Certi giorni non vale proprio la
pena di alzarsi dal letto. Questo (o qualcosa di molto simile) deve aver
pensato Phillip Cocu domenica, mentre i suoi uomini venivano presi a pallate
dall’Heerenveen in quel dell’Abe Lenstra Stadion. Addirittura, si potrebbe
anche azzardare che qualunque cosa si possa pensare vedendo il punteggio finale
della sfida senza aver guardato la partita sarà sempre riduttivo rispetto al
dominio assoluto mostrato dai Super Friezen. Assoluto, esatto. Perché le
Lampadine non sono mai esistite, l’altro
ieri.
Certo, è andato tutto dritto fin
da subito per i padroni di casa, già sul 2-0 dopo i primi sei minuti, ma è
altrettanto vero che il PSV, in 88 minuti a disposizione (recupero compreso),
ha prodotto una sola palla gol credibile – un’inzuccata di Luuk de Jong, a metà
della ripresa – peraltro da calcio d’angolo. Come direbbero in Inghilterra, a
livello di open play la compagine di
Eindhoven ha fatto registrare qualcosa di molto simile a uno zero assoluto,
perché gli ospiti non sono riusciti a creare nulla partendo da una situazione
di palla a terra. L'espulsione probabilmente esagerata di Lozano – che ha lasciato il PSV in dieci per quasi un'ora – è la certificazione con ricevuta di ritorno che, anche al di là dei demeriti della squadra, la trasferta di Heerenveen è un episodio da dimenticare il più in fretta possibile per Cocu e i suoi.
I padroni di casa, al contrario, non
ne hanno sbagliata una. Arber Zeneli ha fatto quel che ha voluto per tutta la
durata della partita. Attenzione, non è un’iperbole: ha letteralmente fatto tutto quel che ha voluto (il gol è stato solo l’inizio).
L’esterno kosovaro ha messo in crisi da solo metà della difesa di Cocu perché
tanto Isimat-Marin quanto Luckassen non sono mai riusciti a opporgli una
resistenza efficace, finendo per venire saltati come birilli la maggior parte
delle volte e prendere entrambi il giallo. Probabilmente il 13 dell’Heerenveen
ha avuto tutto quel campo libero anche in virtù della fatica fatta in
ripiegamento da van Ginkel, troppo ansioso di aiutare la fase offensiva e per
ampi tratti fattosi attrarre dalla trequarti avversaria per poi venire
completamente tagliato fuori sui ribaltamenti di fronte a causa dell’eccessiva
distanza da coprire lasciata dietro di sé.
Ma non solo Zeneli si è fatto
notare, tra i Super Friezen: Schaars
(da buon ex) ha giocato una partita da antologia, controllando lungo tutto l’arco
dei 90’ il centrocampo con grande autorità, mentre Kobayashi e Thorsby gli
hanno dato manforte, alternandosi nel rendere sopra le righe tra primo e
secondo tempo. Davanti ha funzionato a meraviglia tutto il tridente di
Streppel, Ødegaard incluso (Paal ha faticato parecchio a seguire le tracce del
norvegese e del terzino Dumfries, costantemente in sovrapposizione per tutto il
primo tempo). Certo, il rigore fallito da Ghoochannejhad non è la migliore
delle notizie ma è l’unico neo nella prestazione di Gucci che, peraltro, è stato sicuramente il primo a mangiarsi le
mani per la mancata doppietta.
In estrema sintesi: una partita
mai iniziata e giocata a una porta sola che senz’altro fa felice l’Heerneveen
ma che rischia di pesare molto di più per il PSV, ovviamente in negativo. Gli alti
papaveri – è proprio il caso di dirlo – del Philips Stadion hanno già fatto
sapere di avere ancora fiducia in Cocu ma, dopo la mediocre stagione scorsa e
le partite non proprio esaltanti (a prescindere dai risultati) viste fin qui, viene
automatico chiedersi se siano solo dichiarazioni di facciata o no.
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