L'Olanda gioca a tennis con l'Ungheria, ma trema per Robben


Tutto esaurito all’Amsterdam Arena per l’ultimo test match dell’Olanda prima della partenza per il Sud Africa. Gli Oranje demoliscono una deludente Ungheria, a tratti imbarazzante, per 6–1 dando l’impressione di poter disporre degli avversari a proprio piacimento.
Prima del match viene premiato Edwin van der Sar, recordman di presenze con la maglia arancione (130 caps), che ha deciso di non difendere più la porta olandese per evidenti motivi anagrafici. Il portiere olandese esordiva il 7 giugno 1995 nella sconfitta dell’Olanda su campo della Bielorussia (1–0), in una gara valida per le qualificazioni ad England ’96. L’ultima gara la disputava il 15 ottobre 2008 in Norvegia, con l’Olanda che superava gli scandinavi per 1–0, in un match giocato per ottenere un posto a Sud Africa 2010. L’ex portiere di Ajax Amsterdam, Juventus, Fulham ed attualmente sotto contratto con i Red Devils, era chiaramente commosso nel ricevere la medaglia d’oro ed il piatto d’argento celebrativo. Alle sue spalle, nella classifica delle presenze all-time, per uno strano gioco del destino, Frank de Boer con 112 e Phillip Cocu con 101, oggi assistenti di Bert van Marwijk. Al quarto posto, per completare, Giovanni van Bronckhorst con 99, attuale capitano della nazionale olandese.
Ma veniamo alla gara. Sulla panchina dell’Ungheria siede una vecchia conoscenza del calcio olandese: Erwin Koeman, fratello del più celebre Ronald, 31 presenze in nazionale ed un titolo di Campione d’Europa nel 1988. I Magiari giocano con un 4-1-3-2, con Dzsudzsak unico vero giocatore di talento in una squadra che farebbe rivoltare Puskas e compagni nella tomba. Bert van Marwijk schiera un 4-2-3-1 mettendo dentro dieci undicesimi della squadra titolare. Stekelenburg tra i pali, van der Wiel e van Bronckhorst sulle fasce, Mathijsen ed Heitinga centrali. Davanti alla difesa la diga composta da van Bommel e de Jong, quindi Sneijder regista, Kuijt e van der Vaart sulle ali e van Persie unica punta.
Nei primi quattro minuti l’Ungheria non riesce a superare la metà campo, con l’Olanda che colleziona angoli in serie. Al 5’ la difesa ungherese allontana una palla, Heitinga, sulla linea mediana, sbaglia il controllo servendo Torghelle. L’attaccante ungherese con un lancio di 30 metri a tagliare il centrocampo serve Dzsudzsak sulla destra. L’ala del PSV Eindhoven punta verso l’area e, appena dentro, con un sinistro a giro fulmina Stekelenburg. L’Ungheria è clamorosamente in vantaggio. I Magiari non vincono in Olanda da 26 anni e nell’ultimo match giocato in terra d’Olanda, nel 1994, furono presi a pallonate (7–1 per Bergkamp e soci dopo essere andati in svantaggio dopo soli 8 minuti). Praticamente la gara dell’Ungheria finisce qui come sedici anni fa.
Al 7’ van Persie, il migliore dei suoi, viene fermato per un fuori gioco inesistente e tre minuti dopo Sneijder calcia alto una punizione dai 35 metri. Gli ospiti si difendono con ordine e aggrediscono gli avversari non appena questi superano la metà campo. Al 13’ Kuijt chiama Fulop all’intervento con un tiro da 16 metri e, poco dopo, lo stesso attaccante del Liverpool, non arriva puntale su un cross di van der Wiel ciccato anche da van der Vaart. Intanto van Persie da mostra del suo talento con una serie di dribbling incredibili. L’ex centravanti del Feyenoord è in gran forma e fa reparto da solo. Al 19’ ancora una volta il portiere ungherese esce a vuoto, ma van Bronckhorst è in leggero ritardo.
Al 21’ arriva il pareggio. Kuijt riconquista caparbiamente una palla sulla destra e, da fondo campo, mette in mezzo per van Persie che controlla quindi, con il sinistro, fulmina Fulop con un tiro angolato. Il portiere ospite deve sicuramente collezionare farfalle viste le modalità con cui esce dai pali, ma buon per lui che l’arbitro fischia un fallo in attacco a Kuijt che, di testa, lo aveva infilato dopo un’uscita sciagurata. L’Olanda quando decide di affondare mette in serio pericolo la retroguardia ungherese, ma il ritmo impresso al match non è trascendentale. Kuijt, che salta regolarmente l’avversario, effettua un cross sul quale van Persie, di testa, mette clamorosamente a lato. È la mezz’ora del primo tempo e da qui all’intervallo non succede più nulla.
La ripresa inizia con Robben che sostituisce Kuijt, il migliore insieme a van Persie. Al 50’ Sneijder, fin qui abbastanza in ombra, viene servito in area da van Persie. Per il centrocampista dell’Inter è un rigore in corsa, ma spara sul portiere strozzando l’urlo in gola ai 48.000 presenti sugli spalti in un’immensa macchia arancione intorno al rettangolo di gioco. Passano sei minuti e stavolta fa centro. Un elegante van Persie punta verso l’area di rigore palla al piede e, dai 16 metri, serve sulla sinistra van Bronckhorst. Il capitano mette al centro rasoterra e Sneijder, da pochi passi, appoggia in rete. A questo punto l’ex centrocampista del Real Madrid esce dal torpore e comincia a giocare. Al 61’ Heitinga, acciaccato, fa spazio ad Ooijer. Robben con uno slalom dei suoi semina per strada tre giocatori, ma conclude a lato.
L’appuntamento con il gol è solo rimandato. Rafael van der Vaart apre sulla sinistra per il solito van Bronckhorst. Il terzino del Feyenoord mette ancora in mezzo una palla che attraversa lo specchio della porta. Fulop stavolta non esce e Robben non ha difficoltà ad appoggiare in rete il gol del 3–1. Bert van Marwijk richiama in panchina van Persie per dare minuti ad Huntelaar ed evitare inutili infortuni a colui che appare il più in forma della truppa. Al minuto 71 l’Olanda cala il poker: gli Oranje battono un calcio d’angolo, Robben dal vertice destro dell’area di rigore appoggia per van Bommel che scarica un missile imparabile per Fulop. Un minuto dopo esce Sneijder per far posto ad Elia. L’attaccante dell’Amburgo, dopo neanche un minuto di gioco dal suo ingresso in campo va in rete. Riceve palla da van der Vaart a centrocampo, distende la sua poderosa falcata saltando Vanczak, Horvath e ancora Vanczak quindi, rientra sul destro ed incrocia sull’angolo opposto con un rasoterra preciso e potente.
Pochi minuti dopo, da un tiro di van der Vaart deviato in corner da Horvath, scaturisce l’azione del sesto gol. Lo stesso van der Vaart calcia dalla bandierina, la palla scavalca tutti i giocatori e termina sui piedi di Robben appostato sull’angolo destro dell’area ungherese. L’attaccante olandese fa partire un sinistro dei suoi che si infila dalla parte opposta: 6–1. Mark van Bommel esce rilevato da Demy de Zeeuw e, all’84’, accade quello che non sarebbe dovuto accadere. Arijen Robben, per smarcare van der Wiel, prova un colpo di tacco, ma cade subito a terra toccandosi il ginocchio. Il calciatore olandese domani non partirà per il Sud Africa in modo da poter sostenere tutti gli esami, ma il rischio che la sua stagione sia finita è alto.
È un mondiale maledetto che ha visto grandi campioni dover rinunciare al mondiale o comunque a buona parte di esso. Drogba, Pirlo, Ferdinand, Essien, Ballack e Obi Mikel sono già out (4 del Chelsea…sarà un caso?), speriamo che Robben non si aggiunga a questa triste lista.

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