Senza Sigthòrsson, De Jong e Bulykin, l'allenatore dell'Ajax è costretto ad affidarsi al tridente visto sabato contro il NAC Breda, nella partita di Eredivisie sciaguratamente pareggiata 2 a 2 dagli Ajacied, in vantaggio per oltre 80 minuti, composto da Sulejmani ed Ebecilio in appoggio all'uruguagio Lodeiro, in posizione di centravanti-ombra, pronto ad aprire gli spazi per i tagli degli esterni d'attacco e gli inserimenti di Eriksen, come al solito brillante nelle serate di gala europea.
L'inizio partita degli olandesi è buono: su tutti brilla Jan Vertonghen. Il difensore belga, bramato da mezza Europa, pare esaltarsi quando si esibisce sui palcoscenici della Champions League, sfiorando il goal di testa al 5', su calcio d'angolo calciato da Theo Janssen e regalando un assist che Lodeiro non sfrutta a dovere, pochi minuti dopo.
Il Lione sembra accusare l'intraprendenza di un Ajax completamente mutato rispetto a quello visto scendere in campo prima della pausa per le amichevoli della nazionale olandese. Nonostante l'assenza di alcuni titolari, gli olandesi tengono i padroni di casa distanti dalla propria porta, costringedoli ad articolate manovre piuttosto lente e conclusioni dalla distanza che non preoccupano un attento Vermeer. Gli unici spunti interessanti del Lione sono frutto delle sponde di uno degli attaccanti per i compagni di squadra: i francesi, di fatto, schierano quattro giocatori offensivi (Lisandro Lopez, Briand, Gomis ed un Bastos altissimo) che provano a violare la linea Maginot costruita da Vertonghen e compagni.
Nonostante il furore dello Stade de Gerland, un giovanissimo Ajax (l'età media dei giocatori portati in panchina da Frank de Boer è di poco più di 19 anni) tiene testa ai più esperti avversari, applicando perfettamente la tattica del fuorigioco e rendendosi pericoloso, nel finale di primo tempo, con Sulejmani, impreciso su conclusione da ottima posizione, prima, e bravissimo a servire Lorenzo Ebecilio, poi, passando il pallone tra una foresta di gambe avversarie.
Il risultato di 0-0, con cui si chiude il primo tempo, va benissimo all'Ajax, in quanto consente di mantenere invariato il distacco di tre punti in classifica dai francesi del Lione e di ipotecare il passaggio del turno (il primo, per una squadra olandese, negli ultimi cinque anni) dopo la sfida contro il Real Madrid, già qualificato da tempo, del 7 dicembre.
"Non abbiamo vinto, ma sono molto soddisfatto della partita", dichiarerà De Boer alla fine della gara, in sala stampa. "Abbiamo avuto la gara in mano dall'inizio e sono contento di come abbiamo vinto questa battaglia. Ci sono modi e modi di giocare per il pareggio ed io sono orgoglioso di quel che hanno fatto i miei ragazzi". Le parole dell'allenatore dei Lancieri assumono un significato ancora più serio andando a guardare la prova dell'Ajax nel corso del secondo tempo. Non si è trattato, infatti, delle classiche dichiarazioni di facciata, ma di una lucida analisi dei fatti visti in campo. L'Ajax, con un solo giocatore sopra i trent'anni (Theo Janssen) tra campo e panchina, seppur imbottito di seconde linee, mantiene il pallino del gioco nel corso di gran parte della seconda frazione. L'unico giocatore a non convincere resta Ebecilio, spesso autore di scelte inopportune che vanificano il lavoro dei compagni di squadra.
Nonostante il passare incessante dei minuti, i francesi non reagiscono agli attacchi della squadra ospite, pericolosissima con il serbo Miralem Sulejmani e con Christian Eriksen in più di un occasione. E' solo la prontezza di Lloris, bravo a sventare il goal su destro del serbo dopo pochi minuti dalla ripresa del gioco. Poi è l'imprecisione degli avanti olandesi, o addirittura il fato, a far si che il risultato rimanga inchiodato sullo 0 a 0.
Nei venti minuti finali esce fuori, finalmente, il Lione, complice anche la stanchezza dei giocatori dell'Ajax, protagonisti di una gara di grandissima intensità. Il primo cambio per l'Ajax arriva dopo più di un ora di gioco: fuori Van der Wiel, apparso stanco. Dentro, al suo posto, Daley Blind, promessa (mancata) e figlio d'arte che sembra essere in squadra più per il cognome che porta sulla maglia che per le proprie capacità calcistiche. Sulla sua fascia, agisce il brasiliano Bastos, cliente non facile, specie in un momento del genere, quando il fiato dei compagni inizia a mancare.
Le folate offensive dell'Olympique Lyon si intensificano man mano che il tempo scorre, ma rimangono piuttosto disordinate, frutto più della frustrazione che di una seria organizzazione di gioco. L'Ajax si limita a coprirsi con tutti i suoi uomini, limitandosi a ripartire con i contropiedi di Sulejmani ed Eriksen, spreconi a meno di dieci minuti dalla fine quando, soli contro un solo difensore avversario, non riescono a capitalizzare l'occasione concessa da uno sbilanciatissimo Lione.
Nel finale, sale in cattedra Vermeer, bravissimo a riscattarsi dopo alcune diastrose prestazioni in Olanda. Il portiere, diventato titolare dopo la cessione di Stekelenburg, ma ancora incapace di dare alla squadra la stessa fiducia del portiere trasferitosi alla Roma, si oppone con due pregevoli parate sul sinistro a giro di Bastos e sul subentrato Lacazette, poco prima del fischio finale, liberatorio per De Boer, i suoi ragazzi (compresi i giovanissimi subentrati Lukoki e Klaassen) ed i tanti tifosi dell'Ajax accorsi allo Stade de Gerland.
Lione (4-2-3-1): Lloris; Reveillere, Cris, Lovren, Cissokho; Gourcuff, Källström; Briand (85' Lacazette), Lisandro Lopez (73' Ederson), Bastos; Gomis.
Panchina:
Ajax (4-3-3): Vermeer 7.5; Van der Wiel 6.5 (67' Blind 6), Alderweireld 7, Vertonghen 8, Anita 6; Enoh 7, Janssen 6.5, Eriksen 7.5; Sulejmani 7, Lodeiro 6.5 (89' Lukoki sv), Ebecilio 4 (85' Klaassen sv).
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