La città di Groningen è di sicuro la più grande nel Nord dei Paesi Bassi.
Sorta intorno all'anno Mille, Groningen viene considerata come l'unica vera e propria città dell'Olanda settentrionale. Gli Stadjers (in olandese "i cittadini", come viene chiamata la gente del posto, a rimarcare la differenza con le persone che vivono nei dintorni, in un paesaggio decisamente più rurale), per riferirsi all'FC Groningen, spesso si limitano a chiamarlo solo FC.
Esiste, per loro, solo una città e solo una squadra. Una fierezza tale, basta a denominare il Groningen come "L'orgoglio del Nord".
Per andare alle origini del club biancoverde, dobbiamo tornare al 1887, anno di fondazione del Be Quick e della prima lega calcistica delle Province del Nord dell'Olanda, la Tweede Klasse Noord (Seconda Divisione Nord), il cui livello era, però, talmente basso, da non permettere alcuna promozione.
Una prima svolta si ha nel 1914, all'epoca della Prima Guerra Mondiale.
I quasi 1500 soldati della 63° Divisione dell'Esercito inglese coinvolti nell'assedio di Anversa, costretti dalle truppe tedesche a riparare oltre i confini della neutrale Olanda, fecero base al campo di Timbertown, nei pressi di Groningen.
Il calcio, nato proprio oltre la manica, divenne uno dei passatempi preferiti dei militari, che si divertivano a sfidare la gente del luogo, mettendo su una squadra, il GVAV (Groninger Voetbal en Atletiek Vereniging, vale a dire Associazione Calcio e Atletica Groningen), che sarà la prima e vera squadra competitiva della città e che giocava le sue partite al mitico Oosterpark Stadion, nel distretto operaio di Oosterparkwijk.
Il passaggio al calcio professionistico, nel 1954, determina grandi cambiamenti nell'organizzazione del calcio in città. Il GVAV è l'unica squadra che riesce a mantenere lo status di partecipante all'Eredivisie, spinta dall'ambizione del suo presidente, Jan Hekman, mentre Be Quick, Velocitas e VV Oosterparkers sono relegate in terza serie.
Le ragioni di questo clamoroso declassamento (basta pensare che nel 1951 erano tutte, più o meno, allo stesso livello) è da ricercarsi nella reticenza di alcuni componenti dei club a passare al calcio professionistico, cosa assai frequente nell'Olanda di quegli anni.
Faide interne, scissioni e dissesto finanziario sono la rovina delle tre società, che nel giro di pochi anni disperdono il loro potenziale e sono costrette a fare un passo indietro, rinunciando alla licenza per il calcio professionistico.
La leadership cittadina del GVAV è, però, quantomai effimera. Nel giro di un decennio, infatti, la crisi economica che nei primi anni sessanta colpì duramente il GVAV, rischia di far scomparire la città di Groningen dalla mappa dell'Olanda calcistica.
La retrocessione in Eerstedivisie del 1970 è quasi una sentenza. La fusione tra le tante realtà locali, supportata da Harm Brink, presidente di un piccolo club amatoriale, sembra essere l'unica soluzione: a partire dal giugno del 1971, i migliori calciatori della zona giocheranno tutti insieme, vestendo la maglia del nuovo club, l'FC Groningen. Nella rosa del nuovo FC Groningen, ci sarebbe dovuto essere anche Tonny van Leeuwen, premiato come miglior portiere del campionato 1970-71 e prematuramente scomparso a causa di un incidente stradale avvenuto la notte prima della presentazione del nuovo club.
Abbandonati il blu, rosso e bianco del GVAV, il colore scelto per le divise della nuova squadra fu inizialmente il viola. Nel giro di poche stagioni, però, la scelta ricadde sul bianco e verde, i colori della municipalità di Groningen. Per decidere la veste grafica del nuovo logo, invece, venne indetto un concorso pubblico. La scelta ricadde su di un logo semplice, ma efficace, costituito da una lettera G, stilizzata per ricordare uno degli esagoni che compone il telaio di un pallone.Nonostante gli entusiasmi, gli inizi per la squadra biancoverde furono sicuramente difficili, tant'è che dopo soli tre anni dalla sua fondazione, il team retrocesse in Eerstedivisie.
L'uomo della tanto attesa rinascita arriva nel 1977 e si chiama Theo Verlangen. Nomen omen, visto che verlangen, in olandese, si traduce con la parola desiderio. Desiderio che hanno i tifosi di vedere i propri giocatori lottare al pari delle grandi d'Olanda, e che Verlangen esaudisce, grazie anche ad una continuità di gestione rara a quei tempi, perpetuata per 5 anni e 364 giorni. Un record battuto solo recentemente da Ron Jans, ai tempi calciatore di quel Groningen, che sulla panchina dell'Euroborg è rimasto seduto dal 2002 fino al 2010.
Una squadra sorta dal nulla, composta da soli giocatori cresciuti nei dintorni di Groningen, tra i quali Jan van Dijk e i fratelli Ronald ed Erwin Koeman, nel giro di tre stagioni, dal 1980 al 1983, riesce a ottenere la promozione in Eredivisie e una storica qualificazione alla Coppa UEFA. La partita d'esordio, giocata contro l'Atletico Madrid all'Oosterpark Stadion, uno degli stadi più caldi d'Olanda, fu vinta con un clamoroso 3-0.
Quella del 28 settembre 1983 resta una delle serate più belle della storia del club.
La campagna europea di quell'anno, seppur interrotta al secondo turno, quando l'Inter capovolse la sconfitta per 2-0 dell'andata, vincendo per 5-1 la partita di ritorno, permise alla squadra di acquistare maggiore consapevolezza nei propri mezzi e, contemporaneamente, alla dirigenza di rafforzare la rosa per gli anni a venire.
La storica coppia d'attacco formata da Hennie Meijer e dal mago macedone Milko Djurovski, nel 1991 trainò il Groningen, a suon di gol, nella corsa al primo posto in campionato.
Quell'incredibile finale di stagione vide il Groningen conquistare il terzo posto in campionato, ma solo dopo aver dato a lungo del filo da torcere al PSV, poi Campione d'Olanda, e all'Ajax.
Ma proprio sul più bello, ecco il colpo di scena. Renze de Vries, allora presidente dei biancoverdi, viene coinvolto in un brutto caso di frode fiscale ai danni dello stato. La sopravvivenza della squadra era seriamente compromessa e, da Orgoglio del Nord, il Groningen era diventato la vergogna d'Olanda, paese dove l'opinione pubblica non è mai tenera nei confronti di chi imbroglia.
Inizia, così, una serie di cessioni eccellenti, necessarie per riempire le casse di un club costretto ad autofinanziarsi. Il declino verticale dei biancoverdi raggiunge il suo apice nel 1998, anno della retrocessione in Eerstedivisie.
Anche in questo caso, a venire a galla è l'orgoglio degli Stadjers, i cittadini di Groningen, che sostengono la squadra in ogni partita, riempendo sistematicamente le gradinate dell'Oosterpark, distinguendosi, talvolta, per incidenti con le altre tifoserie.
Divenne subito evidente che il Groningen non apparteneva a quella categoria.
Il condottiero della riscossa e del ritorno in Eredivisie è Jan van Dijk, ex centrocampista della squadra negli anni 80, passato dal campo alla panchina con molta disinvoltura.
L'allenatore dei biancoverdi, che in rosa ebbe la fortuna di avere un giovane Arjen Robben, ha anche cercato di far rivivere, senza successo, il mito dei fratelli Koeman, chiamando in prima squadra anche i suoi due figli Gregoor e Dominique.
La storia recente è fatta, soprattutto, di nomi: Arjen Robben, Ron Jans, Luis Suarez, Tim Matavz hanno scritto, ognuno a modo suo, importanti paragrafi del capitolo relativo agli anni 2000.
L'evento che, però, ha segnato di più la recente storia di questo club ostico, nato grazie alle doti calcistiche di molti figli di Groningen, è stato l'abbandono del mitico Oosterpark Stadion per trasferirsi all'Euroborg, un moderno impianto funzionale e alimentato con l'energia di alcuni pannelli solari che sono stati installati sulla copertura.
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