Nel sorteggio dei gironi eliminatori di Sud Africa 2010, l’Olanda si presentava come testa di serie dopo il declassamento della Francia per la nota vicenda del gol di mano di Henry nello spareggio con l’Irlanda. Un’altra mano, questa volta quella della bella Charlize Theron ha estratto, dall’urna di Città del Capo, la Danimarca, il Cameroun ed il Giappone. Sono queste le squadre che, insieme all’Olanda, fanno parte del girone E. Proprio i danesi, l’11 giugno a Johannesburg, saranno la prima avversaria dell’Olanda nel cammino verso la finale che, guarda caso, si giocherà nello stesso stadio esattamente un mese dopo.
La Storia
La “Danish Dynamite”, così vengono soprannominati i calciatori danesi, hanno avuto il loro momento di gloria nel 1992, conquistando a sorpresa il titolo di Campione d’Europa nella rassegna continentale disputata in Svezia. Ripescati dopo la squalifica della Jugoslavia a causa della guerra nei Balcani, la squadra allenata da Moller-Nielsen si ritrovò in semifinale contro l’Olanda. Dopo il 2–2 dei tempi supplementari, ai calci di rigore fu decisivo l’errore di van Basten che regalò la storica finale agli scandinavi. A Goteborg furono Jensen e Vilfort a siglare le reti del successo contro la Germania.
Paradossalmente il loro periodo più spettacolare è stato quello degli anni ’80, quello di Morten Olsen per intenderci. Agli Europei del 1984 giunsero in semifinale contro la Spagna, perdendo ai rigori. Due anni dopo, a Mexico ‘86, la squadra capitanata da Morten Olsen (allora giocatore ed oggi tecnico in carica dal 2000) impressionò l’opinione pubblica per la classe di alcuni giocatori (Frank Arnesen, Preben Elkjaer Larsen, Soren Lerby, Jesper Olsen, Michael Laudrup e Morten Olsen) e per la forza con cui dominò il girone davanti a Germania (battuta 2–0), Uruguay (disintegrato per 6–1) e Scozia (1–0). La favola finì poi sotto i colpi di Emilio Butragueño che, con una quaterna, rimandò a casa i danesi con una cocente sconfitta per 5–1, dopo l’illusorio vantaggio con Jesper Olsen su rigore. Nel 1998 la Danimarca disputa il suo secondo Campionato Mondiale ed ottiene il suo miglior risultato di sempre: i quarti di finale. Superato il primo turno con un po’ di fortuna, i danesi travolsero la Nigeria agli ottavi (4–1), ma dovettero soccombere al Brasile nei quarti di finale. Fu una sconfitta dignitosa (3–2), dopo essere andata avanti con Jorgensen al 2’ minuto ed aver pareggiato con Laudrup al 50’. Ci pensò Rivaldo ad interrompere i sogni danesi. Nel 2002, dopo aver vinto inaspettatamente il girone davanti a Senegal, Uruguay e Francia, fu travolta dall’Inghilterra per 3–0, in una gara chiusa già dopo 45’.
Le Qualificazioni
La Danimarca torna sul grande palcoscenico internazionale dopo aver saltato Germania 2006 ed Euro 2008 e lo fa in maniera prepotente avendo messo alle spalle il Portogallo e la Svezia, squadre certamente più attrezzate, dal punto di vista tecnico, dei danesi.
Nelle qualificazioni la squadra di Morten Olsen ha chiuso al comando il proprio girone davanti a Portogallo e Svezia, perdendo una sola gara, l’ultima, contro l’Ungheria, peraltro ininfluente ai fini della classifica. Fondamentali sono state le vittorie contro Cristiano Ronaldo e soci (3–2 a Lisbona con tre gol realizzati negli ultimi 9’ del match) ed il doppio successo, col minimo scarto, nel derby con la Svezia. E pensare che proprio l’Ungheria, sabato demolita dall’Olanda, era stata la squadra più ostica da affrontare in tutto il girone. Uno 0–0 nel primo incontro e la sconfitta, ininfluente, come detto sopra. Decisiva è stata la difesa, con solo cinque reti subite in 10 partite.
La squadra
Insieme all’Olanda è la favorita a superare il turno, grazie ad un gruppo di provata esperienza internazionale (solo due giocatori militano nel campionato locale, Jorgensen ex Udinese e Fiorentina e Simon Poulsen entrambi dell’AGF Aarhus). La stella della squadra, anche se oramai in declino per età e problemi fisici, è Jon Dahl Tomasson, attaccante del Feyenoord Rotterdam con un passato al Newcastle, Heerenveen, Villarreal e Milan. È lui il cannoniere all-time della nazionale con 51 reti in 108 gare. Una media di tutto rispetto. Poi ci sono Agger del Liverpool, Kroldrup della Fiorentina e la sorpresa Kjaer del Palermo, difensore centrale di 21 anni corteggiato da mezza Europa. Quindi, a centrocampo, ci sono i vari Daniel Jensen (Werder Brema), Christian Poulsen (Juventus) e Dennis Rommedahl (Ajax Amsterdam) ed il talentuoso attaccante dell’Arsenal Nicklas Bendtner.
La Danimarca schiera un 4-2-3-1, stesso schema dell’Olanda, con Sorensen tra i pali, Kroldrup e Jacobsen terzini, Kjaer e Agger centrali. I due Poulsen fanno muro davanti alla difesa, quindi Tomasson rifinitore, Jorgensen e Rommedahl sulle ali e Bendtner punta centrale.
L'allenatore
Esempio di coraggio e sincerità, Morten Olsen è la perfetta rappresentazione del calcio danese e non poteva essere altrimenti visto che siede sulla panchina da ben 10 anni. Elegante ed efficace difensore degli anni ’70 e ’80, quando ha dato il meglio di se al campionato belga portando l’Anderlecht a vincere tre scudetti ed una Coppa UEFA, chiudendo a Colonia la carriera da giocatore. È stato il primo calciatore danese a superare le 100 presenze in nazionale (102), superato poi da Schmeichel (129), Helveg e Tomasson (108) e Michael Laudrup (104). Nel 1989 ha iniziato ad allenare conquistando due campionati danesi con il Broendby ed uno con l’Ajax Amsterdam, con cui ha vinto anche una Coppa d’Olanda. Come detto siede da 10 anni, un record, sulla panchina della nazionale e c’è da giurarci che vorrà restarci a lungo.
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