Europa League - Crollo PSV a Valencia. Il finale d'orgoglio lascia però aperta la qualificazione

Il PSV riesce a lenire una sconfitta, che stava assumendo contorni catastrofici, grazie ad un finale di gara rabbioso. Le due reti negli ultimi 7 minuti, che di fatti tengono in piedi i Boeren in vista del ritorno al Philips Stadion, non cancellano la pessima prova della squadra, apparsa sfilacciata e in balia per oltre un'ora di un eccellente Valencia. I ragazzi di Rutten non sono ancora guariti dal 6-2 inflitto dal Twente, ma dovranno riprendersi in fretta se non vogliono compromettere in pochi giorni entrambi gli obiettivi stagionali.



Wijnaldum e Bouma siedono in panchina, Valencia orfana di Banega e Maduro.

La squadra di Unai Emery è ancora priva dei lungodegenti Banega, Maduro e Sergio Canales. In assenza del regista argentino, le chiavi del centrocampo vengono affidate al giovane Dani Parejo. Davanti alla cintola formata dal giovane spagnolo e dall'esperto Albelda troviamo 4 giocatori d'attacco che si interscambiano le posizioni senza soluzione di continuità: Pablo Hernandez e Piatti vincono i rispettivi ballottaggi contro Feghouli e Jordi Alba, mentre il centravanti Soldado viene supportato da Jonas che parte qualche metro più indietro.
Il ricco organico degli spagnoli è testimoniato anche dalle scelte in difesa. Sulla destra, fuori per infortunio Miguel, riposano Bruno Saltor e Rami, dentro Barragan e Ricardo Costa.
Non si può dire altrettanto per il PSV, che non può concedersi alcun turn-over. Fanno le spese della debacle col Twente Bouma e Wijnaldum, sostituiti da Derijck e Hutchinson. Pieters scalpita, ma deve accontentarsi nuovamente della panchina, sulla sinistra opera Jetro Willems. In avanti fiducia a Labyad, con Lens pronto a subentrare.


Barragan spina nel fianco dei Boeren.

Le crepe difensive del PSV, mostrate chiaramente dal Twente nel 24° turno di Eredivisie, vengono evidenziate dall'impianto di gioco degli spagnoli, estremamente offensivo. Il Valencia si schiera sulla carta con il 4-2-3-1, in cui i due terzini fungono da vere e proprie ali, sfruttando i tagli centrali di Pablo Hernandez e Piatti. In particolare l'impetuosa spinta sulla corsia di destra di Antonio Barragan costituirà il leit motiv dell'incontro. Sin dalle prime battute l'ex terzino del Valladolid sfuggirà al diretto avversario, trovandosi smarcato in posizione avanzata, libero di andare al cross.
Come si nota dal timer dell'mmagine, non è passato nemmeno un minuto dal fischio d'inizio, che Barragan (lo noterete sul fondo) viene raggiunto dal lancio di Ricardo Costa in una zona del campo solitamente occupata da un'ala e non da un terzino. Il Valencia ci dimostra quanto possano essere efficaci le sovrapposizioni dei laterali bassi, se adeguatamente supportati dal movimento dei compagni, approfittando anche della scarsa propensione degli esterni avversari a ripiegare. Nella fattispecie il movimento a venire incontro di Pablo Hernandez costringe Willems ad alzarsi, nello spazio lasciato dal diciottenne si infila Barragan, non seguito da Mertens. Il particolare schieramento del Valencia, in cui il trequartista centrale non è un fantasista, ma una vera punta che attacca la profondità, costringe i centrali a non sganciarsi per tenere il 2 vs 2 in marcatura. Solamente l'opportuna diagonale di Manolev permette a Marcelo di uscire sul terzino ed evitare un cross agevole di prima intenzione.
La costruzione del gioco, come è nella tradizione iberica, procede dai difensori, spesso abili palleggiatori. Il PSV decide di pressare alto i difensori sin dal rinvio del portiere per ostruire le uscite difensive del Valencia, portandoli a forzare l'errore. Tuttavia, malgrado la pesante assenza di Ever Banega, gli spagnoli non sembrano risentire dell'aggressività degli olandesi, usufruendo della qualità di Dani Parejo, puntuale nell'abbassarsi per cucire il gioco.
Il copione visto al 1' si ripete in maniera identica all'8'. Parejo muove palla tra le linee, pescando nel corridoio Barragan, il cross insidioso del terzino viene messo fuori da Marcelo. In situazioni come queste è anche complicato apportare delle modifiche ai tradizionali abbinamenti assegnati dall'allenatore prima della gara. Tuttavia, tenere Mertens così basso, oltre che non giovare alla fase difensiva (il belga non è esattamente famoso per le proprie doti in copertura), si traduce in un'ovvia difficoltà nel momento in cui si cerca di ribaltare l'azione. Forse sarebbe stato meglio tenere Willems nella sua posizione, facendo seguire Pablo ad una delle due mezz'ali (Strootman nel caso), quando lo spagnolo si accentrava, chiedendo a Toivonen un maggior coinvolgimento nei ripieghi senza palla.

Valencia subito avanti con un 1-2 shock.

Trascorrono due minuti dallo scampato pericolo e Barragan, sul tracciante di Pablo, sfugge nuovamente a Mertens, cercando sul primo palo il taglio di Soldado. Bravo ancora una volta Marcelo a sporcargli il rasoterra. Sul corner che ne consegue arriva il meritato vantaggio dei padroni di casa, che mettono a nudo le falle di una rivedibile difesa a zona.
Solitamente il PSV difende con una 4-2 sui calci d'angolo, con Toivonen in marcatura staccata a prendere il saltatore che arriva da dietro, Mertens pronto a ripartire al limite, due uomini sui due pali (quasi sempre Strootman sul primo palo), di cui uno eventualmente nei pressi della bandierina se si suppone la battuta sia corta. Si vede chiaramente dall'immagine accanto che si riferisce a Twente 2-2 PSV dello scorso ottobre (in quel frangente arrivò il gol di Douglas).
Spiegamo velocemente per non tediare il lettore cosa vuol dire difendere con una "4-2". La difesa sui corner si dispone in due linee parallele di 4 e 2 uomini a distanza abbastanza ravvicinata (rispettivamente un paio di metri al di qua e un paio al di là dell'area piccola) tra di loro e deputati a contrastare a zona i saltatori avversari. Come si può intuire facilmente, il pregio di questo sistema difensivo consiste nell'eludere i blocchi, ma dall'altra parte si espone ai saltatori che vengono da dietro a grande velocità.

Il Valencia porta appena 4 uomini in area a saltare, per questo il PSV sottrae un uomo alla 4-2, che diventa una 3-2, con Strootman, Toivonen e Mertens che mantengono le solite competenze, Labyad ed Hutchinson nei pressi della bandierina. Il Valencia intelligentemente batte corto per colpire l'altro debole della difesa a zona: la rigidità delle posizioni. Nonostante la disposizione del PSV sulla carta sia corretta, la qualità nei duelli individuali fa la differenza: Piatti dribbla facilmente Hutchinson sulla linea di fondo effettuando un cross perfetto sul secondo palo, Ruiz sovrasta Willems (trovatosi nella sua zona) mettendo dentro da due passi. Certo vengono dei dubbi in merito alla distribuzione dei compiti: in assenza di un saltatore forte come Pieters e la contemporanea presenza di Hutchinson per Wijnaldum, non sarebbe stato meglio ridefinire i compiti assegnati, scambiando i ruoli di Willems e Hutchinson?

Il PSV non ha nemmeno il tempo di riordinare le idee, al 12' i padroni di casa raddoppiano il numero delle segnature. Al quarto tentativo l'asse Barragan-Soldado produce gli effetti sperati dagli spagnoli. Tutto nasce infatti da un'iniziativa individuale del terzino destro che viene servito da una lunga sventagliata di Parejo. Questa vollta il PSV è disposto bene, con Mertens che fronteggia l'avversario e Strootman in raddoppio. Barragan attende la sovrapposizione di Pablo Hernandez, inizialmente seguito da Willems che preferisce attaccare il giocatore in possesso del pallone, affidando a Mertens l'eventuale taglio di Pablo Hernandez. Barragan decide di sprintare nell'esatto istante in cui avviene lo scambio di marcature, brucia così uno sprovveduto Willems, resiste al contatto fisico con Strootman che non azzarda il tackle in area e la mette in mezzo per Soldado. Il bomber iberico anticipa Manolev e supera Isaksson con un tocco sporco.

Dal 2-0 gara in salita per il PSV.

Il PSV prova a darsi una scossa. Al 17' i Boeren escono bene in fraseggio dal pressing spagnolo. Strootman trova un varco sulla trequarti, avanza e tenta il mancino da fuori, la palla si perde alta.
I tagli continui degli avanti valenciani mettono in seria difficoltà gli olandesi che non trovano i tempi giusti per aggredire i palleggiatori, abili nel nascondere il pallone per poi lanciare nello spazio il terzo uomo che si è liberato.
Altro corner per il Valencia al 25'. Questa volta Parejo batte direttamente cercando la spizzata di Soldado sul primo palo che prolunga mettendo fuori gioco l'intera difesa. Sul secondo palo interviene Jonas che non riesce a centrare il bersaglio da distanza ravvicinata.
Due minuti più tardi il disimpegno avventuroso del PSV rischia di essere pagato a caro prezzo. Isaksson rinvia corto su Albelda che di testa mette subito in moto Piatti. L'argentino grazia gli ospiti fallendo il comodo assist in mezzo per Jonas: il PSV è completamente in bambola.
Intorno alla mezz'ora per la prima volta Manolev si propone sulla fascia. Sul suo cross teso, Matavz anticipa sia Rami che Diego Alves, ma il pallone termina in corridoio. Ottima chance per i ragazzi di Rutten che non riescono però a dare continuità alle proprie avanzate, anche perché il Valencia non si accontenta del 2-0 e continua a pigiare sull'acceleratore, sfruttando l'inerzia favorevole della gara.
Il canovaccio dell'incontro non sembra mutare nemmeno dopo l'ingresso di Pieters per uno stralunato Willems. I padroni di casa infatti affondano come lama nel burro sulla destra, così come era stato fino ad ora.
Al 38' la sponda di Soldado libera alle spalle Barragan: cross calibrato per Piatti che di testa si divora il secondo gol di serata, sparando addosso ad Isaksson. Il portiere svedese poi rischia di combinare la frittata, facendosi sfuggire la sfera che termina sul palo.
Sul finire del tempo le marcature diventano tre. Al 42' Jonas penetra in area dopo un triangolo con Pablo Hernandez e viene atterrato da Strootman. L'intervento falloso dell'ex Utrecht è lapalissiano, l'arbitro concede dunque il penalty trasformato con disinvoltura da Soldado. Si va all'intervallo sul 3-0 per il Valencia.

Il finale rabbioso salva la faccia e rinvia tutto al ritorno.

Nella ripresa il Valencia, visibilmente soddisfatto del punteggio, gestisce il pallone con serenità, non rinunciando ad attaccare quando si aprono varchi nelle file nemiche. Negli ospiti, timidi segnali di risveglio dettati più dall'orgoglio di alcuni elementi, che ad una ritrovata identità di gioco e soprattutto di squadra.
Al 51' Strootman reclama veementemente il penalty. Il centrocampista cade in area al termine di una pregevole combinazione palla con i compagni. Il replay non chiarisce se c'è stato contatto con Adil Rami, anche se il difensore francese era entrato in ritardo sull'avversario.
Purtroppo dietro il PSV continua a ballare. Al 56' si concretizza il 4-0 firmato da Pablo Piatti, scaltro nell'eludere il fuorigioco sul lancio di Parejo e freddo al cospetto di Isaksson.
L'estremo difensore, imbarazzante coi piedi, si dà per lo meno da fare tra i pali, togliendo dall'angolino la velenosa punizione di Jonas.
Trascorrono pochi secondi e il Valencia sfiora di nuovo la cinquina sul pallone calciato in mezzo da Mathieu che attraversa tutta l'area di rigore, non trovando la deviazione vincente sottomisura.
Superato l'evidente contraccolpo dopo il quarto gol, gli ospiti rialzano la testa, sapendo di non avere più nulla da perdere.
Lens appena entrato, servito da un tocco di prima di Toivonen, gira alto dal limite. Due minuti più tardi Hutchinson, completamente dimenticato dalla difesa sugli sviluppi di un corner, non si fa ingolosire dall'uscita di Diego Alves e serve il meglio piazzato Toivonen che liscia clamorosamente col sinistro da pochi passi.
La retroguardia del Valencia, quando impensierita, si dimostra tutt'altro che irresistibile, costituita da centrali abbastanza compassati e terzini poco portati a coprire. All'82' Kevin Strootman ne saggia la solidità, scambiando con Lens e incuneandosi nelle non strette maglie difensive, subendo l'ingenuo tackle di Mathieu: il direttore di gara Manuel Gräfe non può fare altro che indicare il dischetto. Toivonen non si fa condizionare dai fischi del Mestalla e spiazza Diego Alves con un'esecuzione chirurgica al sette.
I patimenti per i sostenitori del PSV non sono però ancora terminati. I Boeren infatti rischiano di incassare immediatamente il 5-1 con Piatti. L'argentino riceve da Aduriz, che vince il duello con Marcelo, aggira Derijck ma spreca tutto davanti a Isaksson con un diagonale debole, preda del portiere.
Il destino gioca un brutto scherzo agli spagnoli che pagano dazio allo scadere. Sul cross dalla trequarti di Labyad, i difensori di casa si preoccupano soltanto di Toivonen e Lens; sul secondo palo arriva a fari spenti Wijnaldum che infila Diego Alves per l'incredibile 4-2 che rimette tutto in discussione in vista del ritorno.

Valencia 4-2 PSV - 11' Victor Ruiz, 13' Soldado, 43' Soldado (rig.), 56' Piatti, 83' Toivonen (P, rig.), 90' Wijnaldum (P).
Valencia (4-2-3-1): Diego Alves 6; Barragan 7.5, Costa 6.5 (24' Rami 5), Victor Ruiz 7, Mathieu 6.5; Parejo 8, Albelda 7; Pablo Hernandez 6.5, Jonas 7 (71' Bernat 6), Piatti 7.5; Soldado 7.5 (76' Aduriz 6).
Panchina: Guaita, Jordi Alba, Tino Costa, Feghouli. All. Unai Emery 7.
PSV (4-3-3): Isaksson 5; Manolev 5, Derijck 5.5, Marcelo 6, Willems 4.5 (34' Pieters 5); Hutchinson 4.5, Strootman 6.5, Toivonen 5; Labyad 5.5, Matavz 4.5 (67' Lens 6), Mertens 4 (75' Wijnaldum 6.5).
Panchina: Tyton, Bouma, Engelaar, Vennegoor of Hesselink. All. Fred Rutten 4.
Migliore in campo: Dani Parejo (Valencia)


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