Troppo grande il divario con il Benfica, l'AZ saluta l'Europa League dopo il 2 a 0 al Da Luz
Era inutile illudersi, l'AZ Alkmaar, arrivando ai quarti di finale di Europa League, aveva già raggiunto un traguardo che nessuna squadra olandese, AZ a parte, raggiungeva dal 2011. Gli stessi biancorossi di Alkmaar, infatti, già nel 2012 riuscirono ad approdare ai quarti della competizione, battendo l'Udinese, salvo venire asfaltati nella gara di ritorno del turno successivo dal Valencia, dopo un illusorio 2 a 1 all'AFAS Stadion.
Il divario con il Benfica, semifinalista per 3 volte negli ultimi 4 anni, era già stato evidente all'andata, quando un grande Alvarado aveva evitato che il passivo fosse maggiore dell'1 a 0 con cui si è conclusa la gara. Il portiere costaricense ha ribadito una fantastica prestazione anche ieri sera, limitando al massimo i danni.
Al Da Luz va di scena, nel corso del primo tempo, una gara a senso unico: i padroni di casa aggrediscono l'AZ sin dai primissimi minuti, con la squadra di Advocaat che non riesce mai ad entrare in partita. Ne consegue una sorta di tiro a segno, con Alvarado prodigioso in almeno tre interventi prima di capitolare sul goal di Rodrigo, che riceve palla dalla destra dopo uno straordinario scatto sulla fascia di Salvio, che evita Elm ed in velocità salta anche Viergever.
Nel corso della ripresa, con le formazioni in campo ancora invariate (salvo un cambio, quello di Silvio, uscito al 4' per un brutto infortunio rimediato dopo uno scontro con il compagno Luisao), l'AZ accenna una timida reazione con Beerens, ma la giocata dell'esterno offensivo non è efficace e serve solo ad interrompere, momentaneamente, la furia offensiva del Benfica.
Tra le Águias, in particolare, spicca la voglia di segnare del paraguaiano Oscar Cardozo, incapace di trovare un goal su azione negli ultimi cinque mesi. Su di lui, come possono, si avventano Wuytens e Gouweleeuw, arruffoni ma efficaci fino al 71', quando lo stesso Gouweleeuw perde totalmente Rodrigo, concedendo allo spagnolo il secondo goal della serata.
Sotto di due reti e senza più alcuna speranza di qualificarsi, Advocaat inserisce Gudmundsson, Haye e Henriksen, mentre alla Catedral si pensa già alla semifinale ed a quella voglia matta di sfatare la maledizione di Guttman, che nel 1962, offeso per un mancato premio consegnatogli dalla dirigenza del Benfica, dichiarò che quella squadra non avrebbe più vinto una coppa europea per i prossimi cento anni.
Non è frutto di maledizione, ma solo di un cattivo momento attraversato dalla squadra, il brutto periodo in cui versa l'AZ. Nessuno si sarebbe aspettato un trionfo, per di più in trasferta e contro una squadra forte come il Benfica, ma i numeri dell'ultimo mese della squadra di Advocaat sono preoccupanti: una sola vittoria e tre pareggi nelle ultime otto gare giocate, con soli 5 goal messi a segno a fronte dei 9 subiti, mettono a nudo le mancanze di una squadra dall'ossatura ancora troppo fragile per puntare a competere per qualcosa di importante, almeno in patria.
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