“Il Calcio Olandese” ha avuto il piacere di
intervistare Calvin Jong-a-Pin, difensore olandese del Yokohama FC nella
seconda serie giapponese. Il laterale sinistro ha giocato in Olanda con la
maglia del Vitesse ed Heerenveen, contando due presenze con gli Jong Oranje. Abbiamo
parlato della situazione calcistica olandese attuale e del campionato europeo vinto
nel 2007 con Foppe de Haan alla guida degli Jong Oranje.
Calvin Jong-a-Pin con la maglia del Yokohama FC |
EB: “L’Olanda sta
vivendo un momento di depressione dal punto di vista calcistico. Quale è la
causa del crollo verticale della Nazionale fra gli innumerevoli motivi dei deludenti
risultati degli Oranje?”
CJ: “Il declino della
Nazionale è determinato dalla mancanza di giocatori di livello internazionale. L’Olanda,
alla fine degli anni novanta e sino al 2010, selezionava calciatori che erano
proprietà di Barcelona, Real Madrid, Manchester United o club che dominano la
scena internazionale. L’Eredivisie ha perso di valore: giocatori come Ronaldo o
Romario non giocano più in Olanda. Il campionato non ha più calciatori di alto
profilo come Ruud van Nistelrooij, van der Vaart o Wesley Sneijder come sino a
dieci anni fa”.
EB: “I club olandesi
non stanno vivendo un bel momento, quale è il problema principale dell’Eredivisie?”
CJ: “Se pensi alla
squadra del campionato europeo del 2007 avevamo giocatori come Ryan Babel e
Royston Drenthe, due dei migliori giocatori con cui abbia mai giocato. Non sono
riusciti ad imporsi al Liverpool ed al Real Madrid perché hanno lasciato i
Paesi Bassi troppo presto. Questo è il problema del campionato olandese e di
riflesso della Nazionale: i giocatori lasciano l’Eredivisie quando sono
eccessivamente giovani”.
EB: “Tornando alla tua
carriera puoi descriverci l’esperienza dell’Europeo U21 conquistato in casa nel
2007? Quali sono i tuoi ricordi migliori e quale è stato il ruolo di Foppe de
Haan nella conquista del titolo?”
CJ: “L’esperienza dell’Europeo
del 2007 è stata una delle migliori esperienze della mia vita. Foppe de Haan ha
avuto un ruolo fondamentale: ognuno di noi era in forma dal punto di vista
fisico e soprattutto mentale. De Haan è un maestro: può entrare nella tua testa
e tirare fuori il meglio di te. In quella edizione eravamo tutti giocatori di
alto livello per la nostra età, questo ha ovviamente giocato una parte
importante. È stata una esperienza meravigliosa quel torneo”.
EB: “Molti di quella
generazione non sono riusciti nella nazionale maggiore. Questo, secondo te,
perché?”
CJ: “Come ho detto in
precedenza, il problema è stato lasciare l’Olanda immediatamente, eravamo tutti
dei tutti ragazzi. Molti di noi si sono trasferiti all’estero come Maduro,
Babel e Drenthe. Hanno giocato bene con i rispettivi club e sono molto
orgoglioso di loro per aver accettato questa opportunità, ma non sono riusciti
a mantenere il loro livello. Tutto è differente e ti sembra strano all’estero,
corri il rischio di perdere le tue certezze. In sintesi erano troppo giovani,
hanno affrettato i tempi rispetto a calciatori come Wesley Sneijder o van der
Vaart che hanno lasciato l’Olanda quando avevano un’età più matura”.
EB: “Ritornando all’Eredivsie,
il Vitesse sta disputando un bel campionato. Può aspirare a diventare una potenza
dell’Eredivisie sotto la guida sapiente di Henk Fraser?”
CJ: “Il Vitesse ha
tutto per poter arrivare dove vuole, hanno un buon budget ed una partnership
con il Chelsea. Chiaramente è difficile inserirsi fra Ajax, PSV e Feyenoord
poiché loro sono la storia del calcio olandese e hanno una solida struttura
alle proprie spalle. Hanno la possibilità di crescere, ma questo richiede tempo
nel mondo del calcio. Basta pensare a cosa è accaduto a club come Manchester
City o Chelsea che hanno investito molto, ma non hanno vinto immediatamente”.
EB: “Calvin, giochi in
Giappone da molti anni, puoi delineare delle differenze con il calcio europeo e
quello giapponese?”
CJ: “Le differenze tra
il calcio giapponese ed europeo sono molte, non è possibile comparare i due
tipi di calcio. Il calcio giapponese ricorda il futsal su un campo grande: il
calcio è estremamente tecnico, qui sono quasi tutti ambidestri. Possono usare
il proprio piede debole con facilità, qualcosa che non vedi facilmente in
Europa, nella fattispecie nei difensori. Per costituzione i giapponesi sono minuti
e non molto alti, perciò puntano molto sulla tecnica ed il calcio non è molto
fisico qui. Ad esempio in Olanda giocavo terzino sinistro o esterno, mentre qui
gioco difensore centrale o centrocampista centrale perché sono mediamente più
alto di loro”.
EB: “Il Giappone è alla
quinta qualificazione consecutiva a campionati mondiali. La nazionale nipponica
può insegnare qualcosa a quella olandese? Può essere un esempio?”
CJ: “Non lo so se il
Giappone può insegnare qualcosa alla nazionale olandese. Il calcio in Asia è
differente, ma posso dire che i giapponesi hanno un enorme spirito e molta
voglia di imparare. Il calcio nipponico è in continua crescita e sviluppo,
mentre il calcio olandese è statico e fermo da tempo. Quello che il Giappone
può trasmettere ed insegnare all’Olanda è la voglia di emergere e lo spirito che
i propri interpreti trasmettono”.
EB: “Hai un punto di riferimento
o idolo nel mondo del calcio?”
CJ: “Il mio idolo è
Clarence Seedorf: è una persona fantastica ed ha ottenuto il massimo dalla
propria carriera. Abbiamo una simile origini, entrambi siamo originari del
Suriname. È sempre una persona positiva e ha dato molto al calcio. La sua
dedizione mi ha impressionato: ho letto nella sua autobiografia che non fuma e
non beve assolutamente nulla, tu sai quanto sia complicato nella società
attuale sia difficile evitare di fumare e soprattutto bere. È un personaggio
positivo ed è di grande ispirazione per il sottoscritto”.
EB: “Grazie mille
Calvin per il tuo tempo, in bocca al lupo per il proseguo della tua carriera”.
CJ: “Grazie a voi”.
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