuto 19, è Adam Maher, uno dei gioielli più preziosi della squadra, a segnare il goal del pareggio. Su cross basso dalla sinistra, il numero 8 dell'AZ anticipa Telgenkamp con un furbo tocco d'esterno, eludendo l'intervento del portiere. Poco meno di due minuti dopo, l'AZ riesce addirittura a passare in vantaggio, grazie all'islandese Gudmundsson, partito titolare per l'assenza di Beerens. Tutto parte sulla fascia destra, dove Martens salta Duarte e crossa nel mezzo dell'area di rigore. La retroguardia dell'Heracles prova a rilanciare il pallone, che viene però intercettato da Gudmundsson, che controlla e lascia partire un secco destro sul secondo palo, imprendibile per Telgenkamp.
L'uno-due dell'AZ manda i giocatori dell'Hercles nel pallone: due minuti dopo il vantaggio, i padroni di casa rischiano addirittura di triplicare, quando Elm, beccato in profondità da Holman, con un geniale colpo di tacco serve Altidore, il quale spara alto, graziando gli avversari. La pressione della squadra di casa non accenna a diminuire: al 30' Holman dribbla due uomini sulla linea dell'area di rigore, scambia nello stretto con Altidore e tira, ma Telgenkamp è attento e riesce a mettere fuori il pallone.
Anche nel secondo tempo, la trama della partita sembra la stessa. L'AZ continua a spingere alla ricerca del goal che chiuderebbe la partita, mancandolo clamorosamente a più riprese, mentre l'Heracles sembra essere scomparso dal match. La squadra di Verbeek, come si vedrà, pagherà caro le occasioni sprecate durante la gara. L'assenza di un centravanti capace di trasformare in goal quanto prodotto dal centrocampo, qualitativamente uno dei migliori (se non il migliore) dell'Eredivisie, dovrà far riflettere gli uomini mercato dell'AZ, finalmente libero dai debiti residuati dalla bancarotta di Dirk Scheringa, ex proprietario del club.
Così, dopo aver gettato al vento le migliori occasioni, l'AZ subisce il pareggio al 66'. E' Quansah l'autore del goal che rimette l'Heracles in corsa. Il tempo dello stacco del piccolo centrocampista (170 cm) è perfetto, ma non può non registrarsi l'inadeguatezza nella marcatura da parte di Niklas Moisander in occasione del calcio d'angolo. Il finnico, capitano dell'AZ, è, tra l'altro, recidivo: superato di testa da Quansah, ben più basso e meno forte fisicamente, Moisander è colpevole di una certa "leggerezza" nel marcare l'avversario anche in occasione del primo goal dell'Heracles, firmato da Everton.
Il 2 a 2 ha ovviamente subito effetto sulla squadra di Bosz, che prima del 90' sfiora il clamoroso 2-3 con Armenteros (impreciso nel suo diagonale da ottima posizione) e con Douglas, sul quale è decisivo l'intervento di Alvarado. L'AZ, dal canto suo, si spegne, quasi conscio degli errori fatti e di quello che l'aspetta nella prossima mezz'ora.
Dopo il clamoroso palo interno colto da Benschop, principale occasione dei primi quindici minuti dei tempi supplementari, l'incubo dell'AZ si materializza al 109': Bruns, subentrato ad Armenteros pochi minuti prima, sfrutta la difesa alta degli avversari per involarsi verso la porta di Alvarado e batterlo con un preciso diagonale. Da sottolineare come, sul passaggio di Veijnovic, Bruns sia stato tenuto in gioco dal solito Moisander, protagonista di una partita con più ombre che luci.
Peter Bosz, i suoi assistenti, i giocatori dell'Heracles e tutti i tifosi potranno esultare ancora, poco dopo, quando a 30 secondi dalla fine, Gouriye, anch'egli partito dalla panchina ed entrato a partita in corso al posto di Douglas, risulta implacabile sul primo pallone toccato, marcando la rete del definitivo 2 a 4 che chiude la partita, regalando al piccolo club dell'Olanda orientale una storica finale.
L'uno-due dell'AZ manda i giocatori dell'Hercles nel pallone: due minuti dopo il vantaggio, i padroni di casa rischiano addirittura di triplicare, quando Elm, beccato in profondità da Holman, con un geniale colpo di tacco serve Altidore, il quale spara alto, graziando gli avversari. La pressione della squadra di casa non accenna a diminuire: al 30' Holman dribbla due uomini sulla linea dell'area di rigore, scambia nello stretto con Altidore e tira, ma Telgenkamp è attento e riesce a mettere fuori il pallone.
Anche nel secondo tempo, la trama della partita sembra la stessa. L'AZ continua a spingere alla ricerca del goal che chiuderebbe la partita, mancandolo clamorosamente a più riprese, mentre l'Heracles sembra essere scomparso dal match. La squadra di Verbeek, come si vedrà, pagherà caro le occasioni sprecate durante la gara. L'assenza di un centravanti capace di trasformare in goal quanto prodotto dal centrocampo, qualitativamente uno dei migliori (se non il migliore) dell'Eredivisie, dovrà far riflettere gli uomini mercato dell'AZ, finalmente libero dai debiti residuati dalla bancarotta di Dirk Scheringa, ex proprietario del club.
Così, dopo aver gettato al vento le migliori occasioni, l'AZ subisce il pareggio al 66'. E' Quansah l'autore del goal che rimette l'Heracles in corsa. Il tempo dello stacco del piccolo centrocampista (170 cm) è perfetto, ma non può non registrarsi l'inadeguatezza nella marcatura da parte di Niklas Moisander in occasione del calcio d'angolo. Il finnico, capitano dell'AZ, è, tra l'altro, recidivo: superato di testa da Quansah, ben più basso e meno forte fisicamente, Moisander è colpevole di una certa "leggerezza" nel marcare l'avversario anche in occasione del primo goal dell'Heracles, firmato da Everton.
Il 2 a 2 ha ovviamente subito effetto sulla squadra di Bosz, che prima del 90' sfiora il clamoroso 2-3 con Armenteros (impreciso nel suo diagonale da ottima posizione) e con Douglas, sul quale è decisivo l'intervento di Alvarado. L'AZ, dal canto suo, si spegne, quasi conscio degli errori fatti e di quello che l'aspetta nella prossima mezz'ora.
Dopo il clamoroso palo interno colto da Benschop, principale occasione dei primi quindici minuti dei tempi supplementari, l'incubo dell'AZ si materializza al 109': Bruns, subentrato ad Armenteros pochi minuti prima, sfrutta la difesa alta degli avversari per involarsi verso la porta di Alvarado e batterlo con un preciso diagonale. Da sottolineare come, sul passaggio di Veijnovic, Bruns sia stato tenuto in gioco dal solito Moisander, protagonista di una partita con più ombre che luci.
Peter Bosz, i suoi assistenti, i giocatori dell'Heracles e tutti i tifosi potranno esultare ancora, poco dopo, quando a 30 secondi dalla fine, Gouriye, anch'egli partito dalla panchina ed entrato a partita in corso al posto di Douglas, risulta implacabile sul primo pallone toccato, marcando la rete del definitivo 2 a 4 che chiude la partita, regalando al piccolo club dell'Olanda orientale una storica finale.
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